nuove opere – Zaha Hadid disegna il nuovo Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo.

Il progetto vincitore del concorso di idee bandito dal Ministero per i beni e le attività culturali e commissionato dalla PARC - Direzione Generale per l'Architettura e l'Arte Contemporanee, prevede un grande centro culturale con al suo interno un museo per le arti del XXI secolo, un museo di architettura, spazi per attività sperimentali, biblioteca, auditorium, accoglienza, caffetteria e ristorante, negozi, uffici, aree di servizio e ampi spazi pubblici all'aperto.
"Il Centro per le arti contemporanee (MAXXI) non risolve la questione del suo inserimento urbano con un pastiche stilistico, bensì attraverso un'assimila¬zione in termini di geometria urbana".
Il progetto appare come un "innesto urbano", una seconda pelle sul sito, sottolinea Zaha Hadid. "Il movimento all'interno del centro descrive una traiettoria che passa attraverso ambienti variati, lenti filtranti e luminosità differenziate".
All'interno, la transizione da oggetto a campo è fondamentale per il rapporto fra l'architettura e l'arte che vi sarà esposta. L'area del progetto è solcata da pareti che attraversano lo spazio delineando campi di forza e fluide traiettorie. In opposizione all'idea codificata di "parete" del museo come immutabile e privilegiato supporto espositivo verticale per i quadri e contro la pratica di circoscrivere spazi separati per creare un ordine e un percorso "narrativo" lineare, viene proposta un'analisi critica della parete. La parete diventa un versatile congegno per l'allestimento delle opere in esposizione. Il concetto di movimento attraverso lo spazio è alla base dell'idea progettuale, in opposizione a una serie predeterminata di "punti chiave". Le linee, con un andamento fluido attraversano lo spazio interno ed esterno, scorrendo da una parte all'altra del sito per tutta la sua estensione.
La nozione di flusso assume una forma concreta. la dissoluzione di tipici elementi museali come il muro verticale destinato all'esposizione di dipinti dà vita a pareti che si trasformano in soffitti o in aperture. L'idea è quella di creare uno spazio che non si esaurisca in un unico tragitto lineare, ma offra una complessa rete di connessioni e di percorsi.
L'organizzazione e i percorsi del campus si basano sui flussi direzionali e sulla distribuzione delle densità. Il risultato si presenta come uno spazio campo «quasi urbano», poroso, immersivo, più che un semplice oggetto-immagine piuttosto che su punti chiave.

scheda progetto

Luogo: Roma

Committente: Ministero per i Beni e le Attività culturali; Direzione generale per la qualità e la tutela del paesaggio, l'architettura e l'arte contemporanee

Progettista: Zaha Hadid e Patrik Schumacher

Progetto strutture: Anthony Hunt Associates, OK Design Group

Progetto acustico: Paul Gilleron Acoustic

Impresa di costruzione: Consorzio MAXXI 2006

Fotografo: Roland Halbe

Tempi progetto: 1998

Tempi di realizzazione: 2003-2007