Progetto per il nuovo teatro lirico  
Collaboratori: A. Nonis, G. Pellegrineschi (automatismi); G. Perucchini (strutture); F. Purini, A. Perilli

Antologia critica
''Il progetto di Sacripanti si propone di superare la tradizionale concezione dello spazio teatrale agendo direttamente sui limiti fisici della struttura stessa. Il pavimento e il soffitto del teatro, costituiti da pistoni scorrevoli nella direzione verticale (azionati per mezzo di comandi elettrici), configurano lo spazio interno attraverso la variabilità dei loro movimenti ' ritmati secondo un armonico processo di contrazione e dilatazione ' in funzione delle esigenze scenografiche e di rappresentazione, per consentire lo svolgersi delle attività oltre la stagione lirica. I sei appoggi che sostengono il volume dell'edificio perimetrano 'dentro' la platea mobile e 'fuori' lo sbalzo su cui poggiano i percorsi. L'idea di spazio del 'teatro d'azione' di Gropius (che busserà allo studio di Piazza del Popolo per conoscere l'autore del progetto) acquista 'astrattezza' nel momento in cui Sacripanti la rende propria, rielaborandola, per farsi 'concreta' nel momento in cui l'uso raffinato e poetico della tecnologia la rendono realizzabile'. (Giancotti A., Pedio R., Maurizio Sacripanti. Altrove, Testo e Immagine Torino 2000, pp. 19-25).

'Nel dopoguerra la crisi dell'istituzione teatrale, sotto l'egemonia del cinema e l'incalzare della televisione, diventò tema di dibattito internazionale. La non prevedibilità del futuro, lo spettro del caos, oltre a profonde riflessioni sul senso della 'messa in scena', condussero anche a riconsiderare l'efficacia all'attualità del tipo di teatro, sostanzialmente più diffuso. Sull'esempio di alcune sperimentazioni scandinave, possibili superamenti dell'impasse furono visti in ipotesi di polivalenza e di adattabilità, in soluzioni cioè di economia gestionale attraverso la concentrazione di più sale e attività in un unico complesso, oppure attraverso la possibilità di variare la capienza e la disposizione della sala e dell'uditorio. Il progetto presentato da Maurizio Sacripanti per il concorso del Teatro di Cagliari, del 1965, sviluppò quest'ultima via in modo accentuatamente tecnologico: struttura reticolare pressoché completamente scomposta in parti mobili, scorrevoli, letta da Manfredo Tafuri alla luce della problematica estetica dell''opera aperta' (Rotondi S., La costruzione del teatro. Idee e problematiche nell'età moderna in 'Rassegna di Architettura e Urbanistica' n 98-99-100 Roma, Kappa 2000, pp.65-66).

'All'ultima Biennale si rappresentava un balletto di Cage con scene e costumi di Rauschenberg. Ci andammo' Entrati ci accolse una musica eretica, mescolata, pensile e rigettante, poi fu uno spettacolo nuovo: non più la scena con oggetti fissi, ma una 'non scena' organizzata con oggetti mobili e di un linguaggio risultante solo dalla componibilità di piani in movimento, corpi dipinti di ballerine, immagini materiche, tapis-roulants. Lo spettacolo era mordente di pienezza vitale. La luce graduandosi lo annullava o lo esaltava e gli strumenti scenografici combinavano le figurazioni. Lo spettacolo chiedeva gesti illimitati: ma la clausura del palcoscenico lo limitava, vietava alle ballerine di 'volare' per la sala, ai tapis-roulant di apparire tappeti magici e alle marionette di sdoppiare la platea, specchiandola, affollandosi sul soffitto'lo spettacolo stimolante e il palcoscenico deludente mi accompagnarono nel ricordo; il concorso di Cagliari fu l'occasione per proporre il superamento dell'antica frattura' (M. Sacripanti riportato in Giancotti A., Pedio R., Maurizio Sacripanti. Altrove, Testo e Immagine Torino 2000, pp. 18).

Bibliografia
Rotondi S., La costruzione del teatro. Idee e problematiche nell'età moderna in 'Rassegna di Architettura e Urbanistica' n 98-99-100 Roma Kappa 2000.
Giancotti A., Pedio R., Maurizio Sacripanti. Altrove, Testo e Immagine Torino 2000.
Il total Teatro di Maurizio Sacripanti in 'Domus' 437/1966
M. Tafuri, Opera aperta e spazio polivalente in 'Grammatica-teatro' 2/1966

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