Allo Studio Zanetti Design Architettura è stato affidato un incarico per la progettazione di due residenze (tradotto in russo “dacie”) in Russia, fuori città e in territori diversi immersi nella natura: una vicino a Mosca, all’interno del Golf Club Pirogovo, l’altra a nord di San Pietroburgo, affacciata sul Golfo di Finlandia. Lo studio ha potuto sviluppare i progetti in assoluta libertà architettonica, pensando fin da subito a costruzioni totalmente in legno, soprattutto per il legame storico esistente tra la popolazione russa e la natura, le proprie foreste. «Quando ho verificato l’impossibilità di realizzare gli edifici in opera in Russia - ha spiegato Umberto Zanetti, titolare dello Studio Zda -, dopo aver interpellato numerose imprese di costruzioni ed averne percepito le difficoltà, siamo arrivati a pensare di costruire le residenze in Italia e spedirle in Russia, risolvendo così tutti i problemi. Le dacie sono diventate, così, dacie volanti. Spedire è un verbo che poco si adatta ad una casa ma il pensiero, fino a quel punto “in progress”, si è concretizzato quando in Italia hanno iniziato a consegnare i primi complessi abitativi di emergenza dopo il terremoto dell’Aquila: si è trattato di costruzioni in legno prefabbricate e trasportate in loco con gran velocità. Con i progetti terminati, ma ancora senza ali, ho indetto una gara proprio tra alcuni degli attori dell’intervento in Abruzzo, ricevendo da tutti assicurazioni sulla effettiva possibilità dell’operazione di trasporto».
dacie zanettiLa prima fase, di progetto, ha previsto il trasferimento dei disegni bidimensionali in CAD 3D, sviluppando un modello tridimensionale del progetto e della sua scomposizione in elementi assemblabili prefiniti (struttura, isolamento, impermeabilizzazione, rivestimento esterno e chiusure). La seconda fase, di produzione, è consistita nel sezionamento dei pannelli in X-Lam, fatto in Austria con taglio laser, e nelle lavorazioni di finitura e pre-assemblaggio, eseguite nello stabilimento in Italia. Per quanto riguarda gli impianti tecnologici, l’apparato idrico-sanitario è stato sviluppato con cellule bagno totalmente prefabbricate e già dotate al loro interno di tutte le finiture e degli apparecchi; gli impianti termico ed elettrico sono stati realizzati in opera nelle loro diramazioni e nei terminali, a partire da quadri di controllo e da collettori di sezionamento già predisposti in stabilimento. Infine, Zanetti ha proceduto allo smontaggio in stabilimento, al carico per la spedizione (effettuata attraverso auto-gru e bilici caricabili in verticale) e al rimontaggio in opera della struttura prefabbricata in sovrapposizione alle fondazioni, insieme al completamento degli impianti tecnologici e alla realizzazione delle finiture interne, prima dell’arrivo delle nevicate e delle rigide temperature invernali.

Secondo Zanetti «la costruzione in legno si è rivelata appropriata non solo per l’aderenza al contesto naturale e culturale in cui si inseriva, ma anche per le specificità connesse alla sua precisione che, limitando le tolleranze a soli 5 mm, ha permesso montaggi rapidissimi, alla leggerezza risultata fondamentale in tutte le operazioni di movimentazione, all’isolamento termico garantito in gran parte dalla stessa struttura portante».

I due progetti architettonici sono stati inseriti nella natura dei luoghi senza l’abbattimento di alcun albero. Il particolare contesto climatico in cui si trovano ha determinato la disposizione delle residenze, l’orientamento degli ambienti e la creazione di aperture vetrate.
Nel caso di San Pietroburgo, in particolare, il progetto è “a stella” e si genera per interpolazione tra i grandi alberi presenti: è fortemente ancorato al terreno e il centro è occupato dalle zone di vita in comune e di transito cucina/pranzo/veranda e fa da collegamento tra le due terrazze; nelle punte sono disposte le camere da letto e il grande soggiorno; la copertura in zinco titanio, infine, offre una sorta di barriera protettiva nei confronti delle costruzioni vicine più alte. A Mosca, invece, lo scenario prospettico più profondo, dato dalla visuale sul campo da golf, ha suggerito di soprelevare la costruzione per consentire allo sguardo di percorrere lo spazio da un capo all’altro del lotto e per sviluppare, al contempo, i locali interni a una quota più riservata rispetto ai giocatori in campo.