nuova opera – L'opera di Carlos Marreiros, uno dei più singolari architetti asiatici contemporanei, è concentrata soprattutto a Macau, territorio formalmente tornato alla Cina nel 1999 ma che per cinquant'anni da quella data conserverà uno statuto speciale.

Le sue opere riflettono uno spirito in continua ricerca e sfida verso un'architettura nuova e contemporanea, che assimila le lezioni del passato e le re-interpreta convivendo con la memoria storica e con la natura in modo dialettico. Su questa base Marreiros concepisce il padiglione di Macau per l'Expo di Shanghai 2010, riferendosi ad uno degli oggetti più presenti nella memoria locale: la lanterna a forma di coniglio che ogni bimbo trascina tutti gli anni per celebrare la festa della luna. Scava quindi nell'inconscio, nell'infanzia per trovare un simbolo universale, è ancora viva la tradizione locale di celebrare la festa con questo piccolo simulacro di carta con struttura in bamboo illuminato da una candela. In Cina spesso l'architettura e la cultura ricordano le specie animali in via d'estinzione e per questo motivo il "coniglietto" luminoso di Marreiros merita ancora più interesse e risalto. La collocazione del progetto, all'interno dell'Expo di Shanghai, è a fianco del grande padiglione cinese, insieme al complesso di Hong Kong. L'altezza della struttura è di 19m e 99cm, proprio per ricordare il 1999 come data storica del ritorno di Macau alla Cina. Marreiros adotta un astuto escamotage superando l'altezza imposta ai padiglioni (prevista non superiore a quello cinese) attraverso le protuberanze della testa e della coda del "coniglietto" rappresentate da due palloni decorativi. In questo modo essi fungono da richiamo pur non facendo parte della struttura. Nel padiglione è presente anche un pò di surreale ricordo dei Casinò che fanno parte della storia e della cultura di Macau (oltre che della sua economia) ed è riscontrabile nell'aspetto effimero e giocoso delle superfici e anche delle protuberanze aerostatiche sommitali.

Trasparente intreccio di destini
L'edificio è progettato con un ovale semi-trasparente, in grado di mostrare la vita e il contenuto dei suoi spazi anche dall'esterno per attrarre i visitatori. La leggerezza del padiglione, concepito come una "folié", un gesto giocoso, implica una visione di futuro che è ancorata nel presente attraverso le radici del passato, della tradizione e della memoria che vivono con il sorriso ingenuo e infantile regalato dal piccolo coniglio di vetro. Gioia, trasparenza e integrazione sono quindi i messaggi evocati con questa opera, che prevede anche l'installazione in copertura di moduli fotovoltaici per segnalare l'interesse all'energia rinnovabile e alla sostenibilità. Tutti i materiali previsti (acciaio, alluminio, vetro) sono smontabili o riciclabili e questa sorta di vaso, effimero e trasparente con vetri fotocromatici elioselettivi a trasparente regolabile, si affianca prezioso e originale al grande padiglione della madrepatria. I visitatori entreranno nel corpo dell'edificio (dal retro, in modo da un po' provocatorio come tipico di Marreiros) come fossero dei "Pinocchio" nel ventre della balena e, visibili dall'esterno di notte, percorreranno la spirale distributiva accedendo ai vari livelli. Il grande ovoide di vetro e metallo, come fosse la sfera di cristallo di un mago, simbolizza l'equilibrio tra forze cosmiche e uomo, tra macrocosmo, basi della geomanzia nella Cina meridionale. Il contatto visivo con il cielo, la dinamica delle nuvole spinte dal vento marino e il riflesso dei vicini padiglioni definiscono un volume mutevole e cangiante seppure definito da una forma semplice e iconica. Marreiros nel padiglione sottrae, elimina superfici di piano annulla e "regala" spazio ed emozione ai visitatori, alla società tutta che potrà fare esperienza di un vuoto magico in grado anche di ospitare manifestazioni, feste, concerti e sfilate.

Fluidità e permeabilità
La luce zenitale perfora l'edificio dal tetto sino a piano terra e viene condotta dal fornice centrale in cui si libra la rampa elicoidale di collegamento. Ad ogni livello sono invece ricavate sale espositive, terrazze e servizi. Gli spazi dedicati a centrali tecnologiche e agli impianti sono finemente mascherati e alloggiati in volumi in modo da integrarsi completamente con l'architettura e da non apparire mai come posticci. L'opera è costellata da un'inebriante successione plastica e materica sia nella percezione delle facciate all'interno che nelle viste esterne della superficie a spiders. La spettacolare struttura portante che ricorda le centine e l'architettura navale (sull'isola di Coloane a Macau si fabbricano ancora navi di legno) è realizzata in elementi d'acciaio che sorreggono una grande facciata curvilinea, in parte opaca in parte trasparente, e creano un volume permeato di passaggi e viste su più livelli in grado di generare una "vertigine piranesiana" sotto i giochi di luci e ombre creati dal sole o dall'illuminazione artificiale. Le porzioni vetrate sono sostenute da fissaggi puntuali che scaricano su costole metalliche. I vetri, così come i supporti d'acciaio, sono in parte bombati a sottolineare la "fluidità" voluta dall'architetto, la voluttuosa gioia impressa nel materiale costruttivo per fuggire da ogni rigidità e minimalismo e legarsi in modo empatico allo spirito goliardico di Macau. La trasparenza, la gente, il dinamismo sono il messaggio di questa società e del padiglione concepito da Marreiros. L'intero edificio è stato studiato con il massimo rispetto delle regole del Feng Shui sia per i percorsi interni che per l'orientazione e quindi la geomanzia, pratica obbligatoria in questa parte della Cina e anch'essa, fortemente osteggiata in passato, è stata rispettata.