impianti sportivi – Una grande pensilina metallica caratterizza la nuova palazzina bar e servizi del Centro sportivo di Olgiate Molgora.

Il nuovo edificio si frappone fra la corte interna, sede di varie manifestazioni durante l'anno e sulla quale affacciano le varie attività del centro sportivo, e il campo di calcio; si sviluppa per circa 60 metri occupando tutto il lato corto di quest'ultimo. Una grande pensilina metallica di copertura alta circa sette metri, ritmata dal lungo porticato con colonne ogni quattro metri, funge da collante alle varie strutture edilizie sottostanti che ospitano i nuovi spogliatoi e i servizi per calcio e tennis, la sede della associazione sportiva “Aurora” e un nuovo bar. Essa si protende verso la via pubblica creando uno spazio coperto davanti al bar che vi si ritrova affacciato. Un muro in calcestruzzo definisce uno spazio interno più riservato e protetto dal traffico stradale, dove il bart potrà estendere le proprie attività durante la buona stagione. Le pareti esterne sono finite con due diversi materiali: la parte coperta dal portico e le parti più basse delle pareti rivolte a sud sono rivestite con doghe orizzontali di legno duro (termowood) mentre le parti più esposte, riportate sullo stesso piano esterno del legno, sono finite a intonaco di calce lisciata a frattone di acciaio.
Le strutture di carpenteria, così come la lamiera grecata di copertura, pilastri circolari e travi a profilo aperto, sono interamente realizzate in acciaio zincato a caldo. I serramenti e le porte esterne sono in acciaio verniciato grigio scuro e protetti, dove esposti, da cornici in fibrocemento duravit nero. In particolare la vetrata a doppia altezza del bar si evidenzia per leggerezza e trasparenza, con l'angolo esposto a sud ovest, caratterizzato da una serie di lamelle frangiluce in legno.

Abbiamo intervistato i progettisti:
Alessandra Coppa: Qual è il concept dell'opera che avete selezionato, la Nuova Palazzina a Olgiate?
LFL Architetti: La nuova struttura polifunzionale costituisce il primo nucleo del progetto di riqualificazione complessiva del centro sportivo di via Aldo Moro, il cui obiettivo principale è quello di inserirsi nel contesto urbanizzato e costituire un nuovo fronte riconoscibile lungo via pubblica. Si prevede per il futuro la demolizione dell'attuale corpo bar-spogliatoi e il completamento della struttura con l'alloggio del custode.
Il luogo di intervento, dove hanno sede le varie attività sportive della società Aurora, possiede un rapporto consolidato con i quartieri residenziali circostanti e ne costituisce un riferimento urbano e sociale molto importante.

