Sistemi/elementi tridimensionali

Testo di Silvia Mattera

Gli elementi tridimensionali, prima ancora di essere in qualche modo
aggregati, trasmettono significativi immagini spaziali; per
questo motivo assumono una specifica connotazione, che è quella di
rappresentare, in certa misura, forme e volumetrie predefinite.

Il concetto di elemento tridimensionale nasce attorno gli
anni '50, come sviluppo del concetto di prefabbricazione e con l'obbiettivo di
spostare in stabilimento una serie di operazioni destinate alla realizzazione di
un organismo abitativo. Il "tridimensionale" ha potuto svilupparsi grazie a due
condizioni favorevoli; le crescenti difficoltà di reperimento di mano d'opera di
cantiere e la disponibilità, invece, di notevoli quantità di energia a costi
contenuti che rendeva competitivo il prodotto realizzato "a macchina", cioè
industrialmente.

Si sviluppa così una tecnologia a elementi tridimensionali realizzati in cls,
che, per la loro particolare morfologia, consentono tempi di lavoro in cantiere
assai ridotto. Questo, cercando sempre di realizzare elementi strutturali in
grado di soddisfare contemporaneamente altre funzioni altre a quelle proprie di
natura statica.

Anche questo procedimento si basa sull'impiego di elementi completi di
serramenti, di impianti
e finiture interne e/o esterne, aggregando così in un
unico manufatto più piani ortogonali fra loro che delimitano uno spazio in grado
di fornire particolari prestazioni, se attrezzato con opportuni elementi.

Sviluppando questo concetto di scatola (box unit) si arriva a realizzare intere parti
dell'edificio a dimensioni di vano, e anche maggiori, che vengono aggregate in
cantiere mediante semplice accostamento e/o sovrapposizione.

A secondo del numero di elementi e del grado di complessità della loro
aggregazione è possibile una classificazione degli elementi tridimensionali
basata su parametri morfologici. E' possibile, con questo criterio, suddividerli
in elementi aperti, semiaperti, ad anello e chiusi.

Elementi aperti: sono quelli composti da due piani
generalmente ortogonali e solidamente connessi a realizzare un incastro, le
forme prevalenti sono ad "L" o a "T".
Elementi semiaperti:
sono costituiti da tre piani solidamente connessi e formanti un angolo retto
sulla linea di connessione.
Elementi ad anello: presentano
un ulteriore grado di complessità: generalmente vengono considerati simili ai
sistemi chiusi. Tali elementi sono costituiti da quattro piani paralleli a due a
due collegati a 90° che realizzano un parallelepipedo aperto.
Elementi
chiusi: sono quelli costituiti da cinque o più piani collegati
ortogonalmente tra loro.
 
Fonte testo
AA.VV., Guida
alla progettazione "le costruzioni prefabbricate"
, in «Modulo» n. 125,
10/86, Milano 1986.
T. Koncz, M. Mazzocchi, E. Tealdi, Prefabbricare:
architettura e industri delle costruzioni
, Milano 1979.

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