Normativa

Autore testo: Gianni Forcolini

La realizzazione di un unico mercato interno europeo è alla base di ogni iniziativa comunitaria, compresa quindi l'attività di normazione: suo obiettivo è contribuire a saldare assieme i singoli mercati nazionali, così da realizzarne uno unico, forte di 345 milioni di consumatori, e di immettere sui mercati mondiali un prodotto europeo che si distingua per sicurezza, affidabilità e qualità.
La normazione è un'attività ancora oggi non molto conosciuta al di fuori di quelli che la praticano: tuttavia è un mondo assai ricco di potenzialità non solo nel campo tecnico ma anche in quello commerciale, in quanto consente alle aziende di competere sullo stesso piano di conformità alle Norme.
Essa comporta la produzione di norme, le relative prove, la dichiarazione di conformità, la certificazione da terzi: l'obiettivo è quello di unificare i prodotti nelle loro caratteristiche di intercambiabilità, sicurezza, affidabilità, prestazione e di conseguire, in breve, un accettabile livello di qualità.
Negli ultimi anni la normativa europea ha acquisito una importanza rilevante, dovuta in buona parte alle Direttive UE, e in particolare alla politica del "nuovo approccio" del 1985, che trasferisce in pratica le prescrizioni tecniche dalla legislazione alle relative Norme e delega allo scopo' il CENELEC e il CEN, per l'Italia il CEI e l'UNI.
 Di rincalzo, una serie di leggi e decreti nazionali, quali la Legge 46/90 e il DPR 447/91, che fissano gli obblighi per tutti coloro che concorrono alla realizzazione degli impianti elettrici (L.46/90); di qui la Guida CEI 0-2 "Definizione della documentazione di progetto degli impianti elettrici", (cui detto DPR fa riferimento al Comma 2 dell'art. 4), che viene estesa a tutti gli impianti: essa ha lo scopo di unificare i criteri di progettazione ed è destinata principalmente ai committenti, ai progettisti, agli installatori e agli Enti Pubblici competenti per le verifiche e il rilascio delle autorizzazioni.
Il committente, facendo riferimento ad essa nelle richieste di progettazione e nei capitolati, è oggi in grado di pretendere offerte chiare e fra loro allineate sulla base della normativa; i progettisti, d'altro lato, possono redigere relazioni adeguate con l'indicazione delle Norme di riferimento e dei livelli prestazionali.
Non è da trascurare infine l'estensione del concetto di normativa, che è diventato, dopo la decisione ISO (1986), una attività mirante ad ottenere la "qualità totale", toccando quindi tutte le fasi della vita del prodotto, nel nostro caso le apparecchiature per illuminazione, dalla concezione all'installazione fino allo smaltimento.
In questo contesto è stata quindi rilanciata l'attività CEN per quanto riguarda, in particolare, gli impianti di illuminazione.
 
Gli organismi normativi
L'attività normativa nel settore illuminotecnico viene svolta a livello europeo dal CENELEC e dal CEN, ambedue con sede a Bruxelles.
Essi hanno lo scopo di coordinare le normative nazionali: di fatto le Direttive UE per l'avvicinamento delle legislazioni degli Stati membri fanno riferimento alle rispettive Norme. Questi Organismi raccolgono e influenzano 18 Paesi europei nonché i 7 affiliati dell'Europa orientale e Asia minore.
 
