testo e immagini a cura di Carlotta Eco




Nuovo parco al Portello, Charles Jencks e Andreas Kipar
testo e immagini a cura di Carlotta Eco
SCHEDA PROGETTO

Titolo: Nuovo parco urbano dell'area Nuovo Portello a Milano
Luogo: Portello , Milano
Committente: NUOVA PORTELLO s.r.l./AUREDIA S.r.l.
Progetto bonifiche: Ing. Carlo Toscanini
Progetto architettonico: Charles Jencks, Andreas Kipar (Land srl)
Collaboratori: Arch.Margherita Brianza, Arch. Giuliano Garello,
Arch. Francesca Peruzzotti, Geom. Simone Marelli, Arch. Mauro Panigo
Direzione lavori: Arch. Andreas Kipar (Land srl) - Arch. Giuliano Garello (Land srl)
Ingegneria geotecnica: Sembenelli Consulting
Strutture: Sayni&Zambetti
Project Management: Pirelli Real Estate
Impresa di costruzione: Cantieri Moderni (Bonifica),
Euroambiente (opere a verde)
Tempi di progetto: 2002-2005-2008 prima fase, 2009 seconda fase,
2011 terza fase
Superficie area: 65.000 mq 
Volumi di terra movimentati: m³ 290.000
Costo complessivo: 8.500.000,00 (compresi i costi di bonifica)
Fotografie: courtesy of Land srl

Vedi la SCHEDA ARCHITETTO

Il contesto

Sull'ex area industriale milanese del Portello sorgono ora le colline verdi di un nuovo parco urbano. Progettate da Charles Jencks e Andreas Kipar, esse sorgono sulle macerie della vecchia fabbrica dell'Alfa Romeo e sono costituite dal materiale di scavo di nuove costruzioni. La proprietà (Auredia s.r.l) ha infatti deciso di creare un parco in verticale per risolvere l'oneroso problema dello smaltimento delle macerie e delle enormi masse di terreno di risulta. Per questo, è stato stipulato un accordo con il Comune di Milano (un piano integrato di intervento PII) che, in cambio di uno sconto sugli oneri di urbanizzazione, prevede che la società ceda una parte del terreno e prenda in carico la realizzazione del parco pubblico.
L'operazione richiama quella del vicino Monte Stella, costruito nel dopoguerra, su disegno di Piero Bottoni con le macerie prodotte dai bombardamenti, e che offre ancora oggi uno sguardo privilegiato sulla città.
Le creste verdi del nuovo parco, invece, emergono all'interno di un comparto urbano di forma trapezoidale che si affaccia su una delle principali direttrici di entrata a Milano da nord-est e di cui fanno parte l'istituto ospedaliero Palazzolo e i nuovi interventi edilizi residenziali e commerciali previsti dai progetti degli studi Cino Zucchi Architetti e Gino Valle Architetti Associati.

prima versione di progetto (1) sezione di una delle colline (2)
inserimento progetto nel fotopiano (3) vista dall'alto della colllina a "s" (4)

Le curve di Charles Jencks

Per il disegno del parco è stato chiamato l'architetto-paesaggista inglese Charles Jencks, sin da subito affiancato da Andreas Kipar (Land srl). Insieme, i due hanno sviluppato sino agli esecutivi il progetto. Jencks, rispondendo a un desiderio del committente e in linea con la sua poetica, ha voluto tradurre i concetti di velocità e dinamicità della città nelle forme di un paesaggio artificiale. Il risultato è una composizione che si basa su tre colline. Due di esse, deformate e allungate, confluiscono l'una verso l'altra sino a creare un rilievo a forma di "s"; la terza, alta 22 metri, è di forma conica e, dalla sua base, partono due percorsi disposti a elica in modo che si possa risalire e poi riscendere la collina percorrendo due vie separate. I tre elementi racchiudono uno spazio interno (con un laghetto), che diviene così un luogo silenzioso e protetto dai rumori del traffico dalle grandi barriere acustiche verdi. A lato dell'area, un piccolo hortus conclusus - pensato soprattutto per i pazienti del vicino ospedale affetti dalla malattia di Alzheimer - introduce la visita al parco più grande. Nel suo insieme, il tema del percorso vuole richiamare il concetto di tempo rappresentato con allusioni simboliche e aforismi incisi all'interno delle pavimentazioni oltre che attraverso la presenza di una gran varietà di essenze distinte per periodo di fioritura.

viste dall'alto del cantiere durante le diverse fasi (1,2,3,4) 

