scuole – Sorge a Londra l'innovativo College, dove si svolge la ricerca e insegnano i media digitali contemporanei, progettato dal Foreign Office Architecture (FOA).

Un nuovo edificio è andato recentemente ad incrementare il panorama dell'architettura contemporanea di Londra tanto quanto il numero di opere realizzate dal Foreign Office Architecture (FOA), guidato da Farshid Moussavi e Alejandro Zaera Polo. È l'architettura che, posta di fronte all'O2 Building, il Millennium Dome disegnato da Richard Rogers, e situata lungo l'asse centrale del Greenwich Peninsula Masterplan, contiene la nuova sede/icona del Ravensbourne, innovativo College dove si svolge la ricerca e insegnano i media digitali contemporanei, quelli del futuro, e il design e l'insegnamento relativi. Una scuola particolare, il cui orientamento disciplinare è servito da stimolo agli architetti per generare profonde riflessioni circa la loro abilità nel riuscire a tradurre le visioni fortemente virtuali insegnate nella scuola, in uno spazio architettonico reale. Un luogo che permettesse la stimolazione dei diversi modelli di apprendimento, le idee, e i lavori che all'interno dell'istituto vengono esercitati da coloro che sono, e nel futuro saranno, "i professionisti della creatività".

Per conseguire con successo questa interazione tra spazio e insegnamento, gli architetti di Foreign Office hanno quindi immaginato Ravensbourne come un ambiente nel quale l'alta tecnologia fornita dal mobile computing, si potesse fondere con i principi di una composizione architettonica spazialmente aperta, tale da favorire lo scambio interdisciplinare ed interprofessionale all'interno di esso. Per raggiungere tale obiettivo, Foreign Office ha così immaginato che il sistema spaziale costituito dall'intersezione dei due atrii principali, divenisse l'epicentro della costruzione. Un epicentro ibrido tra spazio pubblico e privato, che viene ad essere penetrato dai tre livelli funzionali che la "morfologia programmatica" della scuola prevede, e nel quale si viene ad enfatizzare l'effetto di virtualità e permeabilità del grande vuoto centrale, il  "ventre" dell'edificio, per mezzo delle fitte bucature circolari, gli oblò, che caratterizzano i prospetti. Oblò che conferiscono una permeabilità che, oltre ad aiutare la ventilazione naturale delle aree interne, ha voluto, nelle intenzioni degli architetti, aumentare la connessione sensoriale, reale, tra chi occupa l'edificio ed il contesto urbano che circonda Ravensbourne: il fiume, la piazza pubblica antistante, e l'O2 Building, in un gioco di rimandi tra opacità e trasparenza, masse architettoniche e vuoti urbani che intende stimolare il pensiero degli studenti e degli insegnanti della scuola.

Se quindi i concetti legati alla tecnologia dei nuovi media hanno incoraggiato la definizione della composizione architettonica degli spazi, l'uso della più recente tecnologia costruttiva ha invece permesso di raggiungere la certificazione di eccellenza ambientale BREEAM, a tutto vantaggio dell'ambiente, nonchè carichi di manutenzione estremamenti ridotti, con conseguente riduzione di costi e vantaggi per l'utente. Un'altro aspetto caratterizzante di Ravensbourne, che ormai abbiamo compreso unisce fortemente tecnologia e architettura, è lo studio, estermamente accurato, che ha portato alla realizzazione delle pannellizzazioni di facciata ed il particolare pattern che le contraddistingue. La progettazione di questi particolari dell'edificio ha infatti cercato di esprimere, come tutto il processo posteriore all'architettura di Ravensbourne, la cultura della produzione contemporanea. Il disegno del motivo ornamentale delle facciate è così figlio di questa filosofia e vede l'uso di un rivestimento, dal disegno estremamente variabile, che simboleggia un approccio più vario e moderno alla tecnologia in cui pseudo rosoni gotici e rappresentazioni floreali sono stati riprodotti non come imitazione della natura, ma come costruzioni astratte. Il risultato di questa integrazione tra la produzione, il concetto architettonico e le regole del disegno ha così permesso l'uso, in prospetto, di un modello di piastrellatura non periodico, che ha consentito di costruire sette diverse misure di oblò con tre soli formati di piastrelle.

Nonostante il risultato risulti al quanto sorprendente, estremamente psichedelico e per certi versi un po' disturbante, il concetto riporta al centro delle argomentazioni teoricoarchitettoniche la capacità e l'abilità che Foreign Office ha, nelle proprie realizzazioni, di giocare, e variare le alchimie geometriche e formali alla base della disciplina architettonica. Una capacità, frutto degli anni di studio e ricerca svolti da Farshid Moussavi e Alejandro Zaera-Polo, che, piaccia o non piaccia, viene perseguita ogni qualvolta se ne presenti l'occasione, come in Ravensbourne, e che dal momento in cui si è palesata con la realizzazione del Yokohama International Port Terminal del 2002, pone sempre l'ufficio al centro del palcoscenico dell'architettura mondiale.


scheda progetto

Luogo: Londra

Committente: Ravensbourne in partnership con Meridian Delta LTD

Progettista: Foreign Office Architecs

Progetto strutture: Adams Kara Taylor

Progetto acustico: RBA Acoustics

Progetto elettrico: Sctott Wilson

Fotografo: Morely Von Sternberg

Tempi di realizzazione: 2010

Superficie costruita mq: 21,500