CENELEC - Comitato Europeo per la Normazione Elettrotecnica è nato in Belgio nel 1973, sulla scia del CENELCOM del 1959,organismi costituiti a seguito del Trattato di Roma della Comunità Europea del 1957.
Le Norme pubblicate dal CENELEC sono di tipo diverso e cioè:
EN = Norma europea
HD  = Documento di armonizzazione
ENV = Norma sperimentale
Le caratteristiche di una Norma EN è di essere strettamente obbligatoria per tutti i Paesi membri, quindi anche per la minoranza che ha votato contro (è da notare che i pesi sono differenti). Inoltre nessun cambiamento nella forma e nel contenuto è ammesso nella trasposizione a Norma nazionale.
E' da notare che tutte le norme di prodotto per l'illuminazione sono EN.
Le Norme armonizzate hanno il medesimo contenuto tecnico delle Norme pubblicate in cascata dagli Enti normatori nazionali aderenti al CENELEC. Fino a qualche anno fa 'le prescrizioni tecniche ed i relativi valori numerici erano richiamati direttamente nelle Direttive o nelle Leggi Nazionali :solo l'applicazione di queste ultime garantiva la circolazione, non molto facile, delle merci .Questa procedura è cambiata il 7 maggio 1985, data in cui il Consiglio della Comunità Europea ha approvato la risoluzione del 'nuovo approccio' che definisce gli aspetti legali del rinvio alle Norme'; da ciò la crescita esponenziale delle Norme dopo tale data.
Le Direttive emesse dalla Comunità vengono stabilite da allora sui seguenti criteri:
l'armonizzazione legislativa si limita a richiedere requisiti minimi di sicurezza o altre esigenze di carattere collettivo alle quali i prodotti devono soddisfare per essere immessi sul mercato;
agli organi competenti per la normazione è affidato il compito di elaborare le specifiche tecniche, di cui gli operatori hanno bisogno per dichiararne o verificarne la conformità;
tali specifiche tecniche non possiedono il carattere di obbligatorietà e conservano il carattere di Norme volontarie.
Oggi nel settore elettrico le principali Direttive comunitarie che rinviano a norme armonizzate CENELEC sono relative a:
compatibilità elettromagnetica: 89/336/CEE (marcatura CE obbligatoria dal 1.1.96);
materiale elettrico di bassa tensione:  73/23/CEE (marcatura CE obbligatoria dal 1.1.97);
prodotti da costruzione: 89/106/CEE (per la quale è stato chiesto l'esonero degli apparecchi di illuminazione,ad eccezione degli apparecchi di emergenza per i quali è in discussione).
L'attività specifica per il settore illuminazione è svolta dal Comitato Tecnico 34Z "Apparecchi di illuminazione e componenti"; 'suo scopo è di preparare norme armonizzate sulla base di Pubblicazioni IEC corrispondenti'. Le Pubblicazioni disponibili attualmente sono oltre 75, e coprono le lampade, gli attacchi , i portalampade, gli alimentatori, gli starter, gli accenditori, i condensatori di rifasamento e gli apparecchi di illuminazione per le principali applicazioni.
 
CEN - Comitato Europeo di Normazione, parallelo al CENELEC per il settore meccanico e prestazionale, è stato fondato nel 1961 e vi aderiscono gli Enti di normazione di 18 Paesi membri della UE e dell'EFTA; anch'esso 'ha lo scopo di promuovere e armonizzare le rispettive Norme su scala europea, di facilitare lo sviluppo degli scambi di prodotti e di servizi mediante l'eliminazione degli ostacoli creati da requisiti di natura tecnica. Il CEN pubblica quindi le Norme europee EN, le norme sperimentali ENV e i documenti di armonizzazione HD, avvalendosi di oltre 300 Comitati Tecnici', fra cui il CT 169 "Applicazioni dell'illuminotecnica"; questo Comitato è a sua volta articolato in 7 Gruppi di Lavoro (vedi tab. 2).
 
Tab. 2 -  Struttura CEN 1698
 






WG 1 ' Terminologia
 
WG 2 - Illuminazione di interni
 
WG 3 - Illuminazione di emergenza
 
WG 4 - Illuminazione sportiva
 
WG 5 - Illuminazione pubblica (JWG 169/226)
 
WG 6 - Illuminazione delle gallerie
 
WG 7 - Fotometria degli apparecchi
 
 
Le Norme in elaborazione sono attualmente oltre 20 e riguardano i principali tipi di impianti di illuminazione, per interno o per esterno, nonché le misure fotometriche e la presentazione dei risultati sui cataloghi degli apparecchi.
Le Norme del CT 40 "Pali per illuminazione" sono attualmente 8 e interessano dimensioni, materiali, protezioni superficiali, fondazioni, calcolo dei carichi e metodi di verifica dei sostegni.
 
Caratteristiche delle Norme
Le Norme europee devono:
essere approvate da un Organismo qualificato e riconosciuto a livello nazionale: per l'Italia vale il DM 15.12.78;
essere accessibili al pubblico per garantire a chiunque la possibilità di conoscerne l'esistenza;
essere messe a punto con il consenso di tutte le parti, in particolare i costruttori, gli Istituti di prova e gli utilizzatori;
essere rappresentative dello stato dell'arte, definibile come "stadio dello sviluppo raggiunto per un determinato prodotto dalle capacità tecniche del momento".
Vi sono poi alcune caratteristiche specifiche, quali ad esempio:
 
la normativa si sviluppa a diversi livelli, da quelli più generali a quelli particolari; si va così dall'unificazione di base, come gli alfabeti, i simboli, i codici, le unità di misura, la terminologia, fino ai metodi, ai componenti, alle apparecchiature, agli impianti;
per ogni prodotto nuovo vi è un periodo di rodaggio, le cui riunioni sono frequentate, più che dai tecnici addetti, da costruttori e utilizzatori potenziali, praticamente come osservatori: superato il periodo iniziale, scarsamente produttivo, il gruppo si riduce e l'attività di normazione decolla;
 
