approfondimento – Le proprietà dimensionali e le prestazioni meccaniche delle scale prefabbricate, siano esse di legno o di metallo, sono definite dalla UNI 10804. Gli elementi accessori rispondono alla UNI 10809 e la posa in opera alla UNI 11017.

Le caratteristiche dimensionali e le prestazioni meccaniche delle scale prefabbricate, siano esse di legno e/o metallo, escludendo quelle di calcestruzzo, sono stabilite nella norma UNI 10804, in funzione della destinazione d'uso e dell'ambiente di installazione. Le dimensioni minime di una scala a rampe rettilinee, a seconda che essa sia a servizio di spazi pubblici o privati, sono rappresentate nella Tabella 1.

In relazione a queste ultime, sono prescritte anche le misure minime dei gradini di raccordo tra rampe diverse. Negli spazi pubblici sono ammessi solo pianerottoli quadrati di lato uguale a quello della rampa stessa o rettangolari di lato doppio. Negli spazi di tipo privato sono ammessi pianerottoli o gradini a ventaglio, purché a una distanza di 30 cm dal lato interno del passaggio utile siano garantite le pedate minime riportate nella stessa Tabella 1.

Riguardo alle alzate, esse devono essere tutte uguali, anche se è ammessa una misura inferiore nella prima alzata, con funzione di invito. In Tabella 2 sono, invece, riportate le dimensioni minime per le scale a chiocciola, per le quali non è previsto l'utilizzo (D.M. 14 giugno 1989, n. 236 e D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380).

Riguardo alle prestazioni meccaniche, nella norma UNI 10804 è specificato che le scale con rampe a giorno debbono superare, senza subire rotture e/o degradi che possano compromettere la sicurezza dell'utente, le seguenti prove:
- resistenza meccanica ai carichi statici distribuiti: vengono applicati per almeno 30 minuti differenti carichi (4 kN/m2 per gli spazi pubblici, 2 kN/m2 per gli spazi privati) registrando le relative deformazioni. Sotto carico non sono ammesse frecce superiori a 1/300 della lunghezza della rampa misurata tra due successivi punti di fissaggio; non sono ammesse deformazioni residue;
- resistenza meccanica ai carichi dinamici. La prova tende a simulare l'urto da corpo molle (caduta di un utente) e viene effettuata nei punti ritenuti più critici. Essa prevede la caduta da altezze variabili (1 m per scale destinate a spazi pubblici, 0,50 m per quelle destinate a spazi privati) di un corpo molle di 50 kg;
- resistenza a flessione dei gradini. Su questi ultimi vengono applicati - nei punti più sfavorevoli - carichi concentrati pari a 2 kN per scale a uso pubblico e 1 kN per scale a uso privato. È ammessa una freccia massima sotto carico pari allo 0,5% della lunghezza massima dell'elemento di prova e comunque non superiore a 5 mm; non sono ammesse deformazioni residue.
Se il progettista ritiene necessario compiere prove analoghe con carichi più severi o se intende porre limitazioni più restrittive (per esempio riguardo alle deformazioni ammissibili) dovrà farne specifica menzione nel capitolato.

Un ulteriore aspetto di interesse riguarda il grado di compatibilità nei confronti dell'installazione di impianti servoscala e per cui sono richieste particolari caratteristiche dimensionali minime, riportate in Tabella 3, tratta dalla norma UNI 11019.
Per quanto riguarda invece le caratteristiche meccaniche, le scale che soddisfano i requisiti previsti dalla UNI 10804 - sopra descritti - sono da ritenersi compatibili con queste installazioni, a condizione che i supporti dell'impianto servoscala non gravino sul singolo gradino con più di 100 dN.
In modo riassuntivo, la norma UNI 11019 propone una classificazione secondo la quale le scale di classe A risultano compatibili senza interventi aggiuntivi, mentre quelle classificate in classe B sono considerate compatibili solo per le loro caratteristiche morfologiche e dimensionali, ma non per quelle meccaniche, motivo per cui i servoscala eventualmente installati dovranno avere una struttura indipendente; le scale di classe sono, invece, da considerarsi incompatibili con queste installazioni.

Gli elementi accessori
Per elementi accessori si intendono ringhiere, balaustre o parapetti prefabbricati, le cui caratteristiche peculiari sono riportate nella norma UNI 10809.
Per quanto riguarda le caratteristiche dimensionali e morfologiche, sono innanzitutto disciplinate le loro altezze minime (Tabella 4) misurate secondo le indicazioni contenute al capo IV del D.M. 14 giugno 1989, n. 236, per gli elementi obliqui la misura è presa dalla punta del gradino alla sommità dell'elemento misurato.

