Stazione Termini  

Progettista: Marco Tamino, Grandi Stazioni
Committente: Ferrovie dello Stato
Destinazione d'uso: stazione ferroviaria

Prima stazione italiana per quantità di traffico giornaliero di passeggeri (attualmente vi transitano circa 400.000 persone al giorno), Roma Termini costituisce anche una delle più importanti e significative testimonianze dell'architettura moderna in Italia. Ricostruita in più fasi, dal 1938 al 1950, dopo la demolizione della stazione ottocentesca, Termini si presenta come una classica stazione di testa, composta da più corpi di fabbrica per un totale di 220.000 metri quadri. L'edificio frontale, con il grande atrio arrivi e partenze e con la vasta galleria trasversale che costituisce una strada pedonale interna, nasce dal disegno degli architetti Montuori, Vitellozzi e Calini, vincitori del concorso del 1947. Le due ali laterali, contenenti i servizi per i viaggiatori, sono l'ultima importante opera
di Angiolo Mazzoni prima della sua definitiva partenza dall'Italia. La zona dell'arrivo e della partenza dei treni è formata da un susseguirsi di pensiline parallele in cemento armato con rivestimenti in mosaico. Posta in uno dei quartieri centrali di Roma, non lontano da piazza della Repubblica, da via Cavour e da via Nazionale, la stazione - all'epoca molto prestigiosa per la qualità del disegno architettonico e il pregio dei materiali utilizzati - ha subìto, in questi ultimi decenni, un forte degrado, sia nelle sue strutture fisiche, sia per quanto concerne i servizi destinati al pubblico.
Come nel caso di molte altre stazioni ferroviarie, questo progressivo degrado ha generato un'indubbia svalutazione dell'intera immagine del luogo e ha innestato fenomeni simili nei quartieri circostanti. Per ovviare allo scadimento e alla disfunzionalità presente nelle maggiori strutture ferroviarie italiane, nel 1997 la società Grandi Stazioni del Gruppo Ferrovie dello Stato che recentemente ha visto anche l'ingresso di soci privati, ha costituito un laboratorio di ricerca e progettazione per il recupero del patrimonio ferroviario in Italia, guidato da Marco Tamino. A seguito del rinnovo di Roma Termini è stato lanciato un programma per la riqualificazione di altre dodici grandi stazioni, nelle città di Milano, Torino, Venezia, Verona, Genova, Bologna, Firenze, Napoli, Bari e Palermo. L'intervento di Roma Termini, completato all'inizio del 2000 dopo diciotto mesi di lavoro, realizzato dal gruppo di progettazione interno con l'apporto di società d'ingegneria esterne e di rinomati studi per lo sviluppo di attività specialistiche, testimonia il rinnovato interesse delle Ferrovie Italiane per la qualità architettonica dei propri edifici e per la modernizzazione dei servizi ai viaggiatori, e funge da operazione guida per i futuri interventi di ristrutturazione. 
Il progetto recupera il valore architettonico della stazione dando nuova vita agli spazi e risalto ai materiali esistenti. L'edificio preesistente viene considerato come un monumento da rivalorizzare, senza stravolgerne in alcun caso l'immagine originaria. La riqualificazione dello spazio interno interessa quattro zone: l'atrio degli arrivi e delle partenze, la galleria dei passeggeri, il piano sotterraneo dell'edificio di testa e l'ala Mazzoniana di via Giolitti. Il rapporto tra l'atrio - caratterizzato dalla famosa copertura ad andamento sinuoso, con nervature rivestite in tessere di mosaico grigio - e la galleria trasversale, è sottolineato, al piano terra, dal ridisegno degli spazi di collegamento e dalla presenza dei nuovi servizi di biglietteria, informazione e accoglienza viaggiatori. Al piano superiore, il solaio dei servizi forma un mezzanino che taglia come una lama metallica lo spazio del grande atrio senza interromperne la continuità e si affaccia con parapetti in cristallo su entrambi i lati. A questo livello trovano posto bar e ristoranti, da cui si può godere una vista panoramica sulla piazza dei Cinquecento, sulle mura Serviane, sulle terme di Diocleziano e sugli spazi interni dell'atrio, della galleria e del piazzale dei treni. Nella parte centrale, l'atrio è ulteriormente valorizzato dalla presenza di una grande libreria chiusa da pareti interamente vetrate e coperta da una struttura leggera in acciaio e tela, opera di Pierluigi Cerri. Nella galleria interna, che collega via Giolitti e via Marsala, e i marciapiedi di accesso ai treni, due ampie aperture e nuovi e numerosi servizi per i viaggiatori realizzati con grandi vetrate, sostituiscono le vecchie strutture commerciali che vi si erano installate senza un disegno preciso, ostruendo fisicamente e percettivamente lo spazio. Nel piano interrato, collegato con l'atrio e la galleria con ampie scale fisse e mobili e ascensori, è stato creato un elegante centro servizi di 12.000 metri quadri: il Forum Termini. Aperto fino a tarda notte anche la domenica, questo spazio commerciale dà acceso alla stazione delle linee della metropolitana. Infine, nell'ala Mazzoniana gli importanti lavori di recupero hanno permesso di ritrovare l'antico splendore dei materiali pregiati, delle strutture murarie e delle volte e il fascino degli spazi interni originari in abbandono da oltre sessant'anni. L'edificio accoglie servizi informativi, commerciali, sanitari e spazi per la cultura - vi verrà infatti realizzato un museo per l'arte contemporanea - rivolti sia alla città di Roma, sia al mondo del viaggio.
Nell'insieme, i materiali e le forme utilizzati nel progetto di recupero e per i nuovi elementi architettonici sono sobri e volti a sottolineare il rigore e i tenui cromatismi dell'architettura preesistente. Predomina la trasparenza e la permeabilità degli spazi e delle strutture. Lo studio dell'illuminazione a luce indiretta, effettuato da Piero Castiglioni, contribuisce a sottolineare l'elevata qualità del monumento e del nuovo disegno architettonico dell'insieme.
L'intervento che ha riportato valore, vivibilità e sicurezza al complesso di stazione non si è ancora esteso al rinnovo delle aree circostanti. Nell'attesa di attuare le proposte finora avanzate di sgombero della piazza dei Cinquecento dalla presenza del terminal degli autobus urbani, sostituito da fermate di transito, della realizzazione di nuove aperture per l'aerazione e l'illuminazione degli ambienti interrati, della creazione di nuovi parcheggi e della sistemazione della viabilità al contorno, Roma Termini si configura come un nuovo luogo pubblico urbano di qualità, destinato non soltanto agli utilizzatori del treno o della metropolitana, ma aperto alla vita della città.

Estratto da: STAZIONI - architetture 1990-2010

Planivolumetrico della stazione			Pianta generale con indicazione degli accessi			Pianta dell'atrio e della galleria centrale			Sezione longitudinale			Sezione longitudinale dell'ala 'mazzoniana'