il momento giusto della normazione, per avere buone possibilità di successo; se essa avviene troppo presto durante la fase di sviluppo del prodotto, rischia di confermare scelte sbagliate e di essere poi disattesa dal mercato; se troppo tardi, quando le produzioni industriali si sono moltiplicate e consolidate, essa riuscirà bene o male a ottenere un ritorno alla convergenza solo a lungo termine. E' quest'ultimo il caso delle lampade ad alogenuri metallici e ancora di più delle prese a spina di uso domestico, o, a livello mondiale, delle tensioni e delle frequenze, per le quali sarà molto difficile raggiungere soluzioni unificate nonostante l'emissione ripetuta di Norme internazionali. La normalizzazione di un prodotto deve essere quindi effettuata, per riuscire, entro una fase particolare della vita del prodotto stesso, che si colloca fra la ricerca e la diffusione;
 
l'evoluzione continua con lo sviluppo dello stato dell'arte: una buona Norma non può essere "ingessata"; essa deve essere continuamente aggiornata e il tempo massimo per la revisione è fissato oggi in 5 anni';
 
la crescita esponenziale: ad esempio, molto più di altri prodotti, le Norme CEI pubblicate per l'illuminazione sono passate da 7 nel 1974 a 76 nel 1996.
 
Di fatto, l'utilità della Normativa è soprattutto evidente:
nelle relazioni fra cliente e fornitore: la Norma è il linguaggio tecnico per eccellenza, che consente di precisare in modo univoco i prodotti, le caratteristiche, le prestazioni, i componenti, i materiali, i metodi di prova, i livelli di qualità e di sicurezza, la conformità alle Direttive. Questo ruolo di potenziale dialogo è determinante anche quando si tratta di soddisfare le richieste dei consumatori in materia di qualità;
 
nelle relazioni con i poteri pubblici: le Norme sono estremamente utili al fine di garantire la protezione dei lavoratori, dei consumatori, dell'ambiente per ciò che riguarda l'igiene, la sicurezza, l'inquinamento; in numerosi Paesi ormai, le amministrazioni pubbliche esigono la conformità alle Norme nei loro capitolati.
Data l'importanza di questi mercati, queste condizioni conferiscono alle Norme un peso e un prestigio significativi. Nella UE, il riferimento alle Norme diventerà a breve obbligatorio nei capitolati delle opere pubbliche;
 
negli scambi internazionali: le Norme sono sempre più utilizzate per le transazioni e ciò proseguirà con l'accrescersi del commercio, delle produzioni flessibili o multinazionali nonché con la domanda legata alle prestazioni.
Con il veloce allargamento dei mercati e lo sviluppo di sistemi organizzati come la Comunità Europea e il GATT, si estende ormai a livello mondiale l'influenza della normazione; ne consegue che la conformità alle Norme europee o internazionali incide sempre più sugli scambi. D'altra parte l'obiettivo che i prodotti europei si impongano per la loro qualità richiede già da ora che la loro normativa sia migliore e più selettiva rispetto alle altre. Senza questo riferimento, ufficialmente riconosciuto e continuamente adeguato all'innovazione tecnologica, i costruttori rischiano di essere rapidamente superati e di perdere i loro mercati di fronte ai prodotti fuori norme, di scarsa qualità e di basso costo.
Le linee di tendenza dell'attività normativa europea ricalcano oggi antiche linee: 'quanto alle mura, chi sostiene che non devono averle le città che pongono il valore a loro difesa, pensa in modo antiquato pretendere di non costruire mura intorno alla città è come cercare che sia facilmente invasa". (Aristotele, Politica, libro VII). Il suo potenziamento, la sua crescente obbligatorietà si collocano sempre più in questa prospettiva di difesa del prodotto o dell'impianto di qualità; e ciò a maggior ragione per questi prodotti di larga distribuzione, facilmente sostituibili con apparecchiature similari a basso costo, ma scadenti e pericolose: gli esempi già oggi non mancano.
L'attività di normazione e di certificazione si sta quindi sviluppando e affermando attraverso nuove strutture quali:
il CELMA, Comitato Europeo delle Associazioni dei produttori di apparecchi di illuminazione e relativi componenti, inteso ad unificare gli sforzi, promuovere gli obiettivi comuni, rimuovere le deviazioni nazionali rispetto alle norme armonizzate;
l'ENEC, marchio di qualità europeo, che, in sostituzione dei marchi nazionali, velocizzando la certificazione e riducendone i costi, consentirà una più estesa diffusione dei prodotti soggetti a controllo di fabbricazione secondo la nuova normativa ISO 9000.
 
Raccomandazioni nazionali AIDI
In Italia l'AIDI, rifacendosi in buona parte alle raccomandazioni della CIE, ha redatto o ha in corso di redazione le raccomandazioni seguenti.
 
