Louis Vuitton Store  

Località Keyakizaka Dori, Roppongi Hills, Tokyo, Giappone
Committente Louis Vuitton
Progettisti
Studio Aurelio Clementi:
Aurelio Clementi (director), Irene Antolini and Cettina Schepis (project team)
Aoki and Associates:
Jun Aoki (director), Ryuji Nakamura, (project manager), Noriko Nagayama (project team)
Louis Vuitton Architecture Dept.:
Eric Carslon (director), Marie Eve Bidard and Laetitia Perrin (project team)
Architetto associato Higo and Associates:
Isao Higo (director), Mie Myamoto and Tsunetaka Ueda (project team)
Consulente per l'illuminazione George Sexton Associates
Consulente per il design del pavimento Sun Produce
Consulente per il graphic design Flame, Inc.
Impresa di construzione Shimizu Corp, Tokyo
Datazione aprile 2002 - maggio 2003
Superficie totale 1.147,30 m2

L'identità di un marchio si nutre contemporaneamente della storia e della capacità innovativa dell'azienda che rappresenta. Negli ultimi anni, le solide basi costruite relativamente ad un settore specifico, hanno consentito ad alcune maison di estendere il proprio spettro merceologico a tutto l'universo dell'alta moda. Louis Vuitton è uno degli esempi più interessanti di questo fenomeno: produttore di borse e bauli fin dal diciannovesimo secolo, si è sempre distinto come uno dei capisaldi del lusso nel mondo. Cuoio, pelle e la ripetizione tanto esasperata quanto controllata del monogramma, ne hanno definito il profilo in modo inequivocabile. La nuova proprietà ha adottato una politica aperta che, senza dimenticare la storia ed il pensiero originario, ne ha ampliato l'ambito d'intervento e sviluppato l'immagine. Dimostrando un legame più solido con il proprio passato rispetto ad altre firme, ha optato per una gestione dell'immagine dei punti vendita in assoluta controtendenza. Invece di affidare il compito a celebratissime matite del panorama architettonico internazionale, ha organizzato uno studio di progettazione interno. Responsabile della struttura è Eric Carlson, architetto americano che veste il duplice ruolo di rappresentante dell'azienda e coordinatore del team di progetto. Raramente la compresenza di più architetti in uno stesso intervento garantisce un buon risultato.
Il caso dell'ultimo punto vendita inaugurato da Louis Vuitton a Tokyo e coprogettato da Jun Aoki, Aurelio Clementi e Eric Carlson smentisce questa affermazione. Novecento metri quadri di superficie che sorgono all'interno di un grande complesso di recente edificazione denominato Roppongi Hills. Una grande facciata  di vetro che si impone con effetti di grande suggestione. La smaterializzazione è il fenomeno che caratterizza l'intervento. La scelta dei materiali e delle modalità di costruzione sono concentrati nel tentativo di produrre uno spazio evanescente nel quale solo gli oggetti in esposizione assumono un valore concreto. I disegni esecutivi del fronte principale sono emblematici dell'intero progetto. Tutto avviene tra due lastre di vetro: trentamila tubi di vetro di dieci centimetri di diametro sospesi tra due pannelli di metallo cromato. Impossibile descrivere la complessità di rifrazioni, riflessioni e trasparenze che ripetono ciò che sta attorno trasmettendo elementi dello spazio interno. La scritta "Louis Vuitton", ottenuta tramite delle variazioni nell'assemblaggio dei piccoli tubi, entra a far parte del gioco illusionistico del fronte: la grande
facciata di vetro si rivela una enorme insegna. Appena oltre l'ingresso si apre un grande spazio, un volume multiplo dedicato all'abbigliamento e privo di elementi d'arredo. I piani superiori ospitano gli altri settori merceologici. Il cerchio, matrice geometrica elementare del simbolo della casa, viene composto, assemblato e sovrapposto. L'abilità dei progettisti è stata quella di rivisitare il marchio storico ed interpretarne l'attuazione. Come avviene sul cuoio stampato delle borse, il marchio della casa viene ripetuto in modo esteso su ogni parete fino al contatto con altre superfici. I bordi diventano gli omologhi delle cuciture in pelletteria. Gli stessi tubi impiegati in facciata vengono montati anche per costruire setti divisori traforati. Ogni elemento comunica Louis Vuitton come attraverso messaggi subliminali: il marchio si nasconde dietro ogni cosa.
Superfici impalpabili, le distanze difficilmente percepibili, gli articoli in mostra sono gli unici elementi materiali. Lo spazio d'ingresso è rivestito, sul pavimento, di pietra calcarea. Migliaia di fori invisibili contengono altrettante fibre ottiche che trasmettono immagini video trasformando le lastre in veri e propri schermi. La disattivazione del sistema riporta il visitatore ad una realtà materiale come durante l'improvvisa interruzione di un sogno. I pavimenti fluidi tornano alla loro consistenza litoide.
Chi intende acquistare un oggetto prezioso viene accolto in un caveau come quello di una banca, avvolto da pareti fatte di cassetti in metallo. Le borse sono esposte in un "Bag Bar". Il cliente si siede su uno sgabello e chiede di vedere un articolo come se ordinasse un drink. La parete di fondo può adattarsi alle esigenze di display grazie a delle estrusioni flessibili che possono avanzare o arretrare. I "Lounges", due zone molto comode arredate con divani secondo un uso diffuso ed apprezzato in Giappone, accolgono i clienti durante l'acquisto. Il salto, rispetto ai tradizionali punti vendita LV, è notevole. I clienti affezionati saranno scettici nei confronti di questo nuovo pensiero che guida l'immagine della maison, ma il distacco è meno deciso di quanto non appaia. I materiali impiegati sono quelli di sempre. Sono stati semplicemente e molto raffinatamente rivisitati nella loro applicazione. Gli spazi di Tokyo raccontano, con parole nuove, la lunga storia di Louis Vuitton.

Testo di Jacopo Maria Giagnoni
Estratto da Materia n. 43

Informazioni
Illuminotecnica George Sexton Associates, Washington USA
Impianto d'illuminazione Yamagiwa Inc, Tokyo
Grafica Flame, Tokyo
Programmazione Jukebox NTT DoCoMO, Tokyo
Proiezioni pavimento Sun Design, Hiro Konoe
Illustrazioni Jerome Olivier, Tokyo
Tessuti Nuno, Tokyo
Impresa costruzioni Shimizu Corp
Realizzazione interni Takashimaya Space

Vedi i dettagli costruttivi e tecnologici della facciata
Vedi i dettagli costruttivi e tecnologici delle partizioni interne

Pianta del secondo livello
Pianta del primo livello Prospetto