Petersberg Residential Plant  

Località Zehlendorf-Berlino, Germania
Committente GIG Gruber, Berlino
Progetto Klaus Theo Brenner, Berlino
Progetto 1996
Realizzazione 1998-2000
Responsabile progetto Gerold Perler, Martin Puppel
Collaboratori Dirk Geschwind, Jochen Bauer, Alessandra Daloli
Paesaggista Büro Kiefer, Berlino
Direzione dei lavori GIG Gruber Ingenieurgesellschaft mbH
Strutture Ammann Kohlmann Linz
Impianti GEHAG, Ing. - Büro Zimmer
Superficie 12.929 m2
Costi Euro 98.127,14

Questo quartiere residenziale per impiegati statali, inserito nel vasto programma urbano della nuova Berlino capitale, costituisce un singolare esempio di edilizia sociale nel quale una tecnologia "impopolare" e "obsoleta" come quella della prefabbricazione pesante in cemento, trova una nuova rigorosa applicazione che coniuga una architettura di alta qualità con un impianto urbanistico particolarmente interessante.
Il progetto di "Am Petersberg" nasce da una serie di studi tipologici e costruttivi condotti da Klaus Theo Brenner sulla prefabbricazione in cemento i cui esiti hanno portato alla definizione ottimale di due tipologie residenziali classificate dal loro autore come edifici a T e ad U.
Il tema stesso del concorso, attraverso il quale fu affidato l'incarico, aveva come presupposto l'impiego di questa tecnologia costruttiva così che i tipi precedentemente studiati costituirono la base del progetto architettonico di Brenner e anche l'ispirazione per la concezione urbanistica dell'intervento.
La palese atopicità dell'operazione non è tuttavia casuale, né il frutto di un utilitaristico recupero di studi precedenti, ma costituisce l'asse concettuale che ha dato vita al progetto. Il retroterra culturale di tale concezione si ricollega per linea diretta alla "riforma edilizia" avviata nella prima metà del '900 da alcuni maestri europei, quali Loos, Ponti, Muzio, Tessenow, Glessner e altri, fondata sul legame tra tipologia edilizia e qualità tecniche ed estetiche dell'edificio concepito come corpo unitario, in alternativa alla visione gropiusiana e lecorbusieriana dei grandi agglomerati definiti da un disegno globale prefigurante la forma urbana compiuta.
L'idea di edificio come unità circoscritta che contiene insieme qualità tipologiche, costruttive ed estetiche possiede invece, attraverso diverse modalità di aggregazione, la capacità di realizzare parti di città dotate di forti potenzialità di integrazione con il corpo urbano, indipendentemente dal luogo dove gli interventi vengono realizzati.
Su questa base si è sviluppato il progetto di Brenner per Berlino-Zehlendorf, un piccolo quartiere residenziale di 15 edifici per complessivi 105 alloggi situato sul margine del Grunewald, una vasta area boschiva. Si tratta di una sorta di radura su cui gli edifici, divisi nelle due tipologie a T e U, sono ordinati da una disposizione a scacchiera. Anche tale scelta planimetrica, apparentemente meccanica, si rivela, in virtù della chiarezza dell'impianto tipologico-architettonico degli edifici, particolarmente appropriata per conferire all'insieme edificato una immagine pulita e ordinata ma contemporaneamente con aspetto assai vario e "trasparente", capace di evocare non una periferia ma un nuovo ambiente urbano.
Ogni edificio è composto di quattro piani fuori terra, dei quali l'ultimo rientrante ad "attico".
La semplice aggregazione degli appartamenti dà luogo alle due tipologie a T e a U.
Elemento unificante dei volumi, è il sistema modulare di pannelli monolitici che scandisce la composizione e ne costituisce il ritmo.
Il corpo degli edifici, per entrambi i tipi, è costruttivamente definito dalla giustapposizione di pannelli autoportanti in cemento, realizzati in casseforme metalliche in officina e assemblati in cantiere.