Raccomandazioni per l'illuminazione pubblica
1edizione, giugno 1968
2edizione, ottobre 1993
 
Raccomandazioni per l'illuminazione delle scuole
1edizione, giugno 1971
2edizione, settembre 1994
 
Raccomandazioni per l'illuminazione delle opere d'arte
1edizione, ottobre 1996
 
Quaderni AIDI
Corso base di illuminotecnica per interni, novembre 1994
Corso base di illuminotecnica per esterni, maggio 1996
 
Normative nazionali
In Italia, gli organismi normativi competenti sono:
UNI per gli aspetti illuminotecnica
CEI per gli aspetti elettrici
La commissione tecnica UNI 169 "Applicazioni dell'illuminotecnica" è strutturata in gruppi di lavoro corrispondenti a quelli del comitato tecnico 169 del CEN.
Sono state finora emanate le seguenti norme:
UNI 9316, (1989) "Impianti sportivi. Illuminazione per le riprese televisive a colori. Prescrizioni";
UNI 10380, (1994) "Illuminazione degli interni con luce artificiale";
UNI 10434, (1994) "Requisiti illuminotecnici delle strade con traffico motorizzato".
UNI 10530, (1997) "Principi di ergonomia nella progettazione dei sistemi di lavoro".
UNI 10819, (1999) "Impianti di illuminazione esterna. Requisiti per la limitazione della dispersione verso l'alto del flusso luminoso".
UNI 10840, (2000) "Criteri generali per l'illuminazione artificiale e naturale dei locali scolastici".
 
Altri progetti di norma sono in elaborazione, in particolare quello sulla fotometria degli apparecchi di illuminazione.
Sono in corso di revisione i progetti riguardanti l'illuminazione dei campi sportivi, approntati in occasione dei campionati mondiali di calcio del 1990.
In sede CEI, così come in sede IEC e CENELEC, le norme concernenti gli aspetti elettrici delle applicazioni dell'illuminazione sono redatte dal comitato tecnico 34.
Tali norme sono elencate nel prospetto riportato, che indica le corrispondenze in sede internazionale.
Sono da tenere presenti anche le norme emanate dai comitati tecnici 77 (Disturbi nelle reti di alimentazione) e 110 (Compatibilità elettromagnetica).
Per gli aspetti impiantistici valgono le norme del comitato tecnico 64 (Impianti elettrici utilizzatori).
 
Viene di seguito riportato l'elenco delle Norme CEI.
PANORAMICA DELLA NORMATIVA ELETTRICA NEL CAMPO DELL'ILLUMINAZIONE GENERALE - CEI ' IEC - CENELEC
 
LAMPADE A INCANDESCENZA
 
Lampade a incandescenza tradizionali
Per uso domestico e similari
Prescrizioni di sicurezza - 34-16 (1477) ' 432 - 60432
 
Per uso domestico e similari
Prescrizioni di prestazioni - 34-12 (1474) ' 64 - 60064
 
Raggruppamenti di lampade non compresi nei precedenti - 34-1 (216)
 
Metodo normalizzato per la misura della sovratemperatura dell'attacco - 34-13 (1475) ' 360 - 60360
 
Ingombri massimi - 34-20 (573)
 
Lampade ad alogeni
Lampade ad alogeni per proiezioni riprese e illuminazione generale (veicoli esclusi) - 34-40 (1071) ' 357 - 60357
 
Metodo normalizzato per le misure della temperatura della pinzatura - 682
 
Trasformatori elettronici per lampade a incandescenza ' progetto ' 1046 ' 61046 ' Sicurezza - C.512
 
Trasformatori elettronici per lampade a incandescenza ' Prestazioni ' progetto ' 1047 - 61047
 
LAMPADE FLUORESCENTI
Lampade con alimentatore incorporato per illuminazione generale
Prescrizioni di sicurezza - 34-52 (1694) ' 968 - 60968
 
Lampade con alimentatore incorporato per illuminazione generale
Prescrizioni di prestazione - 34-53 (1695) ' 969 - HD594Sl
 
Lampade fluorescenti per illuminazione generale - 34-3 (1685) ' 81 - 60081
 
Lampade fluorescenti monoattacco - 34-56 (1777) ' 901 - 60901
 
Alimentatori elettromagnetici
Sicurezza - 34-4 (1262) ' 920 - 60920
 
Alimentatori elettromagnetici
Prestazioni - 34-55 (1747) ' 921 - 60921
 
Starter - 34-5 (1473) ' 155 - 60155
 
Alimentatori elettronici per corrente alternata
Sicurezza - 34-54 (1721) ' 928 - 60928
 
