Palazzo del Governo  

Località: Santa Cruz de
Tenerife
Committente: Direccion General de Patrimonio de la
Consejeria General de Hacienda
Progettista: AMP arquitectos,
SL (Felipe Artengo Rufino, Fernando M. Menis, Josè M Rodriguez-Pastrana
Malagon)
Collaboratori: Almudena Lopz Villalba e Félix
Morales
Progetto strutture: Arcal
Consulenti per il
paesaggio
: Zona Verde e Agri-lev
Consulenti per
l'illuminazione
: IHD Ingenieros
Consulenti per le
strutture
: Obras & Construcciones Reyes
Datazione
progetto
: agosto 1996
Datazione realizzazione:
marzo 2000
Destinazione d'uso: Sede della Presidenza della
Giunta Regionale delle Isole Canarie
Impresa di costruzione:
ACS
Superficie costruita: 10.000
mq
Costo: 1.200.000000 pts

Può un vecchio cortile, un patio la cui importanza
culturale e storica travalica il proprio valore intrinseco per acquistarne uno
simbolico assai più ampio, trapiantare la propria anima antica in un edificio
moderno e trasferire in esso la propria essenza? Può un vuoto, definito da
facciate di legno lavorato, generare nuovi significati, nuovi spazi, nuove forme
coerenti con se stesso e tra di loro? L'edificio di AMP (Felipe Artengo Rufino,
Fernando Martin Menis, José M. Rodriguez-Pastrana Malagòn) di Santa Cruz di
Tenerife rappresenta un tentativo di dare una risposta affermativa a queste
domande. Quella sul rapporto fra vecchio e nuovo, e quella sulla relazione fra
vuoto e pieno. Il patio di casa Hamilton (XVIII sec.) era ed è, per Santa Cruz,
e per la Canarie, una delle architetture più significative del passato. La Sede
della Presidenza della Giunta Regionale delle Isole Canarie doveva rappresentare
un futuro da costruire all'insegna di una modernità che per essere tale non
sente il bisogno di rinnegare le proprie radici, di reciderle. E piuttosto pensa
se stessa come un innesto nel tronco di una storia antica. Per questa ragione le
facciate lignee settecentesche, riccamente lavorate, che facevano da cornice al
vecchio patio, smantellate nel 1973, ma conservate, sono state ora restaurate e
ricostruite al centro del nuovo palazzo, in un nuovo patio. Attorno a questo
vuoto si sviluppa il nuovo edificio; coniugando in una semplice giustapposizione
ricchezza e povertà di materiali: pietra bugnata e calcestruzzo a vista. La
neoclassicità recuperata viene subito reinterpretata linguisticamente.
L'impianto centrale perde la consueta staticità, e oltre i confini del vecchio
cortile si sfrangia, si irradia in sconnessioni che lo rendono dinamico, secondo
geometrie irregolari, che mettono in discussione l'ortogonalità delle linee
dell'edificio, anche negli alzati. Il 'gioco' dei materiali (calcestruzzo,
pietre differenti, legno) esalta questo incontro di vecchio e nuovo, lo
esibisce, senza far perdere nè all'uno nè all'altro la propria forte identità.
Sostengono gli autori che '...le geometrie irregolari e dinamiche dei nostri
progetti, Sono a volte un'estensione e una riflessione delle forme aspre del
paesaggio dell'isola"Come se il segreto di questa sintesi tra antico e moderno,
natura e opera dell'uomo stia proprio nella capacità di comprendere e
reinterpretare l'identità del luogo, con la sua topografia, le sue rocce
vulcaniche, i suoi colori. In realtà il palazzo, prima di dialogare con la
natura circostante, si impone nei contesto urbano. L'edificio, risultato
vincitore di un concorso nazionale del 1986, è in una zona storica della città,
dove si trovano la chiesa di San Teimo, la caserma di San Carlos e un gruppo di
grandi alberi, allori d'India. Nell'area dell'intervento è compreso lo spazio
pubblico la cui pavimentazione è composta tra blocchetti scuri in basalto, zone
che sembrano colate di lava, pietra vulcanica e vegetazione. Sullo sfondo la
catena montuosa di Anaga. All'esterno, i diversi volumi sono definiti dal
trattamento delle superfici che si alternano rendendo eclettica la composizione.
I prospetti sulla strada sono più compatti, la tripartizione dell'ordine è data
dai materiali e dal trattamento di questi: i primi due piani sono rivestiti in
lastre di basalto sbozzate irregolarmente nella forma del bugnato, il livello
sovrastante ha tra le finestre la stessa pietra levigata, richiusa superiormente
da un'ampia fascia di calcestruzzo a vista che in parte fa anche da parapetto ai
'tetto giardino'.
Le aperture in questa fascio si presentano come cesure,
sconnessioni, interruzioni di superficie, irregolari porzioni di materia
mancante, diverse nella dimensione e nel ritmo. Lievi sfalsamenti caratterizzano
il sovrapporsi dei livelli, piccoli slittamenti, come se i differenti materiali,
accostandosi in ragione di una volontà ordinatrice esterna, avessero mantenuto
ciascuno nell'orientamento una propria regola.
I prospetti verso il giardino,
sono invece più articolati, l'uso di diversi materiali caratterizza nettamente
la composizione dei volumi: più massive e chiuse le parti in pietro; lineari,
aperti, a sbalzo i volumi lasciati in calcestruzzo a vista. Le superfici con
paramento bugnato arrivano a terra come speroni di una fortezza, aperte da
sottili e serrate asole verticali, in contrasto con il 'sollevarsi' dei corpi in
cemento armato, caratterizzati da forti oggetti o 'sospesi' sulle ampie aperture
orizzontali. Infelici le luci a terra inserite nella pavimentazione esterna che
illuminano in modo radente l'edificio dal basso, falsandone il gioco delle ombre
e dunque anche la percezione visiva. Al piano terra, dove si trova l'ingresso si
collocano la biblioteca e la sala delle cerimonie (che ospita fino a 300
persone), al primo piano gli uffici, al secondo le sale del consiglio, della
giunta e spazi che si estendono all'aperto in terrazze a quote diverse. Gli
spazi tra i diversi ambienti sono definiti da diverse coperture. Come 'poggiati'
sopra il tetto giardino si trovano i locali privati della presidenza,
liberamente disposti tra superfici curve di lecorbuseriana memoria. Negli spazi
interni più importanti sono usate pietre di diverso colore provenienti dalle
isole Canarie: Tindaya di Fuerteventura nella sala delle cerimonie, pietra rossa
di La Gomera nel salone dei ricevimenti, pietra verde di Lanzarote nella
biblioteca... Artisti delle diverse isole hanno collaborato alle soluzioni
formali degli interni. Interessantissima la ricerca sulla plasticità del
trattamento del calcestruzzo negli interni, come nel soffitto della sala
consiliare, 'colato' in casseforme di legno 'sconnesse', (che lasciano, una
volta tolte, impronte di legni liberamente accatastati), dove si coglie
un'espressività scultorea veramente significativa, più vicina al linguaggio
dell'arte, alle sculture di Arnaldo Pomodoro ad esempio, che a quello della
costruzione.

Testo di Maria Argenti
Estratto
da Area n° 52 settembre/ottobre 2000, pag 64/73 Federico Motta
Editore

Sezione Appartamento del presidente Pianta piano terra e secondo Planimetria generale Interno
Esterno Esterno