Stazioni

L'interesse per le stazioni come luoghi urbani significativi si è concretizzato in molteplici progetti, sviluppati dai più famosi architetti del mondo, che pur nelle loro sostanziali differenze, affermano l'idea e la convinzione che le stazioni moderne non possano essere più semplicemente dei luoghi di arrivi e partenze, ma dei crocevia, dei veri e propri nodi, in cui far convogliare più persone e mezzi con scopi differenti.
Cambiando i tradizionali fattori di localizzazione, nonché le dinamiche di accesso alle funzioni e ai servizi urbani, per la graduale, sia pur parziale, sostituzione della prossimità fisica con la prossimità telematica, si renderà necessario progettare scenari nuovi, configurare spazi architettonici innovativi, caratterizzati da totale permeabilità.
Una stazione, una rotaia, un aeroporto e una qualunque altra infrastruttura di trasporto cominciano a far parte integrante di un sistema interrelato di punti, linee, tessuti.
La diffusione della rete ad alta velocità, la riduzione dei tempi di percorrenza, il mutato ruolo dei "terminali" urbani, la complessa richiesta di mobilità contribuiscono a determinare un cambiamento, non solo dimensionale, della città e dell'architettura dei "terminali" stessi.
Non è possibile pensare a un archetipo della stazione di domani, poiché questo nuovo segno della città del XXI secolo dipende da una serie di variabili, tipiche dei luoghi e delle relative esigenze.
La stazione diverrà nodo di reti e luogo della città; spazio che può riqualificare un'area o causarne la "morte"; un luogo preposto alla produzione, ricezione, elaborazione, trasmissione e controllo delle informazioni necessarie allo svolgersi funzionale della quotidianità.
Si diffondono e si moltiplicano gli spazi di sosta, riposo, di incontro, di partenza e arrivo. Sono i luoghi della vita pubblica, o di una vita semipubblica-semiprivata, luoghi di interscambio tra persone, merci e mezzi di comunicazione. Luoghi di incontro per una società deterritorializzata.
Nuovi treni ad alta velocità entrano nell'immaginario collettivo come i "meravigliosi mostri (bestie)" del XX secolo, mostri che fanno riemergere l'immagine della stazione come sede della macchina.