Alimentatori elettronici per corrente alternata
Prestazioni ' 929 - 60929
 
Alimentatori per lampade fluorescenti per corrente continua
Sicurezza - 34-50 (1675) ' 924 - 60924
 
Alimentatori per lampade fluorescenti per corrente continua
Prestazioni - 34-51 (1676) ' 925 - 60925
 
PANORAMICA DELLA NORMATIVA ELETTRICA NEL CAMPO DELL'ILLUMINAZIONE GENERALE
 
Alimentatori elettromagnetici per lampade ad alta intensità
Sicurezza - 34-48 (1673) ' 922 - 60922
 
Alimentatori elettromagnetici per lampade ad alta intensità
Prestazioni - 34-49 (1674) ' 923 - 60923
 
Dispositivi d'innesco
Sicurezza - 34-46 (1478) ' 926 - 60926
 
Dispositivi d'innesco
Prestazioni - 34-47 (1479) ' 927 - 60927
 
Condensatori di rifasamento - 34-26 (1465) - 566
 
PANORAMICA DELLA NORMATIVA ELETTRICA NEL CAMPO DELL'ILLUMINAZIONE GENERALE
 
APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE
 
Generalità - 34-21 (1348) - 598-1 ' 60598-1
 
Apparecchi fissi - 34-23 (1528) - 598-2-1 60598-2-1
 
Apparecchi da incasso - 34-31 (1533) - 598-2-2 60598-2-3
 
Apparecchi per illuminazione stradale - 34-33 (1535) - 598-2-3 60598-2-3
 
Apparecchi mobili - 34-29 (1531) - 598-2-4 60598-2-4
 
Proiettori - 34-30 (1532) - 598-2-5 60598-2-5
 
Apparecchi con trasformatore incorporato - 34-27 (1529) - 598-2-6 60598-2-6
 
Apparecchi per giardini - 34-28 (1530) - 598-2-7 60598-2-7
 
Apparecchi portatili - 34-34 (1536) - 598-2-8 60598-2-8
 
Apparecchi per fotoriprese non professionali - 34-35 (1537) - 598-2-9 60598-2-9
 
Apparecchi per giocattoli - 34-41 (1540) - 598-2-10 - 60598-2-10
 
Apparecchi per studi e scene - 34-38 (1539) - 598-2-17 - 60598-2-17
 
Apparecchi per piscine - 34-36 (1538) - 598-2-18 - 60598-2-18
 
Apparecchi a circolazione d'aria - 34-32 (1534) - 598-2-19 - 60598-2-19
 
Catene luminose - 34-37 (814) - 598-2-20
 
Apparecchi di emergenza - 34-22 (1748)    598-2-22        60598-2-22
 
Binari elettrificati 34-45 (1264) - 570
 
Lampade campione per prove di riscaldamento di apparecchi di illuminazione - 34-19 (567) ' 634 - HD392
 
 
I marchi di qualità
I soggetti coinvolti sono da un lato il produttore, il distributore o il dettagliante, dall'altro l'acquirente, che può essere il consumatore finale, un acquirente industriale o una pubblica amministrazione. All'atto della fornitura non è sufficiente che la qualità desiderata sia presente nel prodotto fornito, ma è essenziale poterne dimostrare l'esistenza.
Infatti lo sviluppo industriale e la maturazione della coscienza del consumatore portano come conseguenza ad una riduzione dei casi in cui la qualità, al momento dell'acquisto, viene valutata in modo generico ed un aumento di casi in cui viene richiesta una precisa dimostrazione della qualità della fornitura.
I modi per dimostrarlo, ossia la conformità del prodotto alle caratteristiche fissate, sono essenzialmente i seguenti:
dimostrazione ad opera della "prima parte", ossia ad opera del produttore; si tratta della "dichiarazione di conformità del costruttore";
dimostrazione o verifica ad opera della "seconda parte"; è l'acquirente che in fase di accettazione verifica la conformità del prodotto alle caratteristiche concordate;
dimostrazione ad opera di una "terza parte", indipendente da produttore e da acquirente; rientrano in questo contesto gli attestati di conformità, i certificati ed i marchi di conformità.
 