A.C.: Quali sono le “linee guida” del vostro studio?
LFL: Questa è un'occasione ulteriore per presentare il lavoro di LFL Architetti, un lavoro, ci piace sottolinearlo, apprezzato per la sua “normalità”. “Normalità” intesa soprattutto sotto il profilo metodologico, ovvero come possibilità di giungere ad un'opera architettonica attraverso un percorso “normale o consueto” che, nel nostro caso è quello dell'attività professionale.
LFL Architetti è infatti un gruppo di sei architetti, titolari di tre studi professionali distinti che decidono di lavorare insieme, da circa dieci anni ormai, per ampliare il ventaglio delle occasioni di fare architettura, condividendo esperienza professionale, voglia di ricerca e possibilità di crescita e confronto attraverso la realizzazione di opere.
Nell'ambito di questa attività la partecipazione ai concorsi di progettazione non è, per noi, un'occasione episodica per sfuggire alla consuetudine dell'attività professionale, né unicamente l'opportunità di dedicarsi a temi offerti quasi esclusivamente dalla Committenza pubblica, ma soprattutto una “normale” prassi di progettazione che, indubbiamente, presenta alcune peculiarità. Il risultato ottenuto con le opere realizzate e quelle in corso, non può essere disgiunto dal grande sforzo di aver affrontato in questi pochi anni e parallelamente alla attività professionale, oltre 30 concorsi di architettura. E' quindi importante sottolineare della nostra esperienza che, per chi vive della propria professione, la scelta faticosa di contare sui concorsi, è determinata dalla possibilità di ricevere incarichi pubblici, anche importanti, altrimenti non raggiungibili. Una collaborazione che resiste nel tempo. Forse perché abbiamo avuto la fortuna di poter realizzare da subito i progetti aggiudicati nei concorsi di progettazione. Troppi infatti sono gli esempi di progetti vincitori di concorsi di architettura, dimenticati o sfruttati per essere rielaborati dagli uffici tecnici comunali. Crediamo fermamente nell'importanza dell'esperienza del costruire, nell'avvicinamento dei due momenti del progetto e della realizzazione, nella necessità di mettere subito alla prova le scelte di progetto, di sperimentare le difficoltà nel mettere in opera le scelte architettoniche e materiali del progetto, di pagare gli errori e di cercare di non ripeterli.
Questa attenzione all'architettura costruita, che si evidenzia anche nel rapporto di assoluta fedeltà tra i progetti di concorso e opere realizzate, è senza dubbio uno degli aspetti di maggior connotazione del nostro percorso ed evidenzia il nostro interesse nel cercare di sviluppare progetti che siano effettivamente realizzabili ed adeguati alle esigenze da soddisfare anche in relazione all'assoluta “non -normalità” delle risorse disponibili nell'ambito degli appalti pubblici in Italia.
E' stato scritto, (in occasione di pubblicazioni, premi di architettura o rassegne che ci hanno coinvolto in questi anni) che i due caratteri più rilevanti della nostra architettura sono l'attenzione al luogo, e l'attenzione e proprietà nella scelta dei materiali e nella definizione del dettaglio costruttivo. Queste caratteristiche sono inevitabilmente l'effetto dell'interesse che abbiamo descritto per la realizzabilità dell'opera. Sono state date anche interpretazioni linguistiche (….) che ci interessano meno e riteniamo meno significative nel senso che, pur avendo inevitabilmente preferenze e riferimenti di carattere espressivo comuni, il nostro è pur sempre il lavoro di un gruppo che integra sensibilità differenti.
La forza del gruppo, e probabilmente quello che ci ha permesso di restare insieme fino ad ora, è l'opportunità di poter contare proprio su sensibilità differenti e sulla possibilità di sviluppare la progettazione sfruttando diversi punti di vista. Ogni volta che affrontiamo un progetto ciascuno di noi sviluppa un approccio differente al tema e l'aspetto linguistico non è che la conseguenza di un approfondimento coerente dell'idea progettuale che si è scelta tra le varie proposte. La risposta, in termini di linguaggio dell'architettura, dell'uso di particolari elementi forme, materiali, è sempre riferita alle specificità del luogo, del programma e delle risorse disponibili. Non a caso vi presenteremo alcuni progetti che hanno presupposti, in termini di esigenze espresse dalla committenza e di risorse messe a disposizione oltre che di “condizionamenti” imposti dal luogo, significativamente differenti e che, inevitabilmente, hanno prodotto architetture estremamente diverse sotto il profilo espressivo.
Tra i temi ricorrenti nei progetti affrontati in questi ultimi anni, ci sono quelli delle relazioni che si instaurano fra il progetto di architettura e il contesto in cui si inserisce, di come il progetto, sia esso un progetto di edificio ma anche di sistemazione urbana, si confronta con l'esistente, e del percorso che va dalla ricerca progettuale in fase di concorso, all'approfondimento esecutivo del progetto, fino alla realizzazione dell'opera.


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scheda progetto

Luogo: Olgiate Molgora (LC)

Committente: Comune di Olgiate Molgora

Progettista: LFL architetti (Sergio Fumagalli, Laura Luconi, Piero Luconi, Alessandra Manzoni, Giovanni Sacchi, Dario Zappa)

Progetto strutture: Ing. Giancarlo Alderighi

Progetto elettrico: Famlonga Amerino srl

Impresa di costruzione: Mirra

Progetto impianti sanitari: CITI sas

Superficie costruita mq: 530

Volume costruito mc: 1.414