Sono previste particolari indicazioni per ringhiere, balaustre e parapetti composti da fasce orizzontali, che devono risultare difficilmente scalabili soprattutto da parte dei bambini. A questo scopo è prevista l'esistenza di una fascia inferiore cieca di almeno 50 cm di altezza, con luce superiore libera non maggiore di 20 mm.
Ai fini di sicurezza, in nessun punto ringhiere, balaustre e parapetti devono poi risultare attraversabili da una sfera di 100 mm di diametro; per la legge 13/1989 questa specifica vale solo per scale a uso pubblico o a uso comune in locali privati.
Riguardo infine alle prestazioni meccaniche, nella norma UNI 10809 è specificato che ringhiere, balaustre e parapetti debbono superare, senza subire rotture e/o degradi che possano compromettere la sicurezza dell'utente, le seguenti prove:
- resistenza meccanica a carico statico di colonne e colonne-piantone. Un carico orizzontale concentrato di 220 N è applicato per 15 minuti su un elemento conico inserito tra due colonne. Sono ammesse deformazioni elastiche delle colonne purché l'elemento conico non oltrepassi il campione di prova;
- resistenza meccanica ai carichi statici concentrati sui pannelli. Un carico pari a quello della prova precedente viene applicato a pannelli o fasce di ringhiera. La freccia delle deformazioni sotto carico non deve essere maggiore del 2% della lunghezza del campione e comunque non maggiore di 6 mm. Non sono ammesse deformazioni residue;
- resistenza meccanica ai carichi statici distribuiti. Dopo una fase di pre-carico, vengono applicati per 15 minuti carichi orizzontali pari a 1.500 N/m per gli edifici a uso pubblico e 290 N/m per quelli a uso privato. La freccia delle deformazioni sotto carico non deve essere maggiore del 2% della lunghezza del campione e comunque non maggiore di 60 mm. Sono consentite deformazioni residue pari al 10% di quelle ammesse sotto carico.
- Resistenza meccanica ai carichi dinamici. La prova si prefigge gli stessi scopi di quella analoga prevista per le scale. In questo caso il corpo di prova, sempre di 50 kg, è rilasciato da altezze di caduta prefissate (300 mm per usi pubblici, 200 mm. per usi privati principali e 100 mm per usi privati secondari) con andamento pendolare così che possa colpire il campione di prova con direzione orizzontale.

Le regole per la posa in opera
Alla posa in opera delle scale prefabbricate, nonché degli accessori quali ringhiere, balaustre e parapetti è dedicata la norma UNI 11017 del 2002, che affronta sia i problemi legati alle procedure di posa in opera, che la individuazione dei compiti - e delle responsabilità - dei diversi operatori che partecipano a questa installazione. Per quanto riguarda i primi, e quindi le indicazioni da inserire nella parte del Capitolato Speciale dedicata alle Modalità di esecuzione delle singole lavorazioni, sono indicate le procedure generali da seguire, rimandando per le prescrizioni particolari alle indicazioni che il produttore è tenuto a fornire insieme al prodotto. Tra queste:
controlli iniziali da effettuare
:
- dimensioni dei vani e ortogonalità delle pareti, negli ambiti delle tolleranze dimensionali ammissibili (che devono perciò essere segnalate nelle voci relative a queste lavorazioni);
- verifica sulle condizioni di fruibilità e sicurezza degli accessi ai vari piani, mediante impalcature interne o esterne, delle attrezzature di sollevamento disponibili;
- verifica a pié d'opera dell'integrità dei componenti della scala; Fissaggio della scala, che deve avvenire con le modalità indicate dal produttore ed in ottemperanza anche ad eventuali ulteriori prescrizioni del progettista (riguardanti la preparazione degli elementi tecnici su cui vengono posti gli elementi di fissaggio);
Controlli finali da compiere, riguardanti in particolare la messa in bolla, la corretta esecuzione degli assemblaggi, i fissaggi agli altri elementi del fabbricato, la funzionalità della scala e degli eventuali elementi accessori;
Pulizia finale dei componenti assemblati.

Un accenno, infine, viene dedicato alle prescrizioni relative alla manutenzione. Gli ancoraggi sono segnalati come elementi potenzialmente critici; particolari prescrizioni - nel piano di manutenzione dell'opera - possono riguardare la frequenza dei controlli e gli eventuali serraggi da effettuare durante la vita utile del componente. Poiché, però, è previsto che ulteriori istruzioni per la manutenzione siano contenute anche nei documenti consegnati dal produttore, occorre prevedere, a valle delle fasi di costruzione, una integrazione dei contenuti del piano stesso.