europarlamento24 – È il parere del Comitato delle regioni, che punta a un fondo comunitario per le tecnologie verdi.

Più attenzione al post 2020, con una strategia coordinata a livello europeo: così dovrebbe muoversi la politica energetica di Bruxelles, secondo il Comitato delle regioni.

L'Assemblea dei rappresentanti locali dell'Ue, infatti, ha inserito le sue proposte per il futuro dell'economia verde in un parere, adottato in sessione plenaria nelle scorse settimane.

Il Comitato, si legge in una nota ufficiale, è preoccupato per "il corto respiro dei piani attuali", che non possono condurre il Vecchio continente verso l'obiettivo di utilizzare le fonti alternative per quasi il 100% dei consumi europei nel 2050.

«Non si potrà realizzare un aumento significativo della quota di energia rinnovabile, se non saranno migliorati i sistemi di sostegno», ha spiegato il relatore, Witold Stepien, presidente della regione di Lodz. Serve una politica più coerente, basata sulla cooperazione tra diverse regioni, soprattutto per distribuire incentivi e sovvenzioni agli investimenti in tecnologie pulite.

In sintesi, un sistema paneuropeo di sostegno alla green economy, con la contemporanea riduzione dei sussidi alle fonti fossili. Questi gli ingredienti essenziali di tale sistema, secondo il Comitato delle regioni: un fondo comunitario per finanziare le rinnovabili, sviluppo delle infrastrutture (in particolare delle reti elettriche "intelligenti"), equa ripartizione dei costi tra gli Stati membri, rafforzamento del ruolo delle regioni, coordinamento degli obiettivi a livello continentale.

Potenziare le infrastrutture è una necessità impellente, come evidenzia la nota, perché le fonti verdi si trovano spesso lontano dai centri di consumo. Bisogna quindi ampliare le reti per distribuire l'energia, puntando sui dispositivi "smart", capaci di gestire i flussi variabili degli impianti alimentati dal sole e dal vento.

Non solo linee elettriche più capienti, allora, ma anche dispositivi di accumulo, senza dimenticare l'integrazione tra fonti apparentemente lontane (per esempio idroelettrico ed eolico, perché i bacini idrici possono garantire una riserva di energia di base sempre disponibile).

Il progetto paneuropeo deve assicurare «un equilibrio tra i fabbisogni locali e la produzione di energia, per rendere più sicuro l'approvvigionamento energetico nelle regioni e ridurre la dipendenza dalle importazioni», ha dichiarato Stepien.

A questo proposito, potranno aiutare anche i piccoli impianti rinnovabili destinati all'autoproduzione di energia, soprattutto nelle zone rurali.