Testo e immagini a cura di Carlotta Eco




Nuovamente rotonda sul mare
Testo e immagini a cura di Carlotta Eco

SCHEDA PROGETTO

Luogo: piazzale della Libertà,
Senigallia
Committenza: Comune di
Senigallia
Progetto generale e primo stralcio esecutivo:
prof. ing. Silvio Albanesi, arch. Alberto Bacchiocchi, ing. Gianni G. Barrica,
arch. Fabio M. Ceccarelli, ing. Manuela Manenti
II Stralcio
Esecutivo:
arch. Gabriele Belardinelli, ing. Stefano Capannelli, ing.
Franco Ferri, ing. Maurizio Urbinati, ing. Loris Solidoro e
associati.
III Stralcio Esecutivo: arch. Alberto
Bacchiocchi, T.E.A. di Roberto Mancini p.i. & C sas, ing. Franco Frezzini.

Impresa prima fase :Torelli e Dottori
Impresa
seconda fase:
ditta Polsini
Imprese per opere di
completamento e finitura:
Bigelli Marmi srl, Senigallia; Bordi
Metalmeccanica srl, Marotta; Edil Saver srl, Roma; Fabbri srl, Senigallia; Linea
inox snc, Jesi; Romagnoli Mario Lavorazione Acciaio Inox, Chiaravalle; Su.le.ma.
Infissi in Alluminio, Senigallia; Vetreria Misa, Senigallia.
Tempi
progetto:
prima fase 1998-2001, seconda fase 2003-2006, terza fase
2006
Tempi di realizzazione: prima fase 1998-2001, seconda
fase 2003-2006, terza fase 2006
Superficie ristrutturata:
2500 mq ca
Costo complessivo: 4,5 milioni di
euro
Fotografie: archivio arch. Alberto Bacchiocchi

Vedi la SCHEDA
ARCHITETTO

Sono terminati nel 2006 i lavori del cantiere di recupero dello storico
edificio conosciuto con il nome "rotonda sul mare" di Senigallia. Reso immortale
nell'immaginario popolare grazie alla celebre canzone di Fred Bongusto,
"sospeso" sull'acqua e pensato come luogo di svago dotato di ristorante, sala
cinema e sala da ballo, l'edificio ha subito nel corso dell'ultimo secolo
numerosi interventi di modifica. Nell'ultima fase di ristrutturazione, iniziata
con un concorso nel 1998 e terminata appunto nel 2006, esso ha finalmente
ritrovato la sua forma originaria. L'intervento di restauro ha determinato un
ripristino non solo strutturale e funzionale dell'edificio ma anche di tipo
morfologico. Il risultato è stato accolto, come nella maggior parte dei casi di
recupero di edifici storici, fra plausi e polemiche proprio per il forte
significato simbolico che questa architettura balneare, riconosciuta fra gli
esempi di architettura del razionalismo italiano, si è caricata nel corso del
secolo scorso.

due viste degli anni'50, la
palancolata, la piattaforma oggi

Breve storia della rotonda originaria

Il progetto originario della rotonda è opera dell'ing. Enrico Cardelli che
nel 1933 fa realizzare la piattaforma in cemento armato sulla
quale poggia l'edificio a pianta centrale. La costruzione è incentrata su un
salone circolare (16 metri di diametro), coperto da una cupola a tutto sesto,
intorno al quale si organizzano gli spazi di distribuzione e di servizio. Due
corpi a forma di abside, posti lungo un asse parallelo alla spiaggia, accolgono
i corpi scala; lungo l'asse perpendicolare, invece, si sviluppa un volume
rettangolare d'ingresso. Da qui si diparte a sua volta il percorso del pontile
(lungo ottanta metri e largo quattro) che conduce sino a terra e contribuisce
fortemente a caratterizzare la Rotonda. Dal lato opposto del corpo di fabbrica
un percorso colonnato si apre sul mare. Ma già pochi anni dopo la sua
realizzazione (1939) la struttura portante mostra dei cedimenti
e si rendono necessari "inderogabili opere di consolidamento delle strutture
portanti" che porteranno a lavori di risanamento (1949). Oltre
all'aggiunta di elementi diagonali nella struttura sottostante la terrazza viene
modificato l'impianto: la forma della piattaforma pedonale da tonda diventa
trapezoidale.

la rotonda nel 1933 (1,2) stato
di abbandono(3,4)

Abbandono e rinascita

Sino agli anni settanta la Rotonda vive la sua stagione d'oro per poi
rimanere in stato di abbandono per oltre un decennio. Negli anni
ottanta del secolo scorso la struttura viene trasformata in
discoteca: lo spazio perimetrale esterno a colonne viene chiuso da tamponamenti
e, all'interno, viene costruito un soppalco perimetrale intorno al salone
centrale con l'aggiunta di due scale. Infine, nel 1992, un
incendio completa l'opera di distruzione ma, nel contempo, diviene l'occasione
per iniziare a pensare a un intervento filologico di ristrutturazione e
ripristino.

