Travi

Testo di Luciano Cannas

Travi e travature isolate, travi appartenenti ai solai, terziere di capriate, mensole di cornicioni, travi di coperture ad unica falda, travi di colmo di tetto sono le tipologie che possono essere assimilati a questo gruppo.
Le travi possono anche presentarsi composte per superare luci maggiori con ridotte dimensioni attraverso dentature, biette e cavicchi, staffe e connettori.
Nella configurazioni moderna si presentano con occhielli che consentano il passaggio di bulloni.
Le sollecitazioni a cui le membratura sono sottoposte sono a flessione, taglio, sforno normale (eventuale) e torsione (non frequente).
In una serie di capriate, i colmi che lo uniscono a due a due sono sollecitati a sforzo normale (quelle più impegnative) oltre che a flessione e a taglio.
Le chiodature eventuali sono sottoposte a sforzo di taglio e sfilamento.

DEGRADAZIONI STRUTTURALI
Le travi a causa della flessione assumono deformazioni che diventano nel tempo irreversibili almeno in parte. Queste deformazioni producono caratteristiche ondulazioni nelle membrature delle coperture.
Le lesioni nelle travi inflesse sono:
- deformazioni permanenti che riguardano l'asse longitudinale
- fessurazioni perpendicolari alle fibre. Esse insorgono nelle parti tese prima della rottura delle parti compresse: il comportamento plastico del legname nelle sezioni sottoposte a compressione provoca lo spostamento dell'asse neutro verso zone tese e un diagramma delle sollecitazioni massimo di trazione raggiunta al bordo assume valori maggiori che nel diagramma triangolare.
- fessurazioni longitudinali parallele alle fibre. Le accentuate differenze di sollecitazione cui sono sottoposte le parti tese provocano differenze nei valori degli allungamenti delle fibre che sono costrette a mutui scorrimenti nei piani ad esse paralleli. Questo fenomeno è anche dovuto alla tendenza al rialzamento in mezzeria della parte superiore compressa.
Spesso le fessurazioni delle parti tese insorgono per la minor resistenza del legno a queste sollecitazioni. In alcune parti compresse delle travi dovute alla riquadratura, specialmente di fusti a fibratura non perfettamente parallela, si possono verificare fenomeni di fessurazione longitudinali.

A causa di questi comportamenti del legname e delle degradazioni sono state introdotte nel tempo dei dispositivi che attraverso bullonature e utilizzo di biette permettono:
- di contrastare le dilatazioni trasversali dovuti alla compressione;
- frazionare le lunghezze;
- impedire lo scorrimento longitudinale.

Il loro utilizzo, dettato spesso da osservazioni sul comportamento del legno in sito, risulta efficace nell'intervento di restauro per prevenire e contrastare fenomeni di degrado.
Nelle travi inflesse gli sforzi di taglio sugli appoggi possono essere notevoli quando la ripartizione dei carichi trasmessi dalle travi sulle murature è insufficiente. La conseguente reazione è concentrata in regioni molto ridotte che possono essere localizzati proprio dove gli elementi metallici concentrano i loro sforzi, oppure dove si ha un innalzamento delle estremità appoggiate. Questo fenomeno può essere ovviato con mensole sottostanti alle travi e collegate con chiodature.

Il tranciamento progressivo della sezione e la rotazione delle membrature intorno all'altro appoggio che causa la formazione delle fessurazioni longitudinali che causa la rottura nelle sezioni prossime alla mezzeria sono quindi le cause principali delle degradazioni.
Nelle travi composte le degradazioni si verificano soprattutto nelle dentature se prive di cravatte. Queste sezioni sono sottoposte le sollecitazioni radiali in cui il legno è meno atto a resistere, provocando spesso fessurazioni longitudinali.

Fonte testo:
R. Bernazzoni, Conservazione dei Materiali. Procedure d'intervento, Ed. Maggioli, 1997, Rimini