(©Hufton + Crow)

Gli spazi aperti e le balconate concorrono alla definizione di un campus fluidamente interconnesso, che risponde in maniera originale al severo clima di Singapore. Elemento distintivo del progetto di UNStudio è l’uso del colore sulle facciate: se i fronti urbani adottano un colore neutro, che enfatizza il segno orizzontale dei parapetti e delle finestre a nastro, una volta all’interno predominano i verdi, i lilla e il bordeaux istituzionale dell’Ateneo.

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A un primo sguardo, il nuovo campus della Singapore University of Technology and Design (SUTD), collocato strategicamente nei pressi dell’aeroporto internazionale di Changi, può evocare una rappresentazione a piccola scala della morfologia della città: una ordinata collezione di edifici ad alta densità, collegati fra loro da ambienti esterni dominati da una vegetazione lussureggiante.

In realtà, un’analisi più accurata - e soprattutto una visita di persona - rivelano una qualità morfologica e connettiva molto più raffinata, basata su sofisticate strategie di porosità e di controllo climatico passivo. Il campus è progettato per dare sostanza fisica ai principi educativi su cui si fonda la SUTD, giovane università pubblica di Singapore che si occupa di architettura, ingegneria e design. Il compito del tessuto costruito – sia interno che esterno – è quello di creare un’interfaccia fra le diverse discipline, in grado di favorire l’interazione fra docenti, studenti, ricercatori e comunità professionale esterna. L’architettura è, quindi, il catalizzatore che combina persone e idee per ottenere innovazione e avanzamento tecnologico, basandosi su un’organizzazione degli spazi modellata sulle relazioni, tipicamente non lineari, fra persone di diverse posizioni e discipline.

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Il masterplan complessivo per la SUTD, in corso di realizzazione per fasi funzionali, si struttura attorno a due assi principali: la Living Spine, che collega l’accesso principale alle zone residenziali, e la Learning Spine, che attraversa invece i blocchi dedicati a didattica e ricerca per giungere alla futura stazione della metropolitana. Queste due spine dorsali si incrociano nel Campus Centre, nodo focale dal quale è possibile accedere direttamente all’auditorium principale, alla biblioteca e all’International Design Centre.

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Gli spazi sono articolati secondo il concetto di una rete educativa continua, aperta 24 ore per 7 giorno a settimana, in cui gli spostamenti delle persone sono facilitati - e anzi stimolati - da connessioni orizzontali e verticali basate su fluidità fisica e trasparenza visiva. La porosità dei volumi costruiti, le prospettive inattese e la continuità degli spazi protetti dal sole e dalle piogge equatoriali invitano gli utenti e i visitatori a spostamenti pedonali che, nelle intenzioni dei progettisti, faciliteranno le interazioni e gli scambi, anche casuali.
I gruppi di aule, laboratori e uffici di ricerca, caratterizzati da elevata flessibilità grazie alla maglia strutturale di 8,4 m e a quella di facciata da 1,4 m, sono circondati da spazi connettivi aperti - ma protetti dagli elementi - che fluiscono gli uni negli altri, espandendosi fino a costituire aree informali di incontro, lavoro e studio. Questi spazi perimetrali, assieme ai generosi volumi dedicati alle scale, costituiscono la cifra architettonica più caratteristica del campus e rappresentano una risposta originale e molto specifica alle condizioni ambientali di Singapore.

L’altro elemento distintivo nella SUTD è l’uso del colore sulle facciate, che assieme ai vuoti dei cortili facilita l’orientamento degli utenti. Se i fronti urbani adottano un colore neutro, che enfatizza il segno orizzontale dei parapetti e delle finestre a nastro, una volta all’interno predominano i verdi, i lilla e il bordeaux istituzionale dell’Ateneo.
Le principali scelte progettuali sono basate su considerazioni di sostenibilità e di efficienza energetica che hanno portato a privilegiare approcci passivi, in grado di determinare condizioni di comfort soddisfacenti con un limitato utilizzo di sistemi attivi. Sono state quindi adottate soluzioni il più possibile solide e basate su qualità morfologiche intrinseche, limitando il ricorso a tecnologie e sistemi di controllo complessi.
Nelle decisioni preliminari su orientamento degli edifici, profondità dei corpi di fabbrica e dimensione dei cortili è stata presa in considerazione l’esposizione al sole e ai venti, per massimizzare la ventilazione naturale e la quantità di luce naturale disponibile; se da un lato sono stati ridotti il più possibile i fronti est e ovest, esposti al sole basso del mattino e del pomeriggio, la porosità del piano terreno, i cortili e i connettori verticali sono progettati per incanalare i venti prevalenti (nord-est e sud-est) e garantire così un costante movimento dell’aria negli spazi aperti.

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Per quanto riguarda l’articolazione dei singoli edifici, gli spazi condizionati sono stati ridotti tramite la trasformazione dei tipici corridoi chiusi nelle citate balconate protette, che, in primo luogo, garantiscono spazi all’aperto praticabili in ogni condizione meteorologica, e secondariamente costituiscono un buffer climatico in grado di ridurre, grazie alle ombre portate, lo stress termico sugli involucri.
Il campus della SUTD è quindi una sofisticata macchina per l’insegnamento e la ricerca, in cui clima, paesaggio ed edifici si compenetrano per reinterpretare intelligentemente le tradizionali strategie di comfort climatico a servizio di un progetto educativo innovativo.