La dichiarazione del costruttore e la verifica di accettazione sono validi mezzi di dimostrazione della qualità, molto utilizzati in svariati campi industriali ed indispensabili per la crescita del livello qualitativo delle forniture.
Tuttavia la certificazione di conformità svolta da enti indipendenti viene sempre più richiesta ed assume particolare significato ed utilità in quei settori in cui, il beneficio delle verifiche eseguite dall'ente terzo, può essere colto da una pluralità di acquirenti.
La certificazione tecnica, di seguito specificata semplicemente in "certificazione", ed è l'azione di certificare, per mezzo di un certificato di conformità o di marchio di conformità, che un prodotto, o un servizio, è conforme ai requisiti di una determinata norma.
Questa azione può essere svolta dal produttore, dall'acquirente o da un ente indipendente; la certificazione svolta da un ente indipendente, essendo un servizio a beneficio di terzi, necessita di chiare procedure e di precisi significati.
Un "sistema di certificazione" è caratterizzato da proprie regole di funzionamento e gestione ed è predisposto per fornire informazioni sulla conformità della produzione corrente; essa si contrappone alla semplice certificazione, che si riferisce soltanto all'esemplare provato.
Quest'ultima ha un significato essenziale in alcuni settori tecnologici, dove non è possibile, soprattutto per ragioni di costi, introdurre un sistema di certificazione; la semplice certificazione si esaurisce quindi nell'esecuzione delle prove di tipo previste dalle norme e nell'emissione del relativo certificato.
Un certificato di conformità ad una norma deve essere emesso soltanto se tutte le prove richieste sono state eseguite con esito positivo; tale certificato deve contenere tutte le informazioni necessarie affinché venga correttamente interpretato.
Un sistema di certificazione non attesta solo la conformità dell'esemplare provato inizialmente, ma si occupa anche della conformità della produzione successiva. Attraverso questi sistemi l'ente certificatore non si sostituisce al costruttore, che rimane il responsabile
della qualità del suo prodotto, ma accerta con metodi più o meno stringenti che il fabbricante abbia eseguito il necessario controllo prima della consegna del prodotto.
In linea generale in un sistema di certificazione sono coinvolte tre diverse funzioni:
un laboratorio, che esegue le prove sul prodotto;
un'agenzia ispettiva, che esegue le ispezioni presso il luogo di
produzione e sul mercato;
un ente di certificazione, che gestisce il sistema, e nel quale sono rappresentate tutte le categorie interessate.
 
Laboratori
Un laboratorio deve avere personalità giuridica ed un'organizzazione nella quale siano precisate le varie responsabilità. In particolare deve esservi un responsabile tecnico del laboratorio di adeguata preparazione professionale;un sistema di controllo della qualità del servizio reso e delle procedure per l'istruzione e la formazione del personale.
Particolare attenzione viene data alle attrezzature di prova, alla loro manutenzione ed alla verifica periodica della strumentazione attraverso campioni di riferimento che possano garantire la riferibilità ai campioni
nazionali ed internazionali.
Le procedure di prova, l'ambiente, le modalità di manipolazione dei prodotti da provare, i rapporti di prova e la conservazione dei risultati sono oggetto di dettagliati criteri.
Altri requisiti fondamentali, soprattutto nel caso di laboratorio che deve essere utilizzato per un sistema di certificazione, sono quelli della riservatezza e dell'indipendenza di giudizio. - AGENZIE ISPETTIVE '
L'agenzia ispettiva deve avere personalità giuridica ed un'organizzazione adeguata dal punto di vista tecnico, con vasta esperienza nel campo del controllo della qualità. Deve essere garantita la riservatezza nei confronti
dei costruttori ed un'assoluta indipendenza di giudizio. Il personale deve essere particolarmente qualificato per poter svolgere il lavoro ispettivo presso le fabbriche o sul mercato con la necessaria autonomia e capacità di
valutazione, che può richiedere anche decisioni immediate sull'accettabilità o meno di un prodotto o di un servizio.
Normalmente l'agenzia ispettiva è chiamata a controllare inizialmente il sistema di controllo qualità della fabbrica, a verificarlo periodicamente ed a prelevare esemplari del prodotto dalla fabbrica e dal mercato, con l'invio
al laboratorio per l'esecuzione delle prove di controllo.
 
