NUOVI LAICI CAMPANIA
Diego Lama


 

Tutto  il materiale realtivo all'esposizione d'Architettura LABORATORIO ITALIA 2005 è presentato all'interno del portale www.floornature.it

"L'esausto è molto più dello stanco: lo stanco ha esaurito solo la messa in atto, mentre l'esausto esaurisce tutto il possibile. Lo stanco non può più realizzare, ma l'esausto non può più possibilizzare." Gilles Deleuze
Il centro culturale della Campania è costituito da Napoli che continua ad essere un grande attrattore per tutti i comuni della Regione. Ma il capoluogo (spesso sulle prime pagine dei giornali per emergenze come camorra, rifiuti e alluvioni) è sull'orlo di una profonda crisi sociale che ha molti responsabili: la criminalità, l'assenza d'opposizione politica, la sfiducia degli intellettuali e dell'esausta classe dirigente. I napoletani vivono oggi un disagio psicologico forte, tanto più pericoloso perché giunto inaspettato dopo l'entusiasmo e l'esaltazione degli ultimi anni caratterizzati dall'amministrazione Bassolino, gli anni della "rinascita" (ma anche l'esaltazione a volte è indice di malessere).
Forse però, facendo una riflessione meno emotiva, scopriamo che la realtà partenopea non è così drammatica come le opinioni generali ci fanno credere. Esiste infatti un settore - l'architettura - che, nonostante la crisi generalizzata, è oggetto di una piccola rivoluzione culturale in grado di determinare presto, forse, sviluppo economico, modernità e  rinnovo culturale. Anche se (fatta eccezione per la città di Salerno), da tempo la Campania non è al primo posto nelle classifiche nazionali, né per ciò che concerne le università (patologicamente ultime nelle graduatorie nazionali da molti anni), ma anche per le iniziative, gli architetti e perfino la creatività (trentaduesima a giudicare dall'analis svolta recentemente da uno studio anglosassone), qualcosa però sta mutando. Per capirlo basta paragonare il presente con gli anni precedenti.
Durante la "rinascita" non sono stati mai organizzati concorsi di architettura per Napoli; oggi se ne bandiscono molti, anche importanti come quelli recenti per il Fronte del Porto o per Bagnoli (gli esiti non sono sempre convincenti, ma almeno si discute). Durante l'amministrazione Bassolino non si realizzava architettura, a parte pavimentazioni o panchine: quel periodo non ha lasciato segno materiale sulla città; oggi molte star internazionali dell'architettura - Zhah Hadid, Perrault, Siza, Fuksas - portano in città i frutti della loro ricerca. Solo pochi anni fa i politici facevano uso dell'architettura per motivare l'origine di tutti i mali o, nel migliore dei casi, era un argomento tabù, la parola stessa veniva confusa con abuso, speculazione edilizia, rovina del patrimonio ambientale; oggi sono propri i politici a cavalcare il potenziale innovativo dell'architettura con grandi conferenze stampa. Gli anni attuali - della decadenza - non sono anni bui per l'architettura napoletana, al contrario saranno ricordati come un momento di grande trasformazione materiale e intellettuale della città. I Nuovi Laici della Campania - che per esigenze di spazio sono un campione ridotto, anche se significativo - rappresentano proprio questo momento storico della cultura regionale e per questo sono stati scelti secondo precisi criteri tematici.
Silvio d'Ascia rappresenta un esempio importante di napoletano che, trasferitosi in Francia, a Parigi svolge da anni un'attività professionale considerevole, vincendo concorsi internazionali e realizzando edifici di grande interesse. Esistono molti altri campani attivi in Spagna, in Inghilterra, negli Stati Uniti: d'Ascia è l'archetipo ideale del Laico proteso verso il mondo internazionale anche se fortemente legato alla propria regione. Luigi Centola - originario di Salerno - rappresenta invece un intellettuale che, dopo molte esperienze fuori dai confini nazionali, trasferitosi a Roma, svolge attività di ampio respiro non solo nel campo della progettazione architettonica ma anche in quello della promozione dell'architettura in rete (è il fondatore del sito Newitaliablood) e nell'ambito di importanti iniziative territoriali (Valle dei Mulini ad Amalfi). Anche in questo caso vi sarebbero molti esempi analoghi, Centola rappresenta l'archetipo più chiaro di architetto/promotore culturale: una importante figura intermedia fra politica e progettazione. Gnosis è una considerevole società, composta da architetti quarantenni, molto radicata nella città di Napoli: tanti locali notturni, bar e ristoranti del centro sono stati firmati dal loro studio. Negli ultimi tempi, con successo, hanno vinto importanti gare di progettazione (Duomo di Pozzuoli). Anche per Gnosis vale il discorso precedente: essi, meglio di altri, rappresentano l'archetipo del professionista perfettamente integrato nella struttura sociale ed economica partenopea, proteso anche aldilà dei confini cittadini. Costanzo/Lanini, Tecla e Suburbia sono stati scelti perché rappresentano tre casi emblematici e autorevoli, relativi a realtà differenti del territorio regionale (da Napoli a Caserta) di giovani talenti attenti a processi culturali interni ma anche ben radicati oltre i confini regionali. I tre gruppi dimostrano, oltre ad una interessante attività professionale, una forte tendenza verso la ricerca, anche indipendente dall'università, caratterizzata da gran dinamismo intellettuale e notevole astrazione. Lorenzo Capobianco è invece un esempio di architetto giovane, impegnato sul piano della ricerca, ma anche dell'università, in una fase di delicata formazione della propria personale poetica. Esistono nella Regione molti altri trentenni preparati, colti, carichi di energie, tesi verso il mondo universitario: rappresentano la speranza della Campania. L'ultimo Laico, Michelangelo Russo, configura infine un esempio abbastanza diverso dagli altri: oltre ad essere impegnato sul piano professionale a Napoli e sull'intero territorio nazionale con progetti, concorsi e realizzazioni, è docente di ruolo (fra i più giovani in Italia) nella storica Università Federico II di Napoli. Egli ha il difficile compito - insieme a pochi altri professori - di sollevare le sorti di una scuola che necessita di essere profondamente rinnovata.
Napoli è una città stanca, ma non esausta. Grazie ai suoi giovani architetti - qui rappresentati solo da sette gruppi - è ancora in grado di immaginare un futuro possibile. I Nuoci Laici Campani sono il contrario di ciò che Deleuze definisce come uomini esausti: chi "mette fine al possibile".