Progetto per il nuovo teatro lirico |
Collaboratori: A. Nonis, G. Pellegrineschi (automatismi); G. Perucchini (strutture); F. Purini, A. Perilli
Antologia critica 'Nel dopoguerra la crisi dell'istituzione teatrale, sotto l'egemonia del cinema e l'incalzare della televisione, diventò tema di dibattito internazionale. La non prevedibilità del futuro, lo spettro del caos, oltre a profonde riflessioni sul senso della 'messa in scena', condussero anche a riconsiderare l'efficacia all'attualità del tipo di teatro, sostanzialmente più diffuso. Sull'esempio di alcune sperimentazioni scandinave, possibili superamenti dell'impasse furono visti in ipotesi di polivalenza e di adattabilità , in soluzioni cioè di economia gestionale attraverso la concentrazione di più sale e attività in un unico complesso, oppure attraverso la possibilità di variare la capienza e la disposizione della sala e dell'uditorio. Il progetto presentato da Maurizio Sacripanti per il concorso del Teatro di Cagliari, del 1965, sviluppò quest'ultima via in modo accentuatamente tecnologico: struttura reticolare pressoché completamente scomposta in parti mobili, scorrevoli, letta da Manfredo Tafuri alla luce della problematica estetica dell''opera aperta' (Rotondi S., La costruzione del teatro. Idee e problematiche nell'età moderna in 'Rassegna di Architettura e Urbanistica' n 98-99-100 Roma, Kappa 2000, pp.65-66). 'All'ultima Biennale si rappresentava un balletto di Cage con scene e costumi di Rauschenberg. Ci andammo' Entrati ci accolse una musica eretica, mescolata, pensile e rigettante, poi fu uno spettacolo nuovo: non più la scena con oggetti fissi, ma una 'non scena' organizzata con oggetti mobili e di un linguaggio risultante solo dalla componibilità di piani in movimento, corpi dipinti di ballerine, immagini materiche, tapis-roulants. Lo spettacolo era mordente di pienezza vitale. La luce graduandosi lo annullava o lo esaltava e gli strumenti scenografici combinavano le figurazioni. Lo spettacolo chiedeva gesti illimitati: ma la clausura del palcoscenico lo limitava, vietava alle ballerine di 'volare' per la sala, ai tapis-roulant di apparire tappeti magici e alle marionette di sdoppiare la platea, specchiandola, affollandosi sul soffitto'lo spettacolo stimolante e il palcoscenico deludente mi accompagnarono nel ricordo; il concorso di Cagliari fu l'occasione per proporre il superamento dell'antica frattura' (M. Sacripanti riportato in Giancotti A., Pedio R., Maurizio Sacripanti. Altrove, Testo e Immagine Torino 2000, pp. 18). Bibliografia |
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