Strutture in legno lamellare

Autore testo: Simone Speciale

Nel 1906 in Francia e Germania e nel 1907 in Svizzera, Karl Friederich Otto Hetzer, maestro carpentiere tedesco, depositò un brevetto per la fabbricazione di elementi da costruzione in legno curvato: è la nascita del lamellare. Sono rimaste, in Francia, alcune realizzazioni di questa epoca in perfetto stato di conservazione, quale l'edificio della caserma di Bruat a Colmar, che risale al 1918.
L'evoluzione prosegue con le prove fatte in Svizzera tra il 1910 ed il 1915, con l'importante sviluppo in Olanda dal 1921 e con le prime realizzazioni americane degli anni '30 sempre sotto l'influenza diretta ed indiretta di Hetzer.
Negli ultimi decenni anche nel nostro paese, un rinnovato interesse va diffondendosi fra tecnici e costruttori, per il legno lamellare: un modo nuovo di usare un materiale antico quanto la storia abitativa dell'uomo.
La novità tecnologica di questo materiale è di essere ottenuto mediante l'incollaggio di lamelle o assi di legno di opportune dimensioni, in modo da formare elementi strutturali ad ampia flessibilità compositiva e formale, non disgiungendo una pregevole validità estetica.
Ulteriori vantaggi derivano dalla possibilità di una prefabbricazione che consente di ottenere un materiale dalle caratteristiche di omogeneità e uniformità di resistenza superiore alla corrispondente essenza legnosa, nonché uno sfruttamento massimo della materia prima.
Le normative vigenti suddividono il legno lamellare, analogamente a quanto avviene per il corrispondente legno massiccio, in categorie o classi, in funzione delle caratteristiche tecnologiche e proprietà fisico-meccaniche del materiale (presenza di nodi, fessurazioni, cipollature, inclinazione delle fibre, peso specifico).
Il legno lamellare come materia prima è normalmente usato in tavole di 38 mm di spessore, di larghezza variabile dai 12 ai 24 cm (di 2 in 2 cm), lunghezza da 4 a 6 m. Teoricamente si può utilizzare qualsiasi essenza di legno, purché compatibile con il collante usato.
Le normative classificano le essenze legnose in:
- conifere (tenere);
- latifoglie (dure).
Fra le conifere attualmente più impiegate nel lamellare in Europa ricordiamo: l'abete rosso, l'abete bianco, il larice, il pino silvestre, il douglasia. Fra le latifoglie  si sta prendendo in considerazione la possibilità di utilizzare il pioppo.
Nella prima fase della produzione il legname è messo in celle di essiccazione e portato al grado di umidità necessario alla lavorazione ed alla resistenza richiesta. L'umidità del legno, al momento dell'incollaggio, deve essere accuratamente verificata e risultare sempre inferiore al 15%.
Dopo l'essiccazione, poiché il tasso di umidità non è regolare all'interno di una stessa lamella, essendo più basso in periferia che al centro, le lamelle vengono lasciate 'riposare' per due tre giorni all'interno dello stabilimento prima di essere portate alla linea di lavorazione e sottoposte alle seguenti fasi del processo produttivo:
- prepiallatura (facoltativa);
- controllo dell'umidità tavola per tavola;
- intestatura e controllo qualitativo del legno con eliminazione delle parti che presentano grossi difetti come grossi nodi, smussature, fenditure;
- fresature delle testate per la formazione dei giunti a pettine;
- spalmatura della colla sul giunto e successivo pressaggio.
Ottenuta così una lamella continua la si pialla sulle quattro facce e si taglia automaticamente, con arresto predeterminato, alla lunghezza necessaria per la trave da realizzare.
Le fasi precedenti realizzano lamelle la cui lunghezza determina la lunghezza della trave, le successive ne determinano la sezione in altezza, essendo già la larghezza della trave determinata dalla larghezza stessa della lamella utilizzata.
Le successive fasi di lavorazione sono:
- incollaggio, le colle impiegate sono a base di urea formolo e a base di resorcina;
- pressatura con impiego di presse orizzontali (più uste) oppure verticali;
- piallatura delle travi, rimosse dalla pressa le travi sono lasciate 1-2 giorni all'interno dello stabilimento;
- finitura, nel reparto di finitura la trave viene intestata realizzando le sagomature di progetto, i fori ed i tagli necessari per l'assemblaggio di elementi metallici;
- impregnazione, sugli elementi in legno lamellare vengono spalmati almeno due strati di prodotti impregnanti; sostanze con la funzione di preservare il legno da insetti funghi, umidità e con un pigmento che conferisca alle travi il colore desiderato.
Le aziende produttrici di legno lamellare, devono attenersi a una serie di direttive e normative sulla qualità che consentono di fornire un'elevata garanzia sui requisiti del legno lamellare. In assenza di una normativa italiana che regoli il settore del lamellare in attesa che vengano stilati gli eurocodici CEE, le ditte italiane operanti nel settore fanno riferimento alle normative estere, in particolare a quelle tedesche.

Bibliografia:
M. Caironi, L. Bonera, Il legno lamellare: Il progetto.
A. De Angelis, Progettazione delle strutture in legno lamellare.
Natterer, Herzog, Volz, Atlante del legno, Torino 2000.

Il legno lamellare

Il legno lamellare

Il legno lamellare

Il legno lamellare