Il cantiere nell'acqua

Come in tutti i cantieri "acquatici", per prima cosa è stata realizzata una
palancolata in acciaio: un recinto costruito per mezzo di setti di lamiera
corrugata rigida, ancorati fra loro (tipo larrsen) e "infissi" nel terreno a
battuta per mezzo di speciali macchine. Una volta delimitata l'area di cantiere
il recinto, completamente stagno, è stato svuotato dell'acqua marina per mezzo
di speciali pompe tipo wellpoint: la tecnologia che permette di raccogliere
l'acqua attraverso grossi aghi di aspirazione piantati a perimetro nel terreno
collegati poi a un tubo di raccolta che permette di ributtare in mare il liquido
raccolto.

la palancolata e le
pompe(1),fasi del cantiere del 2001 (2,3,4)

I nuovi pilastri

Il ripristino strutturale si è reso indispensabile per alcuni elementi: i
pilastri della piattaforma, la copertura a tutto sesto e le solette. Numerose
sono state le cause che hanno arrecato danno ai pilastri fortemente compromessi:
l'azione delle onde del mare e la corrosione dovuta all'ambiente salino, i
rimaneggiamenti strutturali dovuti ai primi errori di progettazione strutturale
e infine, ma non ultima, l'azione del sisma del 1972. Lo stato di degrado ha
reso quindi necessario un intervento di incamiciatura che ha modificato
notevolmente la sezione che risulta ora più massiccia. Questa soluzione,
tuttavia, ha permesso di liberare i pilastri annegati nel mare da tutte le
strutture diagonali aggiunte nel corso degli anni amplificando l'effetto
galleggiante della piattaforma. A complicare le cose si è aggiunto il problema
dell'ancoraggio dei pilastri nel fondale marino: infissi, in origine, per una
profondità di nove metri, essi avevano infatti perso la solidità con l'argilla
del sottofondo. La soluzione è stata così quella di aggiungere un plinto in
cemento armato in corrispondenza di ogni pilastro al quale ancorare a loro volta
una serie di micropali, della profondità di 25 metri, in grado di raggiungere
nuovamente un substrato solido.

stato di degrado dei
pilastri(1,2,3), pilastri incamiciati (4)

pilastri nuovi della
piattaforma(1)e del pontile(2),ripristino delle aperture(3,4)

La ricostruzione architettonica

Un attento studio di ricostruzione geometrica e di ridisegno degli elaborati
progettuali del 1930 ha permesso al gruppo di progettazione di ripristinare la
morfologia architettonica originaria della Rotonda. La terrazza, ricostruita
completamente, ha così potuto ritrovare la sua forma "a conchiglia". I pilastri
del lato fronte mare sono stati liberati dai tamponamenti ricreando il percorso
coperto esterno e ricreando le aperture retrostanti originarie. Il soppalco
interno al salone è stato demolito per essere ricostituito con una forma più
leggera (in acciaio e vetro extrachiaro) che permettesse la percezione dello
spazio interno a tutta altezza. L'iniziale pavimento in palladiana di marmi
colorati è stato ricostruito per tutto il piano terreno in modo che la
superficie uniforme potesse nuovamente esaltare la fluidità degli spazi che sono
tutti collegati fra loro.

il rifacimento delle solette
dell'interno e della terrazza

Il progetto illuminotecnico

Data la vocazione di locale notturno della Rotonda, grande importanza è stata
data al progetto illuminotecnico sia dell'esterno sia dell'interno. Gli
apparecchi sono stati studiati in modo da fondersi cromaticamente con
l'architettura di giorno ed esaltare, invece, le forme durante la notte. Così,
il colore degli apparecchi è stato scelto in funzione della tinta della
superficie muraria che gli fa da sfondo. I fasci di luce durante il buio sono
stati orientati in modo radente sul mare, per sottolineare l'effetto di
galleggiamento della piattaforma, e in modo più concentrato, invece, sul corpo
di fabbrica. Grazie all'uso sapiente della contrapposizione fra luce e ombra, i
progettisti sono riusciti a esaltare le caratteristiche architettoniche della
rotonda: ora la calotta di copertura illuminata poggia su una fascia orizzontale
nera (costituita dalla terrazza e dal coronamento lasciati al buio) che si
stacca, in tal modo, dal corpo di fabbrica principale a sua volta "bianco" per
via della luce. All'interno, invece, si è puntato sulla versatilità funzionale
del salone centrale dotato di un binario tecnico ad anello in grado di portare
apparecchi adatti ad ogni genere di attività.

La rotonda oggi