Nuove cosmesi urbane

Si moltiplicano le architetture che affidano appartenenza e significato al loro involucro piuttosto che alla loro spazialità interna. Con esse si registra la perdita di significato dei temi assegnati tradizionalmente al rivestimento esterno degli edifici ed emerge una nuova strategia di comunicazione: materiali, nuove figurazioni e tecnologie multimediali sono applicate oggi alla ricerca della massima persuasione e della più efficace "informazione" nel complesso fenomeno della città contemporanea.
Il parzializzare la complessità del fenomeno architettonico ponendo l'attenzione alla sola facciata sembra non considerare l'architettura come la risultante della triade vitruviana ovvero la sintesi fra la firmitas, la utilitas e la venustas. Prevale tuttavia nel contemporaneo il valore comunicativo dell'edificio piuttosto che l'organicità dei rapporti fra le membrature del manufatto, le funzioni che si svolgono al suo interno e l'assetto figurativo. Questo problema assume dimensioni e aspetti particolarmente significativi se confrontati con il più generale processo di "mediatizzazione" della cultura e della vita quotidiana. L'architettura contemporanea va sempre più sfuggendo la sua messa in forma, la sua corporeità. La plasticità del costruire si dissolve in un gioco performativo di pure immagini. La maschera, l'epidermide superficiale dell'edificio della facciata scompone e ricompone sulla propria superficie infinite figure.
Il contesto, dai caratteri sempre più assimilabili a un insieme senza forma, spinge d'altronde verso la concezione di architetture dalla forte individualità dove soprattutto uno speciale studio della fisiognomica ne caratterizza i contorni all'interno del vuoto urbano. L'architettura diventa installazione: così come nell'arte contemporanea interviene sull'ambiente per trasformarlo in un altro. Nell'impossibilità di relazionarsi alla città storica, in termini di implicazioni ideologiche, di linguaggio o di continuità nei tessuti, si impone dunque agli edifici una forte volontà individualistica, un comune atteggiamento decontestualizzante, l'intenzione di costruire "qualità" in un luogo indipendentemente dalla qualità di quel luogo.
Gillo Dorfles si domanda quanto sia ancora importante, nell'ambito del problema "pelle" della costruzione lo scheletro, fino a che punto dobbiamo rimanere succubi dell'antico trilitismo, "se è vero che dallo stato della pelle un buon dermatologo è in grado di giudicare le condizioni dell'intero organismo - scrive in un articolo apparso nel 1988 su "L'Arca" - perché non concedere anche alla pelle architettonica di svolgere, non solo un ruolo di rivestimento, di cosmesi, ma quello di una vera e propria identità strutturale?". La soluzione pare risieda quindi in un'effettiva rivalutazione della pelle architettonica. Jean Baudrillard, in L'altro visto da se del 1987, replica che "Qui sta la nostra unica architettura d'oggi: grandi 'schermi' su cui si riflettono gli atomi, le particelle, le molecole in movimento. Non una scena pubblica, uno spazio pubblico, ma dei giganteschi spazi di circolazione, di ventilazione, di effimero inserimento". Sono concetti come "superfici di narrazione", coppie di opposti come "opacità e trasparenza", coppie di analoghi come "membrane e filigrane", "diaframma ed epidermide", "faccia e interfaccia" "schermo e segno", "pelle e percezione", "semantizzazione e tessitura" a descrivere le nuove facciate. Progettare grandi superfici-immagine, grafiche e non, in funzione della velocità del flusso della comunicazione significa provocare una percezione nuova, comporta la modificazione degli spazi e delle forme della visione. Nella pratica, questo atteggiamento si traduce in un'operazione di ingrandimento, di enfasi, di sviluppo del fuori scala, dell'eccesso. Le architetture che per i loro rivestimenti possono assumere la denominazione di "ipergrafica" hanno la potenziale funzione di erigersi a segnale, rappresentando esse stesse un simbolo, un "logo", un trade-mark di dimensioni gigantesche. L'architettura contemporanea esibisce dunque attraverso la sua pelle, una volontà di efficacia comunicativa capace di competere, nell'era telematica, con quella "virtuale" del cinema e della televisione.
Nelle singole architetture, al carattere di ricercata omogeneità che si riconoscono come attributi positivi per un opera di ricucitura dei tessuti urbani, si oppone la ricerca di individualità e distinzione dei luoghi della città destrutturata. In questi ultimi anni come negli studi di fisionomica, al volto, alla pelle, ai tratti somatici esterni delle architetture, si affidano compiti autonomi nella definizione del loro carattere interno, dei loro contenuti di uso specifico, di ruolo e di significato nel rapporto con la forma urbis. Come interventi puntuali, di forte contenuto simbolico e comunicativo, i nuovi edifici si fanno garanti di interazione tra sistema informativo e sistema urbano, di una nuova identità di luogo, di una rinnovata identità di luogo, di una rinnovata qualità spaziale ed estetica. Progettare superfici-immagine, in questa logica, farsi interpreti di una esigenza di nuova percezione e provocare la modificazione degli spazi e delle forme stesse della visione architettonica, creare un'estetica in grado di relazionarsi alle consuetudini dei media e delle logiche pubblicitarie.
In un edificio può esserci una corrispondenza più o meno diretta tra la facciata e le altre componenti architettoniche che caratterizzano il suo interno, ma la maggiore o minore autonomia che questa assume nella composizione generale non ne diminuisce il ruolo primario di mediazione, di definizione e di limite, tra una precisa condizione privata e la sua rappresentazione scenica in pubblico. I progettisti si trovano a impiegare oggi componenti e soluzioni per facciate continue connotati, in forma palese o implicita, da una forte complessità tecnologica e da un crescente contenuto innovativo. L'evoluzione tecnologica nel settore della serramentistica, e in particolare nelle tecnologie di produzione del vetro, permettono oggi al progettista di intendere l'involucro edilizio non più come una rigida barriera di separazione tra interno ed esterno, bensì come un filtro dinamico in grado di rispondere correttamente alle esigenze di benessere e di risparmio energetico in funzione delle sollecitazioni interne ed esterne. Innovazione di prodotto e innovazione di progetto comportano per tutti gli operatori un approccio più attento ed informato che può trovare risposta adeguata solo in una sempre più accurata conoscenza dei prodotti e delle soluzioni disponibili. Di qui l'importanza - tra l'altro - dell'informazione tecnica, che riveste specifico interesse applicativo soprattutto se basata su una stretta collaborazione tra fase di produzione, di progettazione e di messa in opera. Infatti l'innovazione di prodotto si manifesta oggi secondo diverse valenze che non sono solo strettamente tecniche. Tra queste spiccano ad esempio - per il rilevante valore aggiunto e per i risparmi consentiti al committente - l'assistenza pre-vendita e post-vendita, la certificazione del prodotto e la qualità aziendale garantita da enti terzi. Pertanto le tematiche trattate nel Quaderno riguarderanno l'evoluzione e l'innovazione tecnologica di prodotti e componenti. Inoltre verranno affrontate le problematiche riguardanti la qualità del prodotto, l'informazione tecnologica e il suo trasferimento dal mondo produttivo a quello della progettazione.

