Galleria fotografica – L'edificio dell’azienda Esse.Bi è stato concepito come un piano verticale traslucido, realizzato quasi interamente in policarbonato ondulato

Un edificio progettato per una specifica destinazione d'uso, uno showroom aziendale, diventa stimolo e occasione per una più profonda riflessione sulle dinamiche che regolano lo sviluppo della città diffusa, caratteristica del territorio italiano, e più nel dettaglio della collocazione di un organismo edilizio all'interno dello sviluppo urbano senza limiti. Lo showroom Esse.Bi occupa, infatti, una porzione di un preesistente capannone industriale collocato ai margini del vecchio tracciato autostradale che attraversa, in direzione est-ovest, la piana tra Firenze, Prato e Pistoia, denominato “la declassata”.
Una direttrice importante, perché le trasformazioni che l'hanno interessata testimoniano in maniera esplicita i fenomeni insediativi che hanno preso avvio nella seconda metà del Novecento; un asse di collegamento che ha mutato la propria identità di pari passo con l'evoluzione di un territorio nel quale la pianura agricola è stata progressivamente sostituita, anche se non completamente, da grandi attrezzature pubbliche, commerciali e per il tempo libero.

La trasformazione del territorio
Pur con alcune eccezioni, residuali porzioni di terreno ancora agricolo, la città ha sostanzialmente sostituito gerarchicamente la campagna. L'immagine complessiva può essere, come sempre, interpretata attraverso una duplice e opposta lettura: contrasto stridente e privo di identità per alcuni o interessante commistione di spunti e influenze per altri. Protagoniste indiscusse della vita notturna, le insegne luminose animano il territorio contendendosi lo sguardo fugace di chi attraversa il territorio a colpi di colori accesi e intensità luminose. Le colline che fino a cinquant'anni fa erano illuminate solo da poche luci tenui, in corrispondenza degli isolati centri antichi, si animano infatti delle tonalità intense delle infinite scritte pubblicitarie, ma anche delle auto che percorrono queste direttrici: una vera e propria metamorfosi del territorio tra giorno e notte. Se si può discutere sulla qualità di un'urbanizzazione di questo tipo, occorre prendere atto di come le grandi trasformazioni urbane d'oggi avvengano proprio in corrispondenza delle grandi direttrici di traffico. Le vie di comunicazione rappresentano infatti quei “nuovi luoghi” che hanno sostituito i centri storici nel decisivo ruolo di elementi propulsori delle dinamiche di sviluppo di una comunità e di un territorio.

Il ruolo del policarbonato
Lo studio MDU Architetti ha deciso di confrontarsi con questa realtà mutevole nel tentativo di riconcettualizzare, attraverso gli strumenti dell'architettura, le dinamiche insediative di questo luogo, le sue potenzialità, il suo carattere peculiare. Lo showroom dell'azienda Esse.Bi, produttrice di divani e poltrone, nasce pertanto in questo contesto come valorizzazione di una struttura già esistente, costruita negli anni Ottanta. Il prospetto principale dell'edificio, ben visibile percorrendo “la declassata”, non si sottrae alle riconosciute logiche pubblicitarie; è stato pensato e concepito come un piano verticale traslucido, realizzato quasi interamente di policarbonato ondulato. Il materiale utilizzato per la pelle dell'edificio fa riferimento esplicito agli involucri dei vivai e delle piccole serre dislocate lungo la strada o accanto agli orti e ai campi sulle colline. Le qualità tattili e cromatiche del policarbonato consentono, contemporaneamente, di riflettere delicatamente la luce del giorno e intravedere, in modo sfuocato e senza celare la trama strutturale dell'intelaiatura retrostante, il capannone esistente.

La progettazione degli interni
Un gioco di rimandi e di riferimenti che asseconda la complessità e le contraddizioni del luogo attraverso la leggerezza e l'immaterialità di questa superficie. La vera metamorfosi avviene di notte, quando il piano di policarbonato si trasforma in una sequenza di lame di luce verticali che sembrano dilatarsi e muoversi nello spazio, grazie alla sezione ondulata dei pannelli; una lanterna magica, un diaframma luminoso che filtra e ammorbidisce l'immagine severa del fabbricato esistente. Grande attenzione è stata dedicata alla progettazione degli interni, come è necessario per uno spazio la cui prima funzione è esporre. Definito, nel suo insieme, da un pavimento di battuto di calcestruzzo verniciato di rosso sul quale sembrano galleggiare le isole espositive: pedane di diversa estensione realizzate con una struttura di legno sulla quale sono stati posati i listoni di abete verniciato. Il percorso si articola intorno a pareti di policarbonato alveolato opalino retroilluminate alternate da quinte di legno verniciate di nero. Una sorta di allestimento museale nel quale gli oggetti diventano i protagonisti e le quinte l'occasione per costruire spazi ideali che riproducano i raccolti ambienti di un'abitazione.