Gli ex seccatoi di tabacco a Città di Castello ospitano oggi le opere realizzate negli ultimi vent’anni da Alberto Burri (1915-1995), artista poliedrico e provocatorio - suoi il Grande Cretto che, come un sudario, ricopre la città terremotata di Gibellina - le cui opere sono esposte nei più importanti musei del mondo: dal Centro Pompidou a Parigi, al Guggenheim di New York, alla Tate Gallery di Londra ecc. La maggior parte della produzione dell’artista è conservata nella sua città natale, Città di Castello, ed è curata dalla Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri, nata nel 1978 per tutelare e gestire le opere che il maestro aveva donato alla sua città. La Fondazione che ha la sua sede principale in Palazzo Albizzini, dove sono esposte più di cento opere dell’artista, alla fine degli anni ’80 decise di acquistare gli spazi degli ex seccatoi di tabacco per ospitare in modo permanente la sua ultima produzione.

Il complesso industriale venne realizzato tra il 1958 e il 1965 nella immediata periferia di Città di Castello (PG) ed è composto da 11 capannoni dalle dimensioni particolari e assolutamente estranee agli standard dell’epoca: la lavorazione del tabacco sub-tropicale richiedeva infatti particolari condizioni di riscaldamento e ventilazione ottenute anche grazie alle dimensioni degli ambienti interni realizzati con un’altezza utile di 14 m. Proprio la particolare vastità degli spazi ha consentito l’utilizzo delle strutture dei seccatoi anche per salvare dai danni dell’alluvione di Firenze del 1966 il materiale cartaceo della Biblioteca Nazionale Centrale, del Tribunale Civile e Penale e della società editoriale “La Nazione”.
Negli anni ’70 venne abbandonata la coltivazione del tabacco, le strutture dismesse furono utilizzate in modo discontinuo per l’organizzazione di eventi e fiere e uno dei capannoni venne concesso ad Alberto Burri che lo utilizzò come studio e vi organizzò la prima mostra del vasto ciclo pittorico “Il Viaggio”.
Alla fine degli anni ’80 la Fondazione decise di acquistare l’intero complesso avviando i lavori per la sua trasformazione in polo museale il cui progetto venne curato dagli architetti Alberto Bacchi e Tiziano Sarteanesi che lavorarono in stretto contatto con il maestro Burri. L’intervento di rifunzionalizzazione è stato orientato al mantenimento delle caratteristiche di essenzialità delle vaste strutture industriali che ben si adattavano alle esigenze espositive delle grandi opere dell’artista. Un progetto strettamente conservativo che non ha però rinunciato a una forte caratterizzazione ottenuta grazie alla colorazione nera di tutte le pareti esterne - voluta dallo stesso Burri come segno distintivo della sua poetica - che fa sì che il completto si stagli all’interno di un’area verde utilizzata anche per ospitare alcune grandi sculture dell’artista.

Un compendio immobiliare così ampio e articolato, con edifici per una cubatura complessiva di 126.000 mc, e destinato a una fruizione così intensa, oltre 32.000 i visitatori dei musei dedicati a Burri durante il 2015 anno del centenario della nascita, richiede costanti e attente opere di manutenzione e conservazione di cui si fa carico la Fondazione voluta dall’artista. Tra gli interventi più recenti ricade anche il rifacimento di parte delle coperture dei seccatoi che ha interessato circa 5.000 dei 12.000 mq complessivi. I lavori, resi necessari dall’esigenza di consolidare alcune zone della calotta cementizia, hanno comportato la rimozione del manto impermeabile preesistente e l’adozione di un nuovo pacchetto di copertura correttamente isolato.
La scelta del materiale isolante ha privilegiato la soluzione Stiferite Class B provvisto di un rivestimento superiore in velo di vetro bitumato che lo rende idoneo all’applicazione sotto membrane bituminose saldate mediante sfiammatura. Oltre alla perfetta compatibilità con i materiali bituminosi, utilizzati per la barriera al vapore e il manto impermeabile, e con la tecnologia applicativa a caldo, la soluzione Stiferite è stata adottata per le elevate prestazioni isolanti, le caratteristiche fisico-meccaniche, la lavorabilità e la resistenza alle temperature di esercizio elevate che possono essere raggiunte dalle coperture con manto impermeabile a vista.
La nuova stratigrafia della copertura ha previsto: la stesura di una barriera al vapore; il fissaggio meccanico dello strato isolante costituito da pannelli Stiferite Class B di dimensioni 600x1.200x70 mm. Per conformarsi al meglio alla curvatura della copertura i pannelli sono stati posati con il lato più lungo parallelo alla linea di gronda e a giunti sfalsati; la posa del manto impermeabile bituminoso autoprotetto da scaglie di ardesia. La finitura del manto è di colore rosso, come previsto dal progetto di restauro dell’intero complesso e come richiesto anche dal Piano Regolatore del Comune di Città di Castello attento al rispetto del cromatismo architettonico tipico della zona.
Stiferite Class B è un pannello sandwich costituito da un componente isolante in schiuma polyiso, espansa senza l’impiego di CFC o HCFC, rivestito sulla faccia superiore con velo di vetro bitumato accoppiato a PP, specifico per l’applicazione mediante sfiammatura, e quella inferiore con fibra minerale saturata.

Scheda progetto
Progetto: rifacimento copertura Museo Burri presso Ex essiccatoi del tabacco a Città di Castello (PG)
Committente: Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri
Progettazione: Arch. Tiziano Sarteanesi e Ing. Luca Marioli
Impresa esecutrice: Impresa Edile Epi Simone
Fornitura Materiale isolante: Paolini srl
Isolamento Termico: Stiferite Class B spessore 70 mm ca. 5.000 m2