Residence a San Martino di Castrozza  
Progettista: Bruno Morassutti
Struttura in c.a. e in muratura: elemento continuo (lastra di cemento armato gettato in opera dello spessore di 15 cm)
Consulenza e impianti: centrale termica per la distribuzione di acqua calda e termoventilazione indipendente
Datazione del progetto: 1965 
Realizzazione: fine di maggio 1965 - ultimata il 23 dicembre 1965
Murature: in cemento armato
Tamponature: tavole di abete
Coperture: in lamiera
Finiture: in legno
Pavimentazioni esterne: quadroni di cemento prefabbricati, con superficie a ghiaietto di fiume lavato
Pavimenti interni: in listelli di abete
Committente: Società Banca Bovio di Feltre (BL)

L'edificio sorge a San Martino di Castrozza in zona boscosa a pendenza irregolare.La sua destinazione è ad alloggi di tipo condominiale per il soggiorno estivo ed invernale .[..] L'edificio era stato commissionato dalla Banca Bovio di Feltre proprietaria del lotto n° 7 della lottizzazione Pezgaiard. Il sito era caratterizzato da una zona in pendenza con esposizione a mezzogiorno, sovrastante un piccolo torrente perenne, con un gruppo dolomitico sullo sfondo ['] presentava quindi sia una forte valenza panoramica sia un orientamento ottimale ['].
Alla base di uno studio progettuale si ponevano quindi: ·
l'esigenza di un edificio compatto che permettesse la salvaguardia delle specie arboree esistenti e che si inserisse organicamente nel contesto naturale. ·
la priorità di inserire il manufatto edilizio nel contesto naturale attraverso il predominio dello sviluppo in orizzontale rispetto a quello verticale ·
il riferimento a certi nuclei abitativi di montagna, come ad esempio quello vicino di Primolano ['] ·
la volontà di creare una serie di alloggi con caratteristiche di indipendenza gli uni rispetto agli altri, sia per quanto riguarda gli aspetti fruitivi sia per la loro facile individuazione dall'esterno. ·
L'obiettivo di fornire a ciascun alloggio alcune caratteristiche irrinunciabili quali uguale veduta panoramica, orientamento ed insolazione, massimo di indipendenza rispetto agli spazi comuni e protezione dai disturbi di vicinato
·
La ricerca di un metodo costruttivo tale da consentire tempi ristretti di realizzazione, considerando che l'altitudine del sito avrebbe concesso per l'attuazione solo i mesi tra giugno e novembre '01
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Lo studio di una soluzione compositiva e progettuale in cui gli aspetti tecnico-costruttivi fossero determinanti nella genesi formale dell'edificio
·
La considerazione dello schema 'duplex', ovvero dell'alloggio situato su due piani, come emblematico di una tecnologia usuale dell'abitazione unifamiliare [']
·
L'uso estremamente razionale nelle superfici anche attraverso l'integrazione con le attrezzature d'arredo [']

Alcune matrici progettuali sono rintracciabili in una precedente ricerca per un edificio residenziale che Bruno Morassutti aveva elaborato insieme ad Enzo Mari ['] tale proposta di edificio si componeva di un elevato numero di cellule abitative a forma di parallelepipedi inserite all'interno di un involucro strutturale portante, a sua volta a forma di parallelepipedo di grandi dimensioni.In quel caso, tuttavia, le cellule prefabbricate inserite nell'involucro reticolare subivano un avanzamento o un arretramento in funzione di sequenze matematiche modulari crescenti o decrescenti, in accordo con le ricerche di Enzo Mari nel campo dell'arte programmata [']
Nell'aggregazione di alloggi a San Martino di Castrozza al contrario è lo stesso involucro che si articola modularmene, in senso verticale ed orizzontale, mantenne inalterato l'arretramento della cellula inserita, rispetto al suo involucro.Questa flessibilità consente all'aggregato un adattamento modulare alla conformazione del terreno e/o all'esigenze dei collegamenti verticali fra singole abitazioni.[']
Si è quindi pensato di elementi di forma cubica coincidenti con le unità-alloggio caratterizzati dalla presenza di finestrature soltanto su due facce contrapposte su l'asse nord-sud e ciechi sulle rimanenti in modo tale da poter essere accostati sia in lunghezza sia in altezza. Attraverso la sperimentazione tridimensionale si era pervenuti, in oltre a definire come parti portanti dell'edificio i setti laterali ciechi di separazione orizzontale fra le cellule stesse, insieme alle altre facce del cubo: quelle superiori corrispondenti alla copertura della cellula e quelle inferiori corrispondenti al piano di calpestio della cellula.In tal modo si otteneva un'ingabbiatura scatolare portante in cemento armato distinta per ogni cellula, formante l'involucro resistente e contenitore degli alloggi.
Ogni cellula quindi, veniva a definirsi all'interno di un involucro murario in cemento armato, che risolveva sia l'organizzazione interna della cellula stessa, sia l'aggregazione strutturale dell'intero edificio.Questo veniva, così, ad essere composto da un insieme di unità accostate sfalsate e sovrapposte tra loro formanti un organismo edilizio non chiuso in se stesso ma passibile di ulteriori ampliamenti sia in larghezza sia in altezza.Il risultato, pur privilegiando l'identità di ogni cellula, costituiva un insieme volumetrico particolarmente organico, che richiama morfologicamente le asperità del terreno ed i rilievi circostanti ['] mentre per l'unità alloggio poste al primo livello l'accesso avveniva direttamente dall'esterno, per disimpegnare le unità alloggio posto ai livelli superiori è stato ideato un percorso di collegamento ad esse esterno, servito da brevi rampe di scale con una sua definizione architettonica non intaccante l'aggregato delle cellule.
Il collegamento verticale esterno diventa così un segno architettonico che nel prospetto nord, unifica i volumi sovrapposti e sfalsati delle unità abitative.
Nelle sue linee essenziali, quindi il fabbricato presenta: ·
Dodici unità alloggio su due piani, in legno, indipendenti tra loro e isolate dalla struttura inserite ciascuna in una casella del contenitore. ·
Di queste dodici unità sette sono al livello del terreno cinque al livello superire. Ciascuno alloggio è organizzato secondo il sistema duplex: al piano inferire la zona giorno (ingresso, soggiorno, pranzo, loggia e cucina), al piano superiore quella a notte (tre camere da letto per un totale di 5,6 posti letto e bagno). ·
Una serie di garages, uno per appartamento, posti al piano seminterrato, contenti ciascuno due posti auto. ·
Un alloggio per il custode che esemplifica la possibilità di comunicazione fra due cellule contigue articolandosi su uno stesso livello ma in due unità differenti.
Le cellule sono perfettamente isolate tra loro e hanno il fronte sud caratterizzato da una finestrature continua per godere del panorama mentre quello nord è dotato, oltre che delle porte di accesso, di finestre a nastro poste in modo tale da impedire l'introspezione visiva dall'esterno [']
Le unità abitative pur tra loro aggregate appaiono essere individuabili e architettonicamente riconoscibili, lontane da aspetti omologativi consentendo una valenza costante del godimento degli spazi esterni.
A questo proposito si può parlare di un'idea democratica di abitare, che costituisce uno degli elementi ricorrenti dell'attività del Morassutti [']

(Francesco Scullica, Bruno Morassutti 'Quattro realizzazioni un percorso metodologico-, Franco Angelo Editori Milano 1999)