Sabbiatura controllata

Autore testo: Giuliano Cosi

Questo metodo di pulitura dovrebbe essere usato limitatamente a superfici ricoperte da incrostazioni dure e resistenti, o difficilmente raggiungibili dallo spray d'acqua (sottosquadri, zone riparate). La sabbiatura può essere fatta a secco o a umido, sospendendo in acqua granulati vari quali sabbia o abrasivi naturali e sintetici.
Molto importanti sono la natura, la massa volumica e la forma delle particelle di questi ultimi. Per quanto riguarda la natura, in generale si deve tenere presente che l'abrasivo basta sia di poco più duro del materiale che deve essere rimosso. Gli abrasivi più usati sono la sabbia silicea di fiume, ben classata e setacciata, silice e allumina di vari gradi di finezza, corindone (Al203), olivina (silicati di ferro e magnesio), ecc.
Sono poi preferibili granulometrie piccole (contrariamente a quanto si pensa, assicurano una migliore pulitura) e forme delle particelle arrotondate e non a spigolo vivo, perché danneggiano meno le superfici lapidee.
Altri importanti e più ovvi fattori da considerare sono la pressione del getto e il tempo di applicazione dello stesso. La pressione deve essere bene e facilmente regolabile su un manometro di precisione; in genere pressioni dell'ordine di 0,5-3 kg/cm2 sono più che sufficienti per la rimozione di normali croste nere (dello spessore di 1-2 mm). Il tempo di sabbiatura deve essere di volta in volta valutato in base all'esperienza dell'operatore; sarà tanto più basso quanto più alti sono i valori di pressione applicata: in ogni caso deve essere quello strettamente necessario all'asportazione delle croste nere onde evitare dannose abrasioni delle superfici.
Prima di utilizzare il getto abrasivo è utile ammorbidire con acqua (polverizzata a bassa pressione) soltanto la crosta nera.
Una sabbiatura idropneumatica conveniente si può anche ottenere con un semplice compressore, una pistola del tipo di quelle a spruzzo usate comunemente, e un contenitore ove l'abrasivo (ad esempio polvere fine di silice) è mantenuto costantemente sospeso in acqua da un agitatore o aspirato dalla depressione provocata dall'acqua stessa. In essa è molto importante che sia regolabile il rapporto acqua-abrasivo.
Le sabbiatrici a secco invece sono molto più semplici e meno costose; esse funzionano normalmente con un compressore, e solo raramente sono munite di una pompa che ne assicura l'autosufficienza. Generalmente si usano vari tipi di ugelli secondo le caratteristiche delle aree da pulire: a foro largo per aree grandi e piane, medio per piccole, e piccolo per il lavoro fine, i dettagli, ecc.
I vantaggi della sabbiatura idropneumatica su quella a secco, sono molteplici. Innanzitutto l'azione abrasiva viene mitigata dall'acqua, quindi può essere applicata anche su calcari teneri; poi l'acqua stessa aiuta, con la sua azione chimica di dissoluzione, l'asportazione delle croste e dei sali solubili. Essa inoltre evita la formazione di polveri, oltremodo dannose per l'operatore e per il pubblico (provocano silicosi nel caso d'impiego di silice o di pulitura di rocce silicee) e riduce quindi al minimo le precauzioni da osservare (maschere, tute protettive, ecc.). La sabbiatura a secco ha il vantaggio di non provocare macchie, danni alle murature e intonaci interni, di poter essere usata in qualsiasi stagione e di permettere all'operatore di apprezzare immediatamente l'aspetto finale della superficie pulita.
Ambedue i metodi sono molto veloci, più dello spray d'acqua, ma molto più rumorosi, e pericolosi per le superfici lapidee, specie se deteriorate, che possono rimanere 'spatinate' e danneggiate. Il loro costo è relativamente basso (si riduce all'eventuale ricambio degli ugelli, all'abrasivo, che non è recuperabile, e all'energia elettrica necessaria per far funzionare il compressore e/o la pompa).
Infine si deve tenere presente che, anche se la sabbiatura è controllata, particolare attenzione andrà posta nella pulitura di materiali eterogenei (ad es. di brecce composte da elementi duri e teneri) per evitare erosioni eccessive delle parti meno resistenti.
 
Prescrizioni tecniche

Pulizia con microsabbiatura

Pulizia di materiali lapidei da eseguire con microsabbiatura di precisione al fine di rimuovere  depositi superficiali e croste nere raggiungendo un soddisfacente grado di pulizia senza intaccare l'integrità del paramento. Nella lavorazione sono compresi i seguenti oneri: l'esecuzione di un congruo numero di piccoli campioni (tasselli) da sottoporre all'approvazione della D.L.; il noleggio, il trasporto ed il ritrasformo di un idoneo impianto dotato : di ugelli widia da mm 0,4 a mm 1,8; di dosaggio elettronico della quantità delle polveri abrasive, di un efficiente sistema di regolazione della pressione; di una unità di filtraggio e di disidratazione delle polveri; la fornitura dell'abrasivo più adatto alle peculiarità del litotipo (in ogni caso di durezza inferiore a quella del materiale trattato); la realizzazione di una protezione con teli di nylon adatta ad impedirne la dispersione delle polveri nell'ambiente urbano; l'onere dell'abbigliamento di protezione per gli operatori; l'applicazione della microsabbiatura per l'esatto periodo di tempo determinato nel corso delle campionature.
 
Pulizia con idrosabbiatura
Pulizia di materiali lapidei da eseguire con impianto idrosabbiatura al fine di rimuovere depositi superficiali o pellicole di idropitture e vernici raggiungendo un soddisfacente grado di pulizia senza intaccare l'integrità del paramento. Nella lavorazione sono compresi i seguenti oneri:
il noleggio, il trasporto, la messa a regime, lo smontaggio ed il ritrasporto dell'impianto di idrosabbiatura a bassa pressione (0,1 - 1,0 bar), dotato di un sistema brevettato per il getto a vortice elicoidale sia di polveri abrasive finissime (5 - 300 micron) di durezza variabile da 1 a 4 Mohs che di un quantitativo d'acqua regolabile da un minimo di 10 lt. ad un massimo di 60 l/ora; l'esecuzione di un congruo numero di piccoli campioni (tasselli) da sottoporre all'approvazione della D.L.; la pulizia del supporto da eseguire manualmente con spazzole di fibra vegetale o con bisturi ; la messa in opera di un idoneo sistema di raccolta e deflusso delle acque di scarico; il rivestimento con teli di polietilene, da sigillare e collegare con adesivi impermeabili, dei materiali lapidei non interessati alla lavorazione o di altre parti della costruzione da proteggere; l'eventuale sigillatura, tramite elastomeri siliconici facilmente rimovibili, di fessure e cavità; l'applicazione dell'idrosabbiatura per l'esatto periodo di tempo determinato nel corso delle campionature.
Compreso ogni onere occorrente per dare la lavorazione compiuta ed eseguita (con acqua, con polveri o con entrambi i sistemi) sotto il controllo e le indicazioni di un restauratore professionista.

Fonte testo e foto:
L. Lazzarini, M.L. Tabasso, Il restauro della pietra, Padova 1986.
G.G. Amoroso, Il restauro della pietra nell'architettura monumentale, Palermo 1995.
R. Cazzella, a cura di, La conservazione dei monumenti, atti del 1° corso di informazione ASSIRCO, Perugia, 6-7-8 novembre 1979, Roma 1981.

Pulizia con vapore acqueo

Pulizia con vapore acqueo

Microsabbiatura

Microsabbiatura

Sabbiatura a secco

Sabbiatura a secco