Bonifica e movimenti di terreno

Le movimentazioni di terreno sono state precedute dalle operazioni di bonifica e di trattamento dei detriti dei padiglioni dell'ex Alfa Romeo. Opportunamente frammentati e separati, i detriti hanno costituito il substrato di base per rialzare l'intera area-parco di tre metri rispetto al livello stradale. A questo scopo è stato per primo costruito un recinto, un muro di cemento armato che corre lungo tutto il perimetro, in grado di contenere i detriti e la terra.
E' interessante notare come quasi il 30% dei costi di realizzazione siano costituiti dalla costruzione del muro e dalle numerose recinzioni in acciaio e dai parapetti interni (voluti dal Comune lungo tutti i percorsi sui crinali).

inizio dei lavori: i cumuli di terra (1) costruzione del muro di cinta (2),
riempimento del muro (3), il muro finito visto dalla strada (4)

Tre aree tre tempi

Il cantiere è stato suddiviso in tre fasi d'intervento; il primo step è stato realizzare il giardino pensato per gli anziani, oggi terminato e rigoglioso; la seconda fase di intervento ha coinvolto l'area più grande delle tre colline, e il suo completamento è previsto per il 2009. L'apertura del parco e del giardino è vincolata, purtroppo, al completamento della terza area, che prevede la realizzazione di un sottopasso stradale e la creazione dell'unica strada d'accesso per i veicoli al parco.
Sino al completamento di questo tunnel i cancelli del "Time walk", come stato battezzato il giardino da Charles Jencks, e dell'intero complesso, rimarrànno chiusi per ragioni di sicurezza.
Ma sarà questa l'occasione per permettere al parco e alle sue piante di raggiungere, indisturbato, una piena maturità di crescita. Sempre la terza area, divenuta proprietà della società Metropolitane Milanesi, comprende la realizzazione di un grosso volume tecnico, necessario al sistema di esalazione della galleria, escluso dal progetto architettonico e paesaggistico d'insieme: un'occasione persa per lo sviluppo di un tema compositivo che in molti esempi d'oltralpe è stato risolto in modo brillante.

fasi della costruzione della collina Helix (1,2,3,4)

fasi della costruzione del giardino per gli anziani (1) il giardino finito (2,3,4)

Terre armate

La tecnica di costruzione delle colline artificiali, una volta reperito il materiale, è abbastanza semplice. Il terreno, previamente selezionato, setacciato e miscelato a seconda delle varietà presenti sull'area, è stato raccolto in cumuli per mezzo delle scavatrici. Nel caso la pendenza dei cumuli superi i 30 gradi si rende necessario un rinforzo delle terre. Questa viene disposta a strati, circa ogni 50 cm, e coperta con teli di tessuto non tessuto per contenere la terra. Il lavoro dei topografi ha permesso di tracciare le curve e le inclinazioni, esattamente secondo le linee di progetto, per mezzo di una "stazione totale": uno strumento al laser per le misurazioni altimetriche. Particolare attenzione è stata dedicata alla logistica dei percorsi e delle piste per i mezzi pesanti (camion e scavatrici) creati per raggiungere le parti alte delle creste. Una volta completata la forma della collina hanno dovuto retrocedere chiudendo per sempre la strada ai veicoli.
Tutti i terreni e i volumi sono stati, infine, ricoperti con uno strato di almeno 40 cm di terra di coltivo (proveniente dallo scotico di terreno) poi tenuta assieme da un rivestimento in georete alla quale è stato affrancato anche il sistema di irrigazione.
Ai piedi di ogni collina è stata scavato un canale di drenaggio delle acque da scaricare in falda.

armatura del terreno (1,2) l'idividuazione delle pendenze (3),
sezione della collina armata (4) 

Idrosemina

Una volta creata la struttura delle colline in terra armata si è passati all'idrosemina, il sistema che premette di spruzzare sul terreno una miscela liquida costituita da sementi per prato, collante naturale, materiale inerte e colorante. Irrorata la terra con il sistema di irrigazione si è attesa la crescita dell'erba, che nel giro di un mese, ha dato i primi risultati. Per raggiungere, nel giro di circa tre anni, la piena maturità del prato sarà necessario ripetere l'idrosemina alcune volte. Parallelamente all'idrosemina sono iniziate le prime piantumazioni fra le quali anche quelle di essenze, in particolare aceri e platani, provenienti dalla Banca del Verde (l'onlus che si occupa di qualità del verde urbano).

l'impianto di irrigazione (1), fasi dell'idrosemina (2,3,4)

Manutenzione

La particolarità del nuovo parco, costituito da verdi scarpate e da pavimentazioni di materiali di tipo diverso (levocell, rizzarda) rappresenta per l'amministrazione comunale una sfida dal punto di vista della gestione e della manutenzione. Sarà necessario istituire una squadra di operatori specializzati e soprattutto acquisire macchine in grado di "mantenere in forma" le colline. 

posizionamento della georete (1), ripetizioni di idrosemina (2)
i primi tagli d'erba (3,4)