Enti di certificazione
L'ente di certificazione deve essere diretto da organi (Consiglio Direttivo e Commissioni di Approvazione), in cui siano rappresentate equamente tutte le categorie interessate e avere personale proprio sotto la responsabilità di un direttore a tempo pieno, in modo da garantire indipendenza da interessi commerciali legati a prodotti o servizi da
certificare.
L'accesso alla certificazione non deve essere legato all'appartenenza a determinati gruppi o associazioni.
Le regole del sistema di certificazione devono essere scritte e disponibili, e devono precisare tutte le fasi della certificazione, le visite preliminari, le prove di tipo, le prove di controllo successive.
L'ente di certificazione deve utilizzare per le prove e le visite, laboratori ed agenzie ispettive che rispondano ai requisiti in precedenza specificati.
Deve essere pubblicato ed aggiornato periodicamente l'elenco dei prodotti certificati.
Nel caso di utilizzo di un marchio di conformità, esso deve essere registrato, ed ogni utilizzo scorretto va perseguito.
Se, infatti, nelle prove di controllo vengono riscontrati motivi di non conformità, viene informato il cliente invitandolo ad eliminare i difetti entro un termine fissato; nei casi più gravi o recidivi, viene imposto di sospendere la produzione del componente o apparecchio marchiato. Essa potrà essere ripresa soltanto dopo che un'adeguata nuova campionatura abbia superato tutte le prove di riesame.
Se anche questa successiva campionatura avrà esito negativo, l'ente di certificazione ha la possibilità di revocare la concessione d'uso del Marchio per il prodotto interessato.
L'Istituto Italiano del Marchio di Qualità svolge in Italia le funzioni di Ente di Certificazione in vari settori tra i quali quello dell'illuminazione; gli apparecchi vengono provati presso i propri laboratori, secondo le norme di
sicurezza elaborate e pubblicate dal CEI, che sempre più spesso sono basate su norme internazionali.
Numerosi sono i riconoscimenti ufficiali dell'attività IMQ. Vi è dunque la garanzia che il materiale elettrico in possesso del marchio IMQ sia costruito secondo le disposizioni normative e di legge e possa essere commercializzato in ogni Stato membro della Comunità Europea.
Sulla base del decreto del 23 luglio 1979 l'IMQ opera quale laboratorio incaricato di rilasciare certificati ai sensi della legge 791 del 18/10/1977.
Qualora, per prodotti giudicati 'non conformi', si arrivi al divieto di commercializzazione questo viene pubblicato sulla "Gazzetta Ufficiale", se conseguente a prove che l'IMQ ha eseguito su incarico del Ministero Industria.
I dati dimostrano una sempre crescente presenza sul mercato di apparecchi di illuminazione e relativi componenti marchiati IMQ'.
 
Attività di certificazione  dell'IMQ nel settore apparecchio di illuminazione e relativa componentistica
L'attività di certificazione dell'IMQ per il settore illuminazione/componenti ha avuto inizio nel 1972 ed è sempre stata in continua crescita, arrivando a 427 contratti del settore alla data del 31/12/1994, con circa 7.300 modelli base ammessi a marchio, corrispondenti approssimativamente a 17.500 articoli.
Tale sviluppo è stato determinato da una parte dalla volontà di alcuni costruttori intenzionati a qualificare la loro produzione, dall'altra dalla crescente richiesta di prodotti certificati, e di conseguenza oggettivamente affidabili, da parte degli utilizzatori. Oggi infatti, il mercato è sempre più attento alle problematiche relative alla sicurezza.
Questo ha ovviamente contribuito allo sviluppo della conoscenza normativa nel settore. Sono sempre più numerose le aziende italiane che esportano i loro prodotti verso i mercati europei e la possibilità di unificare le norme, ed
avere quindi un comune denominatore "della sicurezza" in tutti i paesi europei, è un risultato altamente positivo.
Pur riconoscendo che non tutti gli ostacoli sono stati eliminati, va tenuto presente che questa tipologia di prodotti subisce un'evoluzione costante che deriva dalla produzione continua di nuovi tipi di lampade con conseguente
sviluppo, studio e realizzazione di nuovi apparecchi di illuminazione e relativa componentistica. Le normative del settore hanno difficoltà a stare al passo con l'evoluzione tecnica e, in alcuni casi, risultano essere inadeguate ai nuovi prodotti; questo porta quindi a difficoltà di interpretazione ed applicazione delle norme stesse. A dimostrazione, però, della volontà di unificare a livello europeo l'interpretazione e l'applicazione delle norme, sta il fatto che da oltre 9 anni è operante un gruppo di lavoro "Operational laboratory staff" formato dai rappresentanti di tutti gli Enti di approvazione europei. Tale gruppo si riunisce periodicamente e, sulla base delle diverse esperienze di
laboratorio, formula interpretazioni comuni alle norme ed eventuali suggerimenti all'ente normatore su come le normative possano essere modificate, al fine di renderle applicabili alle varie tipologie di apparecchi
di illuminazione e relativa componentistica.
A dimostrazione dei buoni risultati ottenuti per gli apparecchi di illuminazione e i relativi componenti vi è l'accordo CCA "CENELEC Certification Agreement". Tale accordo consente di ottenere l'approvazione degli Enti europei in tempi ragionevolmente brevi e senza la ripetizione di prove, mediante la presentazione agli istituti
di prova esteri di un rapporto di prova accompagnato dal relativo Certificato NTR "Notification of Test Results".
 
