itinerario – Estratto da Area 106, l'itinerario dei progetti più recenti di Stoccolma

Alla fine del Saltsjönfiord il Baltico incontra il lago Mälaren, ma con difficoltà: l'acqua deve conquistare il suo spazio fra una miriade di isole prima di addolcirsi in prossimità del bacino lacustre. I limiti si estendono, diventano incerti - specialmente nella rigida stagione invernale - e gli elementi si confondono: i confini fra terra, acqua e cielo si fanno labili e tutto sembra possibile. Ed allora capita!
Succede che, nel più improbabile dei luoghi, dove l'artificio della presenza umana sembra bandito, si inneschino le condizioni storiche per la genesi di un centro urbano. Succede che un fondatore dai tratti mitici, Birger, lo Jarl di Bjälbo, sul preesistente villaggio di pescatori dell'XI secolo, decida di creare una città capace di garantire la difesa dell'entroterra e permettere l'espansione del traffico commerciale verso i porti europei. Nel XIII secolo, attorno al castello di Tre Kronor, in pochi anni viene costruito un nuovo insediamento sulla piccola isola di Gamla Stan, regolando il corso dell'acqua con chiuse lignee fra Stadsholmen e Riddarholmen: Stoccolma, la "città tra i ponti", si sviluppa e si impone come porto di esportazione del rame e del ferro proveniente dalla regione di Bergslagen, tanto da divenire uno dei principali membri della lega anseatica.
La sua stessa costituzione, secondo l'orientamento di Birger Jarl, determinerà - data la favorevole collocazione logistica, baricentrica rispetto ai domini Gotar e Svear - il definitivo processo di aggregazione e consolidamento dello stato svedese (Sverige dall'antico Svear Rike: regno degli Svear). In un breve lasso temporale un'area senza un vero centro di riferimento, assunse un ruolo egemone nell'area scandinava ed una compattezza tale da tentare perfino l'espansione sul suolo russo, arrestata alla foce del fiume Neva da Aleksandr Nevskij nel 1240.
Al rapido processo di genesi seguì, nei secoli successivi, un lento consolidamento fino al risveglio urbano del XVII secolo, celebrato dall'esuberante veste barocca introdotta dai Tessin: presenze grandiose, funzionali alla rappresentatività della nuova capitale svedese, ma non invasive rispetto all'originale matrice medievale.
Lo stesso equilibrio fra paesaggio e sistema urbano, che ha orchestrato nel tempo l'espansione cittadina fino a ricoprire le attuali 14 isole, ha permesso di eludere, nel Novecento, le tentazioni di un profondo rinnovamento dell'area metropolitana secondo una radicale visione dell'urbanistica moderna.
Per la fatiscente Gamla Stan, cuore identitario della storia cittadina, era stata prevista infatti la completa demolizione ed un nuovo impianto con direttrici di scorrimento più funzionali2 al ruolo di una metropoli moderna: solo le insistenti proteste di eminenti personaggi, come August Strindberg e Carl Larsson, permisero la sospensione e poi l'abbandono dei progetti. L'area fu definitivamente posta sotto tutela negli anni sessanta. Oggi la città vecchia è uno dei centri storici medievali più grandi e meglio conservati d'Europa.

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