Il Prisma ha curato la completa riprogettazione dello storico palazzo milanese Carducci 14, il cui progetto originale risale al 1924. L’edificio è stato trasformato da sede di uffici a struttura residenziale di lusso che oggi ospita appartamenti, una corte, una sala polifunzionale e una villa urbana. Palazzo Carducci 14 va guardato dall’alto per cogliere le azioni progettuali con cui Il Prisma ha recuperato l’immobile. Si vedono così le nuove cappuccine rivestite in scandole di alluminio dialogare con la facciata principale restaurata. Un nuovo materiale per il nuovo volume, generato dal recupero del sottotetto, che si relaziona con la facciata dei primi decenni del Novecento caratterizzata da stucchi e cementi decorativi.

La chiave di interpretazione di questo progetto consiste nella relazione tra il restauro degli elementi di valore dell’antico e l’innovazione materica e tecnologica del nuovo. I due mondi sono tenuti insieme dall’idea di casa che soggiace all’intervento: calore, bellezza e senso dell’abitare in città hanno messo a sistema i singoli elementi. Lasciando il tetto con le sue cappuccine si nota, scendendo, il cortile interno. Questo si presentava come il tipico retro di un edificio residenziale (successivamente trasformato in uffici) con cortile dedicato alle attività produttive e oggi viene trattato come un vero e proprio nuovo fronte urbano. Qui si affacciano sia il volume a tripla altezza dedicato ad una villa urbana, frutto del totale rifacimento del corpo che chiudeva il cortile, sia i nuovi fronti interni a chiusura dei volumi in parte ridistribuiti (traslazione di superficie lorda di pavimento a completare la sagoma di uno dei corpi interni).

La villa offre un modo di abitare contemporaneo, con facciata interamente vetrata rivestita da una maglia metallica, Spa interna, parcheggio dedicato, giardino pensile e terrazza. Gli spazi contenuti negli altri due corpi celano, dietro la facciata ventilata rivestita in grès effetto Ceppo di Grè con terrazzini alla francese, appartamenti estremamente evoluti dal punto di vista della dotazione impiantistica (domotica e controllo energetico, edificio in Classe A) innestata su una distribuzione classica e signorile degli ambienti. Lasciando l’ex cortile si passa attraverso un magnifico ingresso, in mezzo a due colonne ioniche, sotto il soffitto a cassettoni e a lato dell’affresco riemerso durante i lavori, raffigurante la centrale idroelettrica di Vizzola Ticino. Ci si trova, dunque, in via Carducci 14, che torna ad essere un luogo dell’abitare civile, grazie all’intuizione del progetto di trasformazione dell’immobile non solo nei suoi elementi strutturali e materici, ma anche nelle sue modalità abitative, che ha permesso di recuperare l’antica destinazione residenziale.

Il tessuto urbanistico in cui si inserisce l’edificio è caratterizzato da immobili a uso prevalentemente residenziale verso ovest, mentre spostandosi verso il centro si sviluppa un’edilizia con uso prevalentemente terziario. L’edificio si trova quindi inserito su una linea che idealmente traccia un confine tra i due ambiti, prestandosi a declinazioni verso entrambe le destinazioni. Realizzato nel 1924 come edificio residenziale, con annesse porzioni a ufficio, cambia molto presto destinazione con i successivi ampliamenti e adeguamenti interni, diventando totalmente terziario. Il fabbricato ha uno sviluppo a L con un corpo principale di sei piani fuori terra prospiciente via Carducci e la corte interna, e uno secondario, nel cortile interno, che appare come un’aggiunta posteriore, di soli quattro piani. Chiude il lotto di proprietà una porzione di tre piani fuori terra, che affaccia a sua volta su un patio verso gli edifici più interni a funzione residenziale. L’edificio, pur presentando buone condizioni di mantenimento, presenta un unico fronte realmente di pregio, ovvero quello sulla via Carducci. La parte all’interno ha un fronte più semplice, di nessun pregio architettonico. Il valore storico è riconoscibile solamente attraverso il ricordo di finestre bifore, attualmente tamponate. Morfologicamente poco omogeneo per via di disallineamenti generati da porzioni a livelli diversi, che dal fronte principale si sviluppano in una sequenza di terrazzi andando verso il fondo del lotto, l’ambiente interno perde completamente la forte tensione e l’importanza che invece il prospetto su strada ha conservato negli anni e che connota anche l’androne di ingresso con il portico colonnato. Di ampio respiro infatti, con le sue cornici nella definizione dei tagli verticali e il soffitto ligneo a cassettoni, l’ingresso presenta caratteristiche in linea con la pregiata tipologia della facciata storica.

Operando nella stessa direzione in cui si muove la legislazione in materia di valorizzazione del patrimonio storico esistente, l’intervento che Il Prisma ha proposto per l’intero immobile è stato in primo luogo mirato alla rifunzionalizzazione dell’intero corpo edilizio, proponendo, mediante un intervento di manutenzione straordinaria con traslazione di slp e completamento di sagoma, un cambio di destinazione d’uso da uffici a residenza, in adeguamento alle vigenti normative in materia di strutture e contenimenti energetici. Contestualmente al cambio di destinazione d’uso , è stato recuperato il sottotetto a fini abitativi, nel rispetto e ai sensi dell’articolo 114 del R.E. Nei corpi di fabbrica principali si è resa necessaria una diversa articolazione degli spazi interni per migliorarne la fruibilità, nonché l’adeguamento dei collegamenti verticali mediante lo spostamento del corpo scale esistente e la realizzazione di un nuovo corpo scale, speculare al primo, utile ad una miglior distribuzione dei vari tagli immobiliari, dai monolocali ai plurilocali, sui vari piani.

La totale ricostruzione del corpo di fabbrica che chiude il lotto, su due soli livelli, primo e secondo, lasciando libero il piano terra per un’autorimessa coperta, dà invece origine ad un edificio completamente nuovo. Tale edificio, per via della sua conformazione autonoma, distribuzione spaziale ed estetica fortemente distinta dai corpi principali, è stata denominata “villa urbana”. La ridefinizione morfologica dei fronti interni ha rappresentato una buona opportunità per rivisitare anche l’aspetto estetico, inserendo elementi e materiali del tutto differenti da quelli esistenti, quali facciate ventilate in grès e lamiera metallica anodizzata, ampi loggiati e terrazzini alla francese, che donano pregio e ordine all’intero immobile. Per quanto riguarda la facciata principale che affaccia su via Carducci, ricca di fregi e decorazioni, un accurato intervento di risanamento conservativo l’ha riportata al suo splendore originario. Soluzioni impiantistico-tecnologiche all’avanguardia e finiture di pregio coronano il progetto di riqualificazione.