Bibliografia
J. Baudrillard, L'altro visto da sé, Genova, Costa & Nolan 1987 (opera originale: L'autre par-méme, Galilèe, Parigi 1987)
Bauen mit Naturstein, in "Detail" settembre 1999
Bauen mit Glass, in"Detail" aprile-maggio 2000
D. Colafranceschi, Architettura in superfici: materiali, figure e tecnologie delle nuove facciate urbane, Gangemi Editore, Roma 1995
D. Colafranceschi, Sull'involucro in architettura, Herzog, Nouvel, Perrault, Piano, Prix, Suzuki, Venturi, Wines, Edizioni Librerie Dedalo, Roma 1996
G. Dorfles, La pelle e lo scheletro, in "L'Arca" n° 19 settembre 1988
G. Fanelli, R: Gargiani, Il principio del rivestimento: prolegomeni a una storia dell'architettura contemporanea, Laterza, Roma, 1994
M. A. Opici, Facciate continue: una monografia, Tecnomedia, Milano 1990
P. Paganizzi, I rivestimenti di facciata, Libreria Progetto Editrice, Padova 2000
Pareti ventilate, numero monografico di "Materia", n° 31, 2000
L. Pedrotti, La flessibilità tecnologica dei sistemi di facciata: evoluzione delle tecniche di produzione e di assemblaggio, Franco Angeli, Milano 1995
E. Pozzi, I sistemi di facciata, BE-MA, Milano, 1987
G. Verga, Le facciate del XX secolo: aspetti tecnici, legali, assicurativi della manutenzione e del recupero, CLUP, Milano 1988

Tratto da "La pelle degli edifici", supplemento di AREA n. 64, Federico Motta Editore

La città ideale, Galleria Nazionale delle Marche, Urbino

La città ideale, Galleria Nazionale delle Marche, Urbino

Toyo Ito, Egg of Winds, 1990-91

Toyo Ito, Egg of Winds, 1990-91