Nuovo sagrato e antiquarium del battistero paleocristiano di Nocera dei Pagani  
Progettista: Cherubino Gambardella
Committente: Soprintendenza B.A.A.S. (Salerno)
Progetto architettonico preliminare: 1989
Progetto architettonico esecutivo: 1997
Realizzazione: 1998-1999
Direzione dei lavori: Soprintendenza B.A.A.S. (Salerno)
Realizzazione: Impresa Ronga, Salerno.
 
Un cerchio, una duplice peristasi policroma, un anello di cinque colonne superstiti si specchiano nel fonte battesimale rivelando riflessi e densità del tufo giallo, del laterizio, del cocciopesto, dei marmi.
Così ho visto il corpo di un formidabile edificio tardo antico a Nocera dei Pagani nel centro della piana campana, in un territorio dove sorgeva la città romana di NucaeriaAlphataerna.
La rotonda Battesimale di Santa Maria Maggiore ricorda Santa Costanza e il  Battistero di Siagu in Tunisia. Dopo millecinquecento anni è giunta sino a noi nonostante terremoti, distruzioni, attacchi come quello di Ruggero il Normanno che distrusse Nocera risparmiando solo questa esoterica cavità di acqua e pietra. Nel settecento l'edificio si è salvato anche dal parere del Vanvitelli che voleva trasformarlo in cava per utilizzare a Caserta le splendide colonne in cipollino con i capitelli decorati in forma di delfini alla stregua di quelli di Villa Adriana a Tivoli.
Recenti campagne di scavo archeologico hanno cancellato il pendio di arrivo al monumento. Così, la rotonda non galleggia più sulla base di battuto e vegetazione originaria ma si erge tra scavi a quote diverse che arricchiscono di cromatismo e suggestione l'edificio.
L'incarico prevedeva il ripristino di un accesso diretto, e il nuovo disegno della piazza e del sagrato. Bisognava rendere visibili gli scavi archeologici, sistemare i reperti cavati all'interno, far leggere la complessità dell'insieme senza disperdere la chiarezza dell'impianto.
Ho deciso di fare solo quattro cose, molto precise e nette.
Osservando la forma dell'invaso esterno che agisce sulla piazza come una vasca incassata tra muri di contenimento in tufo giallo, ho scelto di accentuare questa delimitazione, quasi fosse un solco scavato.
Ho disegnato un nuovo ingresso. Una scala in tufo grigio pipernoide, ottenuta attraverso il parziale reimpiego di blocchi ritrovati in sito, conduce al sagrato.
Un muro ricurvo intonacato in bianco, nasconde la vista dello scavo archeologico concentrando l'attenzione del visitatore solo sul tempio rotondo e sull'imponente pronao cinquecentesco.
Il sagrato diviene un piano astratto ottenuto dalla giunzione di 1600 doghe di travertino di Montella, una base solida, visivamente netta per i caldi cromatismi tufacei della rotonda battesimale.
Ai due lati di questo basamento vi è lo scavo archeologico con i reperti sistemati in modo casuale, quasi affiorassero dalla terra o vi fossero appoggiati in attesa di un alloggio definitivo.
I reperti minuti, frammenti più piccoli che non avrebbero potuto essere lasciati all'aperto, sono stati sistemati nell'antica sagrestia trasformata in antiquarium.
Lì, il fianco del monumento è stato tagliato. Dove c'era un antico arco tamponato, un nuovo solaio distante dal bordo del battistero diviene un vero e proprio belvedere interno da cui ammirare il fonte e le colonne da un punto emozionante ed inatteso, tra basi di travertino abitate da frammenti lapidei.

Particolari Sezioni Pianta Planimetria Scorcio
Vista dall'interno