ENEC: IL MARCHIO EUROPEO PER GLI APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE
Il 1° gennaio 1993, che ha costituito formalmente l'inizio del mercato unico europeo, è stato contrassegnato da un fervore di iniziative tendenti ad eliminare le ultime barriere che ostacolano il commercio comunitario.
Nel campo dei marchi di conformità alle norme di sicurezza, vi sono varie iniziative che tendono a superare la situazione tradizionale dei marchi nazionali; infatti la necessità o l'opportunità commerciale di ottenere
ciascuno dei marchi nazionali dei paesi di commercializzazione comporta oneri e tempi tali da costituire ostacolo agli scambi, falsando in parte la concorrenza e costituendo un elemento di confusione sul mercato. Nel settore elettrotecnico la sicurezza è comunque tutelata dalla copiosa disponibilità di normative europee e nazionali, dai marchi di conformità di tipo volontario e dalle varie iniziative in atto per superare la situazione "nazionale".
Nel comparto dei cavi elettrici di bassa tensione è da tempo operante un marchio comune (HAR) riconosciuto in tutti i paesi dell'Europa occidentale. Ora ci si è avviati nella stessa direzione anche nel settore degli apparecchi di illuminazione e relativi componenti.
Infatti, nell'ambito del CENELEC, l'organismo europeo di normazione elettrotecnica a cui fa capo anche la promozione delle iniziative per rendere omogenea la certificazione nel settore, è stato definito nel giugno 1992 un accordo, il 'Lum Agreement', per dar vita ad un marchio unificato per gli apparecchi di illuminazione.
Il nuovo marchio denominato ENEC (European Norms Electrical Certification), è stato riconosciuto, per ora, dagli organismi di certificazione dei seguenti paesi: Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia,
Irlanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Olanda, Portogallo, Regno Unito, Spagna, Svezia, Svizzera. Per l'Italia, l'organismo di certificazione che ha sottoscritto l'accordo è l'IMQ. A fianco del marchio è obbligatorio riportare
il codice dell'ente di certificazione che ha rilasciato il marchio stesso al produttore. Nel caso di un prodotto certificato dall'IMQ si deve riportare il numero 03.
Il 'Lum Agreement' è un accordo volontario ed è applicabile a tutti gli apparecchi di illuminazione per i quali esistano norme europee unificate (norme EN).
Dal 1° gennaio 1993 un costruttore può ottenere per i propri apparecchi di illuminazione il marchio ENEC, al posto del marchio IMQ o unitamente allo stesso. Tale marchio è considerato equivalente al proprio marchio da parte di
tutti gli organismi firmatari dell'accordo e pertanto sarà riconosciuto come marchio di conformità da tutti i mercati dei paesi corrispondenti.  Di conseguenza il costruttore non dovrà più ottenere i singoli marchi di tali organismi eliminando gli ostacoli agli scambi descritti in precedenza.
A fine 1994 erano state rilasciate 248 certificazioni per 13 costruttori. La procedura per l'ottenimento del marchio ENEC è la stessa utilizzata per l'ottenimento del marchio IMQ, con le seguenti precisazioni:
gli apparecchi devono essere conformi alle norme europee EN della serie 60598, alle condizioni speciali nazionali di tutti i paesi aderenti ed alle limitazioni ENEC;
i costruttori devono avere un Sistema Qualità conforme alle norme EN 29002.
Tutti i 18 organismi firmatari operano in modo uniforme e armonizzato per le prove di tipo, per le visite ispettive in fabbrica e per le prove di controllo successive alla messa sul mercato. E' previsto che prove di controllo possano essere eseguite da qualsiasi organismo su campioni prelevati sul proprio mercato; ciò costituisce garanzia di serietà del sistema.
Dal febbraio '95 il Marchio ENEC si applica anche ai componenti per apparecchi di illuminazione. Questo importante  traguardo è stato raggiunto in particolare grazie alla spinta propositiva dell'industria italiana del settore. Pertanto le categorie di prodotti che possono usufruire del Marchio ENEC sono le seguenti:
apparecchi fissi di uso generale;
apparecchi da incasso;
apparecchi per illuminazione stradale;
apparecchi mobili di uso generale;
proiettori;
apparecchi con trasformatore incorporato per lampade a incandescenza;
apparecchi mobili per giardini e usi similari ;
apparecchi portatili;
apparecchi per riprese fotografiche e cinematografiche;
apparecchi mobili tipo giocattolo;
apparecchi per palcoscenici, studi televisivi e cinematografici;
apparecchi per piscine e usi similari;
apparecchi a circolazione d'aria;
catene luminose;
alimentatori, accenditori e starter;
portalampada.
 
Fonte testo:
Lorenzo Fellin, Gianni Forcolini, Pietro Palladino, Manuale di Illuminotecnica, Tecniche Nuove, Milano, 1999