Marmi e pietre – La produzione e l'export hanno registrato livelli particolarmente negativi nel 2009

La meccanica strumentale italiana conserva margini rilevanti di leadership in buona parte delle sue specializzazioni, ma le difficoltà congiunturali hanno lasciato segni visibili. Fra i casi di maggiore evidenza, bisogna annoverare quello delle macchine e degli impianti per l’industria lapidea, dove i consuntivi del 2009 hanno registrato nuovi minimi, sia nella produzione sia nell’export. In particolare, le spedizioni all’estero, che riguardano oltre due terzi del fatturato, si sono ridotte del 29,8% in quantità e del 33,7% in valore, lasciando sul terreno circa quattro punti anche nel valore medio per unità di prodotto, sceso a 870 euro/quintale, per quanto superiore al prezzo di molti Paesi concorrenti.

Luci e ombre
Va detto che la meccanica italiana ha fronteggiato il ristagno della domanda con risultati mediamente migliori rispetto alla concorrenza europea, soprattutto tedesca e spagnola, mentre la sua quota sul totale delle vendite in partenza dall’Unione è salita al 70,3%, dal 57,8% del 2008. Il bilancio dell’Italia, invece, peggiora nel confronto mondiale, perché la domanda complessiva è diminuita di 16 punti, anche se in alcuni casi ha segnato incrementi straordinari, come quello che ha caratterizzato l’import cinese dell’impiantistica di lavorazione. Assai rilevante, invece, è stato il calo degli acquisti statunitensi, scesi di oltre un terzo a principale svantaggio dell’Italia, che ha visto la sua quota di mercato scendere dal 18 all’otto per cento dal 2008 al 2009.

I mercati più promettenti
Mercato leader per il made in Italy settoriale è diventato l’Egitto, con un fatturato pari a circa 42 milioni di euro, seguito da Algeria, Arabia Saudita, Cina e da oltre cento Paesi di tutto il mondo. Tra i maggiori passi indietro si segnalano quelli di Spagna e India. Simile a quello delle macchine è stato il consuntivo italiano dei beni strumentali: l’export di abrasivi ha registrato un calo del 21% in valore, inferiore di circa sei punti a quello europeo, mentre gli utensili diamantati hanno chiuso l’esercizio con una flessione del 29,6%, pressoché uguale a quella comunitaria. Nell’Assemblea Generale di Assomarmomacchine, l’Associazione di categoria del settore, che si è tenuta lo scorso maggio, è stata evidenziata, alla luce della congiuntura, la necessità ormai inderogabile di un approccio moderno ai problemi del settore, che deve tradursi in criteri della gestione orientati al marketing, alla centralità del cliente e alla competitività.