"Rispetto alle scelte funzionaliste dell'immediato dopoguerra e dei decenni successivi è nei primi anni Ottanta che si avverte una decisiva e diffusa inversione di tendenza. In questo periodo la Watford Conference, un organismo che riunisce in differenti occasioni i maggiori architetti, ingegneri e designers mondiali in materia di concezione degli spazi e delle strutture ferroviarie, istituisce il "Brunel Award", un premio per le opere che meglio esprimono il rilancio, nel mondo sociale, dell'immagine della stazione e del viaggio in ferrovia. Contemporaneamente, a Londra, il concorso d'idee per la risistemazione dell'intera area adiacente alle stazioni di King's Cross e St.Pancreas, e per il nuovo terminal internazionale, vede la partecipazione di importanti figure del mondo dell'architettura anglosassone. In Italia il dibattito, non senza polemiche, che si crea intorno alla ristrutturazione del nodo ferroviario di Bologna investe ambienti tecnici e accademici e avvia, anche all'interno dell'Università, una lenta ma importante riflessione, tuttora in corso, sulle possibili trasformazioni delle strutture ferroviarie esistenti nel territorio urbano e extraurbano. In Germania, i numerosi concorsi organizzati dalla Deutsche Bahn per la ristrutturazione delle più grandi stazioni del Paese danno luogo a importanti manifestazioni culturali, quali mostre itineranti, conferenze internazionali e pubblicazioni. In Francia, la Société Nazionale des Chemins de fer Français (SNCF) si impegna in un concreto lavoro di ristrutturazione delle vecchie stazioni e di edifici legati al sistema del traffico ad alta velocità. Per rispondere al meglio a un progetto così vasto viene creata l'Agence des Gares, una struttura autonoma anche se legata alle ferrovie dello Stato, che avrà benpresto ampio riconoscimento anche a livello internazionale e che oggi impiega con il suo studio di progettazione AREP circa 280 professionisti [...] nel disegno di nuove stazioni come nel restauro o nell'ampliamento dei vecchi fabbricati, gli architetti non fanno più riferimento, come in precedenza, a un unico modello astratto: i loro progetti sono da considerarsi piuttosto come un inventario d'idee diversificate, una risposta eterogenea data dalla necessità di ritrovare spazi architettonici ricchi di qualità. [...] Unico dato che accomuna la maggior parte dei progetti analizzati è la valorizzazione della stazione in quanto occasione di ridisegno del quartiere che la circonda. Come per altri edifici pubblici contemporanei, lo stretto rapporto tra il luogo-stazione e lo spazio della città è sottolineato dal nuovo ruolo urbano dell'edificio ed è definito da specifiche leggi compositive. Seguendo alcune scelte formulate nel corso degli anni Settanta, la stazione non è più pensata come un edificio pubblico autonomo, un monumento isolato nel tessuto urbano, ma come il punto di partenza per una razionale risistemazione del sistema dei trasporti, per una globale riprogettazione delle aree dimesse, per il disegno di nuovi quartieri destinati non solo al terziario, ma anche all'abitazione [...] Nei centri storici, il progetto della stazione ha la funzione di riqualificare il tessuto circostante e di collegare tra loro diverse parti di città, dando una nuova identità al quartiere. Nella periferia urbana, essa permette di creare un nuovo centro polifunzionale attraversato da una vasta rete di percorsi e di spazi pubblici. Nel territorio extraurbano, essa diventa, in mancanza di contesto, un nuovo segnale se non un vero e proprio segno enfatizzato. [...] si può dunque affermare che le risposte date daglli architetti negli corso di questi ultimi vent'anni al tema della stazione ferroviaria rivelano, non un'unica tendenza di stampo storicistico, tecnicistico o artistico, ma più approcci isolati, il cui dato comune è l'interesse per il progetto urbano. Se, da un lato, si legge il tentativo di riportare unità formale al luogo della stazione dando qualità allo spazio pubblico circostante, dall'altro, si ritrova la volontà di concepire il fabbricato come somma di più parti, ciascuna formante un angolo di città, e dall'altro ancora, si riscontra la ricerca tipologica di un edificio unitario che abbia un rapporto specifico e consolidato nella storia con la morfologia urbana. La stazione intesa come parte di città, come punto di partenza per una globale riprogettazione del quartiere, per i disegno di nuove aree urbane, può offrire stimoli interessanti per un'evoluzione e una trasformazione della sua architettura: entrano così a parte dell'edificio, attraverso rapporti analogici, altri luoghi prettamente urbani, tipici dello spazio pubblico, come il ponte, la strada costruita, la strada coperta. [...] Dal punto di vista tipologico, la suddivisione ottocentesca in stazioni di testa, a ponte, a isola, o passante, non è più d'attualità. Le diverse forme di distribuzione permettono di suddividere gli esempi in stazioni per treni ad alta velocità, che possono presentare un'organizzazione compartimentata simile a quella di un aeroporto, e in stazioni tradizionali. Esse riprendono gli elementi della stazione principale della fine del XIX secolo e offrono spesso una grande trasparenza e apertura degli spazi gli uni sugli altri. Considerati nel loro insieme, i progetti di rilievo di questi ultimi due decenni si riferiscono essenzialmente alla costruzione di nuove stazioni all'interno della città. Tranne che per l'esempio francese, la definizione di nuovi poli d'interscambio nel territorio rimane ancora marginale. Le operazioni di recupero e d'estensione delle grandi stazioni esistenti sembrano invece costruire al base dei progetti di cantiere per il prossimo decennio. [...] i paesi europei hanno iniziato ad interessarsi all'alta velocità circa nello stesso momento, tra il 1965 e il 1970, con l'obiettivo di una modernizzazione globale delle strutture legate al traffico ferroviario e di una riorganizzazione di tutto il sistema ad esso collegato."

