Edilizia sostenibile – Lo studio Rau Architects ha trasformato un complesso agricolo in disuso nella nuova residenza amministrativa olandese dell'organizzazione, creando una struttura a basso impatto energetico

Il World Wildlife Fund (Wwf) è una delle più grandi organizzazioni mondiali dedicata alla conservazione e salvaguardia della natura e si batte da anni per la riduzione delle emissioni d'anidride carbonica nell'atmosfera, promuovendo l'utilizzo di energie rinnovabili e materie prime bio-compatibili ed eco-sostenibili. Con la realizzazione della sua nuova sede amministrativa olandese, il Wwf vuole dimostrare come sia possibile, con materiali poveri e tecnologia low-tech, realizzare un edificio per vivere e lavorare in armonia con la natura.

Un progetto ambientalista
L'area adatta a questo scopo venne trovata a Zeist, vicino Utrecht, nella riserva naturale di Schoonoord (chiamata anche Triangolo Verde), in un vecchio complesso di laboratori agricoli del 1954 in disuso; per la sua trasformazione venne indetto un concorso a inviti nel 2002.
Anziché demolire completamente l'esistente, peraltro di scarso interesse architettonico e ambientale, il Wwf decise di sposare l'idea dello studio RAU Architects di Amsterdam: il recupero dei laboratori mediante un consistente intervento di ristrutturazione per dar vita a un edificio a ridotto impatto energetico e ambientale, in relazione con il paesaggio circostante e dotato di spazi di lavoro moderni e trasparenti.

La semplice uniformità del complesso richiese un intervento deciso e dinamico nel quale potesse manifestarsi lo spirito ambientalista e umanitario della committenza. Il cuore del progetto è la porzione centrale della lunga stecca edificata. Qui, infatti, un nuovo corpo amorfo si è insinuato nel vecchio edificio rompendo la rigida geometria della struttura e introducendo un elemento verticale nella monotona orizzontalità del costruito.

La struttura: acciaio, vetro e legno
La nuova struttura è un unico grande spazio dove ogni ambiente (l'ingresso, la reception, lo spazio esposizione e gli uffici d'accoglienza) si affaccia sul vuoto centrale a tutt'altezza in comunicazione diretta, ma con la possibilità di essere delimitato da pareti completamente trasparenti per esigenze di comfort e privacy. Le rampe scala a spirale, di acciaio e legno, sono inserite nel vuoto e fissate a ogni piano; i parapetti sono di acciaio e vetro rivestiti da canne di bamboo intrecciate provenienti dalla Colombia.

Per chi lo osserva dall'esterno, l'impatto visivo del nuovo elemento è deciso e marcato sia in termini geometrici, in quanto di forma irregolare rispetto ai parallelepipedi esistenti e di altezza superiore rispetto al corpo originario, sia in termini funzionali, in quanto gli viene attribuito il ruolo principale.
L'intento progettuale è espresso anche dalla scelta di rivestire l'intero corpo con mattonelle ceramiche tinte, prodotte su misura, dall'effetto metallizzato.

Un rapporto costante con la natura
L'accesso avviene attraverso un ponte pedonale che supera un piccolo stagno. Lo specchio d'acqua è stato pensato anche come riflettore della luce solare per incrementare la luminosità nella hall d'ingresso e creare un biotipo per piante acquatiche. Gli uffici veri e propri, per la maggior parte open space, sono stati collocati nelle ali est e ovest del corpo esistente senza modificarne sostanzialmente la forma, ma rinnovandone completamente le facciate. Così, attraverso la realizzazione di tamponamenti vetrati, in parte trasparenti e in parte opachi, scanditi da strutture a telai di pino dell'Oregon, si è voluto aprire completamente lo spazio interno alla natura circostante.

Nel solo lato sud sono stati posti in opera, in corrispondenza dei telai delle vetrate, piccoli elementi frangisole a sbalzo, anch'essi di legno di pino, per permettere al sole invernale, basso sull'orizzonte, di entrare direttamente e per ostacolare l'ingresso dei suoi raggi in estate, quando il loro angolo d'incidenza diventa maggiore. In ultimo, anche il vecchio edificio su pilotis, disposto perpendicolarmente alla “stecca” principale lungo il lato nord, è stato rinnovato e ripensato per accogliere la zona conferenze e stampa. Rivestito completamente da doghe di legno, è collegato al corpo amorfo centrale attraverso un ponte vetrato da cui i visitatori possono scorgere il bosco in cui sono immersi.

Lo studio attento del luogo, delle persone e del tempo in cui intervenire, che costituisce il primo passo dell'iter operativo, ha permesso a RAU Architects di studiare un'architettura responsabile e in armonia con la natura. La scelta di materiali e tecniche costruttive sostenibili, unita a sistemi energetici passivi per lo sfruttamento del calore, sono in grado di fornire, per molti mesi all'anno, più energia di quella richiesta, rendendo il complesso neutrale rispetto alla produzione di anidride carbonica.