Intervista – Quattro marchi (Minotti cucine, Giacomelli, Italiana cucine e Maistri) hanno creato un polo veronese con ambizioni sempre più internazonali: lo spiega il presidente del nuovo gruppo, Giulio Fezzi

La recente integrazione tra Minotti cucine, Giacomelli, Italiana cucine e Maistri, ha creato un polo dell'arredamento contemporaneo unico nel suo genere. Questo polo riunisce realtà che hanno in comune diversi aspetti, oltre alle radici territoriali e alla tensione all'export: la cultura produttiva della cucina (per Minotti e Maistri in particolare), l'origine da grandi famiglie imprenditoriali, la vocazione al design, l'utilizzo della pietra. L'operazione è terminata in pochi mesi, anche grazie alla squadra di manager capitanata dal veronese Giulio Fezzi, oggi presidente e amministratore delegato del nuovo gruppo, che Ambiente Cucina ha sentito per capire le ragioni e le strategie di quest'alleanza tra i quattro marchi.

Come nasce un progetto di questa portata, in un momento così critico per il mercato?
Circa quindici mesi fa, Minotti ha iniziato a domandarsi quale via intraprendere. Avevamo due possibilità per reagire: o ridurre la base dei costi e puntare a un ridimensionamento, o fare leva sui piani di sviluppo e crescere, aggregando realtà del settore per creare una piattaforma industriale, capace di proporre un'offerta coerente in fasce diverse di mercato. È quello che abbiamo attuato, ma con un'accelerazione notevole rispetto al piano originario, portando a termine l'operazione in pochi mesi: dall'integrazione di Giacomelli nel dicembre 2008 all'accordo paritetico con Maistri del settembre 2009. Abbiamo guardato alla realtà industriale veronese, conosciuta e vicina, per assumere un'entità unica e avere le spalle più forti in tutto il mondo: oggi contiamo complessivamente 740 punti vendita nel mondo, 230 dipendenti e oltre 90 agenti, con un fatturato totale pari a 30 milioni di euro.

Quali sono le peculiarità che distinguono i marchi e gli obiettivi d'integrazione nel gruppo?
Minotti cucine è riconosciuta nella fascia del lusso, Giacomelli arredamenti è un marchio di alta gamma, Italiana cucine si situa ancora nel segmento top, specializzandosi in isole di pietra, mentre Maistri è la cucina per eccellenza, bella per tutti, situata in una fascia media di qualità. Gli obiettivi commerciali riguardano sia il completamento sia la diversificazione del portafoglio prodotti (l'intera casa e nella cucina le tre fasce di mercato: luxury, top, medio-alta), la crescita nazionale e internazionale, in particolare con la consociata negli Stati Uniti e canali alternativi di vendita. Dal punto di vista organizzativo, si procederà all'integrazione delle società (It, logistica, acquisti). Dal punto di vista industriale, infine, ci sarà l'impegnativa integrazione degli stabilimenti produttivi. In futuro amplieremo la nostra rete di vendita, con apertura di nuovi showroom nelle capitali e attueremo sinergie distributive, puntando molto anche sull'Estremo Oriente.

Quali sono, infine, i prossimi tre passi per sviluppare l'unione e le sinergie tra le diverse aziende?
Primo, rivitalizzare rapidamente Maistri, un marchio di grande valore che si è un po' “addormentato”; per farlo abbiamo in programma una sorta di “elettrochoc” con promozioni oltre all'eventuale ridisegno dei prodotti. Secondo, operare sull'organizzazione commerciale interna: quattro marchi e tre reti. Terzo, terminare l'integrazione industriale di tutte le aziende del gruppo.