Cristiana Mazzoni, "Stazioni. Architetture 1990-2010", Federico Motta Editore, 2001

Le stazioni ferroviarie possono essere classificate secondo diversi criteri: il tipo e la quantità di traffico, la posizione della stazione e il fabbricato viaggiatori rispetto alla linea, le caratteristiche del servizio.
Secondo l'importanza del traffico si distinguono queste tipologie:

· Grandi stazioni di aree metropolitane o di città sede di altre stazioni di nodo; spesso con tipologia di testa, sono collocate all'interno del tessuto urbano più denso;
· Medie stazioni di centri urbani importanti, quando possiedono più di due binari per ogni direzione di marcia, tali stazioni possono essere assimilabili alle stazioni secondarie di grandi aree metropolitane;
· Piccole stazioni comprendenti stazioni medio-piccole e scambiatori per pendolari in grandi aree metropolitane, nonché piccole stazioni o fermate per comuni di piccole stazioni.

Secondo la specializzazione funzionale si distinguono:

· Stazioni viaggiatori ad alta velocità di interesse nazionale e internazionale;
· Stazioni viaggiatori grandi linee, linee di interesse regionale;
· Stazioni di linee di interesse locale (metropolitane);
· Scali merci;
· Stazioni merci e stazioni di smistamento, poste in prossimità dei nodi;
· Stazioni miste (stazioni di piccole e medie dimensioni).

Secondo l'ubicazione del fabbricato viaggiatori si distinguono le seguenti tipologie:

· Di testa, caratterizzata cioè da un fascio di binari che si restringe al collegamento delle linee di arrivo e partenza, può comunque essere utilizzata per stazioni intermedie;
· Di transito, o di passaggio;
· A cuneo, in corrispondenza di biforcazioni;
· Ad isola, circondate dalle linee.

Secondo il tipo di servizio per il movimento treni si distinguono:

· Capotronco;
· Di diramazione;
· Di comunicazione (tra tratte eterogenee).

<b>Meinhard von Gerkan, Marg & Partner</b> - Fern- und S-Banhof Berlin-Spandau, Berlino, 1999

Meinhard von Gerkan, Marg & Partner - Fern- und S-Banhof Berlin-Spandau, Berlino, 1999

<b>Jean-Marie Duthilleul, Etienne Tricaud, Daniel Claris, Pierre Saboya, Agence des gares-SNCF</b> - Gare Lille-Europe, Lille, 1994

Jean-Marie Duthilleul, Etienne Tricaud, Daniel Claris, Pierre Saboya, Agence des gares-SNCF - Gare Lille-Europe, Lille, 1994

<b>Santiago Calatrava</b> - Gare TGV Lyon-Saint-Exupéry, Lione, 1994

Santiago Calatrava - Gare TGV Lyon-Saint-Exupéry, Lione, 1994

<b>Santiago Calatrava</b> - Estaçao do Oriente, Lisbona, 1998

Santiago Calatrava - Estaçao do Oriente, Lisbona, 1998

<b>Rafael Moneo</b> - Puerta de Atocha, Madrid, 1992

Rafael Moneo - Puerta de Atocha, Madrid, 1992

<b>Ignazio e Jacopo Gardella</b> - Stazione di Lambrate, Milano, 1999

Ignazio e Jacopo Gardella - Stazione di Lambrate, Milano, 1999

<b>Jean-Marie Duthilleul, Etienne Tricaud, Daniel Claris, 
Agence des gares-SNCF, AREP</b> - Gare TGV de Monaco, Montecarlo, 1999

Jean-Marie Duthilleul, Etienne Tricaud, Daniel Claris,
Agence des gares-SNCF, AREP
- Gare TGV de Monaco, Montecarlo, 1999

<b>Antonio Cruz, Antonio Ortiz</b> - Estaciòn de Santa Justa, Siviglia, 1991

Antonio Cruz, Antonio Ortiz - Estaciòn de Santa Justa, Siviglia, 1991