Un’abitazione unifamiliare degli anni Settanta, sita in Brianza, è stata riqualificata secondo il progetto dell’architetto Matteo Motta, partendo da un’idea di upgrade dell’esistente e interpretando l’esigenza di un riutilizzo futuro sostenibile dell’ampio patrimonio edilizio, in un territorio caratterizzato negli anni da un forte consumo di suolo. Alla base del progetto c’è l’idea della convivenza del nuovo con l’esistente, concependo un organismo che mantiene e connette la parte di volume inalterato con quello in ampliamento, in un sistema compositivo dove gli elementi di verticalità e orizzontalità vengono accentuati in rapporto alla norma del fabbricato preesistente. Ha preso così vita un edificio completamente rinnovato nelle caratteristiche tecnologiche e reinterpretato, senza ambigue mimesi, nelle scelte architettoniche. Una parte dell’edificio ha mantenuto le sue caratteristiche volumetriche pur nella riqualificazione energetica e d’immagine dell’involucro. L’altra parte, invece, ampliata con l’aggiunta di un nuovo corpo scala di distribuzione delle due unità abitative poste sui diversi piani dell’edificio, con un loggiato aggettante sul fronte sud e con il recupero della porzione di sottotetto, denuncia la sua contemporaneità attraverso materiali come lo zinco titanio, il legno e il vetro. Lo sviluppo spaziale del nuovo ampliamento si svolge partendo dal blocco scala dove la salita è caratterizzata dalla superficie trasparente che apre diagonalmente una veduta sul verde del vicino parco. La ricerca di un sottile contrasto tra la verticalità dell’elemento d’ingresso e il pronunciato aggetto della falda che lo sormonta in corrispondenza del fronte nord, così come lo slancio e la matericità del volume “appoggiato” sugli esili pilastri che lo reggono sul fronte sud, insegue un linguaggio dinamico dove i materiali utilizzati per l’involucro rivestono un ruolo fondamentale.

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© Pier Mario Ruggeri

 

Focus tecnologia
La copertura a falde reinterpreta il tradizionale tetto attraverso l’estrema flessibilità dello zinco-titanio VMZINC che mette insieme i diversi volumi deformandosi nell’aggetto di falda e piegandosi morbidamente fino a rivestire, con trama verticale, la parete ovest e, con superficie piana, i contorni essenziali che disegnano le forme della facciata sud. Le lastre in zinco titanio VMZINC sono posate con la tecnica dell’aggraffatura angolare, ideale per superfici di notevoli dimensioni, che offre la massima impermeabilizzazione e si adatta molto bene a forme curve o complesse. La scelta delle superfici in zinco-titanio ha convinto il progettista non solo per le sue caratteristiche tecniche e prestazionali, ma soprattutto per la morbida estetica materica e cromatica della finitura Quartz-Zinc che riesce ad abbinarsi, attraverso un leggero contrasto, alle doghe di cedro rosso di rivestimento, inserendosi con armonia nel contesto ambientale. Le caratteristiche naturali dei materiali utilizzati per contraddistinguere i nuovi volumi aggiunti rispondono perfettamente all’esigenza di un equilibrato rapporto di affinità e contrasto, innovazione e naturalità, matericità e leggerezza. I sistemi a parete e a falda ventilata impiegati nei rivestimenti di facciata e nel pacchetto di copertura, hanno garantito ottime caratteristiche prestazionali all’involucro finalizzate, assieme alle soluzioni impiantistiche adottate, ad assicurare all’edificio il raggiungimento di un’elevata efficienza energetica. L’intervento nel suo insieme cerca un rispettoso dialogo tra elementi e materiali eterogenei ma fortemente relazionati tra loro in un rapporto di sottili contrasti.