I monoliti prefabbricati formano dunque sia le strutture verticali che orizzontali e, contemporaneamente, fungono da superficie di rivestimento delle facciate. Questi ultimi hanno uno spessore maggiore degli altri essendo composti da una doppia superficie in cemento a sandwich divisa da materiale isolante.
I pannelli delle facciate di spessore 31 cm (15 cm il pannello interno, 8 cm il polistirolo, 8 cm il pannello esterno) assolvono dunque contemporaneamente a compiti strutturali, di isolamento termico ed estetici. La connessione tra pannelli viene stabilizzata da staffe in acciaio incorporate nel cemento sui bordi dei monoliti. Un unico modulo di cm 125 di base per tutta l'altezza di ogni piano (cm 280) scandisce il ritmo orizzontale delle facciate, mentre dei pannelli sottili disegnano i marcapiani con due diverse misure tra parti basse e alte degli edifici. Le ampie finestrature contornate da telai in legno, sono integrate nel ritmo delle facciate. Disegnate a tutta altezza, comprese quelle dei bagni, si alternano ai pannelli di cemento, divenendo componente essenziale della scansione modulare.
I pannelli di facciata, in cemento bianco, sono frutto di un'accurata esecuzione che ha consentito di ottenere superfici omogenee e spigoli vivi di grande precisione, contrassegnati, dalla perfezione dei giunti sigillati con materiale elastico.
Particolarmente studiata la soluzione d'angolo delle facciate dove i prefabbricati sono stati ideati con una sezione ad L per consentire di vedere la "testa" di pannello di spessore maggiore di quella reale. Ciò per uniformare le misure degli spessori degli angoli con quelle dei marcapiani, ma anche per consentire di incorporare le scatole dei pluviali in un canale predisposto nel prefabbricato e renderle complanari alla superficie di facciata.
L'alta qualità dei materiali e la precisa connessione di tutti gli elementi della costruzione sottolineano l'assoluta disciplina formale che regge il progetto. Così le facciate nel loro insieme appaiono come strutture definite da linee orizzontali e verticali che realizzano il massimo di armonia tra elementi costruttivi e articolazione estetica delle superfici senza il ricorso ad altri elementi formali. La equilibrata declinazione di questo linguaggio determina lo sviluppo di un effetto spaziale unitario nel complesso degli edifici e nella tensione tra le due tipologie, che si avverte negli scorci diagonali creati dalla disposizione a scacchiera degli edifici come nelle vedute frontali.
Il rapporto con la vegetazione del parco, che nel progetto paesaggistico è prevista dilagare anche tra gli edifici, risulta particolarmente assonante con il delicato cromatismo delle superfici grigio beige del cemento bianco dei pannelli di facciata e del bruno castano dei serramenti di legno.
Lo stagliarsi degli edifici chiari contro i pini, con volumi precisi a tetto piano, il ritmo scandito dall'alternanza dei tagli verticali delle finestre con il biancore dei muri, la trasparente leggerezza delle lunghe ringhiere di ferro sui terrazzi degli attici e delle logge sono tutti elementi evocativi dell'archetipo "mediterraneo" dell'architettura moderna: il Padiglione nel parco del Castello di Charlottenburg a Berlino di K.F. Schinkel. Questo mito mediterraneo si è trasferito anche nel cuore della Berlino odierna, nella recente ricostruzione dell'area friedrichana, dove l'ottimizzazione speculativa dei regolamenti edilizi ha dato luogo ad una nuova tipologia di palazzo urbano nel quale le facciate sui fronti strada rientrano nella parte terminale con gradonature a uno o più piani nella forma di attici.
Le "palazzine" di Am Petersberg nel riproporre questa morfologia mettono in relazione il carattere naturalistico del luogo con la loro razionalistica solennità ottenendo, pur nella distanza che le separa dalla città, la percezione della presenza urbana.

Testo di Vincenzo Pavan
Estratto da Materia n. 37

Planimetria generale Prospetti - tipo a U
Pianta piano terzo - tipo a U Prospetti - tipo a T Pianta piano terzo - tipo a T