Posto
esattamente tra le Torri di Unicredit,
che sovrastano Piazza Gae Aulenti e le
Torri Garibaldi
, il nuovo edificio per Uffici progettato dallo studio Goring&Straja Architects aggiunge
un importante tassello all'intervento di rivalutazione dell'area di Porta Nuova
e alla creazione di un nuovo polo direzionale di Milano.
L'intervento
di riqualificazione di un edificio pre-esistente è il frutto di un concorso
internazionale indetto da Generali Real Estate che ha generato una sfida progettuale importante finalizzata
soprattutto al raggiungimento di tre obiettivi: massimizzare il potenziale del
fabbricato esistente; rendere più omogeneo l'impatto dell'edificio con il
contesto; porre un'attenzione particolare sulle tematiche ambientali e di
risparmio energetico.

L'edificio
Il corpo di
fabbrica risulta sviluppato su 9 piani fuori terra oltre a 4 livelli di piani
interrati e si estende per circa 13000 m2. Un'efficiente riorganizzazione degli
spazi e l'aggiunta di un nuovo livello hanno portato l'intero isolato a un
carattere volumetrico più omogeneo e riconoscibile.
Questo è un esempio molto azzeccato di
quello che sarà il futuro
- racconta l'architetto André Straja, studio Goring&Straja Architects
- il recupero di vecchi edifici finalizzato
alla conservazione della loro struttura originale. Le scelte progettuali sono
state influenzate dalla particolarità di essere un edificio ad angolo
affacciato direttamente su uno spazio così importante a nord. Dal punto di
vista dello sfruttamento solare, questo spiega l'assenza totale di brise-soleil
o altri elementi di ombreggiamento sulla facciata principale. A sud abbiamo
seguito un approccio completamente diverso, molto più chiuso, e questo si è
sposato anche bene con la città: da sud si arriva da una piccola strada - Corso
Como - piena di vecchie case, con aperture piccole e muri dominanti, invece
dall'altro lato l'immobile guarda la nuova Milano, che chiaramente rappresenta
una visione molto più moderna, molto più trasparente, molto più vetrata
”.
Acciaio,
alluminio, pietra, vetro, sono alcuni dei materiali utilizzati. Una scelta
compositiva finalizzata alla ricerca di un equilibrio tra la massima semplicità
geometrica dell'architettura costruita, e la massima complessità del luogo in
cui si inserisce.

Comfort interno
Così come
per l'esterno, anche gli interni hanno seguito una rigorosa progettazione,
mirata all'identificazione delle soluzioni di design più avanzate e a garantire
un'altissima qualità di vita all'interno dell'edificio.
Si tratta di un immobile che punta alla
certificazione LEED Silver
- spiega l'architetto Cristiana Cutrona, studio re value - e
questo implica uno stimolo, mi piace dire, anziché un vincolo per il
progettista degli interni molto importante. La certificazione LEED, infatti,
non è solo legata ad una questione di efficientamento energetico dell'immobile;
più in generale c'è la spinta verso un innalzamento dei livelli qualitativi
dell'ambiente interno
. In un ambiente lavorativo moderno il concetto trainante
e fondamentale è che la postazione di lavoro non è più il singolo desk, ma è
l'insieme di tutte le varie tipologie di ambienti che corredano la postazione
di lavoro. Una delle caratteristiche di questo progetto è stato quello di
volere fin dall'inizio coniugare la soluzione migliore dal punto di vista
illuminotecnico con la soluzione migliore dal punto di vista acustico
”.

Efficienza energetica ed impianti
Un altro fondamentale
aspetto che ha distinto l'intervento di recupero del nuovo edificio è il
raggiungimento di altissimi standard anche in materia di prestazioni
energetiche, di contenimento dell'energia impiegata e di controllo delle fonti
inquinanti.
L'impianto è
costituito da un sistema tradizionale aria primaria e ventil-convettori. “L'aria primaria è garantita da due unità di
trattamento aria da circa 20.000 metri cubi/ora con un sistema di recupero del calore
ad altissima efficienza
- spiega l'ingegner Alberto Villa, General Planning - la progettazione è stata pensata con l'ottica del risparmio energetico
su tutti i fronti. Per la produzione di energia termica e frigorifera sono
stati utilizzati due gruppi polivalenti di Climaveneta,
(ERACS2-Q/XL-CA-E/S 2622)
aventi altissima efficienza e per i picchi estivi una pompa di calore
tradizionale
(RECS/SL/S 1562).
Questa scelta porta, soltanto per il consumo di riscaldamento durante la
stagione invernale, ad un risparmio in termini di energia primaria pari a circa
il 40%
rispetto ad una soluzione tradizionale con caldaia a condensazione. In
termini economici questo si traduce in un risparmio di circa 30-40.000 euro e
in un tempo di ritorno dell'investimento di circa 5 anni. I prerequisiti
richiesti dalla procedura di certificazione LEED hanno imposto dei ridotti
consumi di acqua potabile. Questi prerequisiti sono stati ottenuti mediante la
realizzazione di un vasca di raccolta di acqua piovana che alimenta una rete di
acqua duale che alimenta poi le cassette dei servizi igienici. Inoltre sono
state installate delle rubinetterie a basso consumo idrico, che hanno portato
ad un risparmio del consumo d'acqua del 55% rispetto ad un sistema tradizionale
”.

L'installazione degli impianti, essendo l'immobile situato in
un'area caratterizzata da una grande attività di cantiere e affacciandosi sulla
principale arteria viabilistica della zona “ci sono stati molti problemi da risolvere - spiega l'ingegner Ambrogio Meregalli, direttore
tecnico della Meregalli Impianti Termotecnici s.r.l.
- perché l'impianto era in un fabbricato esistente che è stato demolito,
sventrato, messo a nudo e quindi poi tutto rifatto di nuovo, con una logistica
e problemi di cantiere abbastanza significativi. Abbiamo lavorato in una zona
centrale di Milano dove le consegne dei materiali dovevano avvenire la mattina
presto, dove c'erano problemi di viabilità e dove c'erano problemi perché
intorno a noi si stava costruendo la nuova linea metropolitana
”.

Si ringrazia AXA Assicurazioni S.p.A per le riprese

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