Veenman Printers  

Località Bedrijventerrein, Maxwellstraat 12, Ede, Olanda
Committente Veenman Drukkers, Ede
Progettazione Willem Jan Neutelings, Michiel Riedijk
Collaboratori Willem Bruijn, Dirk van den Heuvel, Andy Woodcock
Ingegneria strutturale ABT Adviesbureau voor Bouwtechniek, Velp
Progettazione tecnica e consulenza Bureau Bouwkunde Rotterdam
Ingegnerizzazione DWA Installatie - energieadvies
Art designer Karel Martens, Hoog - Keppel
Interni N.R.A.
Esterni West 8
Progettazione 1995
Realizzazione 1997
Superficie 4.000 m2

"Credo che faccia parte proprio della natura dell'involucro il non essere espressione di ciò che vi è dietro" (J. Neutelings)

Per chi ritiene che l'involucro debba essere appunto solo un involucro, qualcosa cioè che per un verso separa il contenuto dal contenente e per un altro lo rappresenta, questo edificio di Neutelings e Riedijk assume un valore quasi paradigmatico. Perché da un lato contesta il principio della "facciata onesta", che rivela quel che le sta dietro, e dall'altro afferma il valore architettonico della facciatafacciata, che dichiara solo quel che vuole, tacendo invece tutto il resto, avvolge l'edificio come la carta per pacchi avvolge un regalo, e trasforma i prospetti in immagini pubblicitarie: superfici indipendenti dalla spazialità interna, capaci di una loro esistenza come oggetti, separati dalla forma reale, indifferenti alle sezioni, anche se ne raccontano, su scala urbana, i contenuti. Icone. L'edificio di Neutelings e Riedijk, subito fuori della città di Ede, in Olanda, ospita un'industria di stampa artistica, con il reparto tipografico vero e proprio, la zona degli uffici, quella per la vendita e il magazzino. Si tratta di una costruzione che per il committente doveva costare poco, che poteva dunque essere, alla fine, solo un banale capannone, come tanti altri nella stessa zona, e che è diventata invece un elemento caratteristico del paesaggio urbano circostante. Non è un caso che Neutelings individui nelle circonvallazioni i luoghi del futuro di città ormai a dimensione di auto più che di pedone. Luoghi di immagini dinamiche, percepite durante il movimento veloce e poi ricomposte nella memoria. Le circonvallazioni sono il luogo dei grandi manifesti pubblicitari, gli edifici che le affiancano sono spesso lo spazio dove questi manifesti trovano la superficie necessaria alla loro esistenza. La tipografia di Neutelings e Riedijk è pensata per essere un manifesto di se stessa. Un mezzo di comunicazione grazie ad un uso creativo della grafica. La facciata, in vetro, è un testo. Lettere alte un metro, progettate dal grafico Karel Martens, compongono la poesia Maskerade del poeta olandese K. Schipper. In questo modo l'edificio pur non lasciando trasparire nulla del suo interno - che contiene anche un piccolo giardino segreto progettato da West 8 - dichiara chiaramente la sua ragione. E si distingue dal contesto senza bisogno di ricorrere ad altri elementi restando anche perfettamente in scala con gli edifici intorno. Il volume bianco vetrato si stacca nettamente dal basamento scuro, forte è il contrasto tra questi due elementi. Il paramento della base, in calcestruzzo, la cui matericità è esaltata dal colore nero, termina con le finestre, separando ed isolando così la scatola di vetro bianco con le lettere. L'idea originale degli architetti era persino più radicale: prevedeva che l'involucro fosse di carta, carta tipografica da progettare, disegnare e incollare, disegnata da artisti diversi, ogni anno una nuova, cambiando in questo modo la facciata a piacimento. Come accade con i manifesti, appunto, dove il successivo copre il precedente. Nella realizzazione del progetto l'involucro è in lastre di vetro, montate su un telaio sottile, simile a quelli che si usano per le serre, appena scostato dalla membrana bianca dei pannelli isolanti. In questo modo, tra il vetro e la membrana c'è lo spazio per una cavità ventilata. Le lettere della poesia sono serigrafate. La loro ombra, sfuocata, proiettata sulla parete bianca dei pannelli isolanti, subito dietro, fa apparire l'involucro così leggero, quasi di carta velina come se potesse volar via da un momento all'altro. Il piano di copertura chiude l'edificio spezzandosi, e, salendo verso i margini, disegna una "V" molto aperta. Il logo della stamperia Veenman, costruito in gigantesche lettere scure, isolate sotto lo sbalzo del volume vetrato, indica l'ingresso. Una soluzione simile fu adottata da Neutelings nel Minnaert, realizzato nell'Università di Utrecht, dove grandi lettere alte un piano, formano una sorta di portico a terra. Lo spazio interno è organizzato attorno alla corte, tutti gli ambienti vi si affacciano attraverso grandi vetrate, dagli uffici, alla mensa aziendale, all'area di produzione, "evitando la tradizionale distinzione tra settore degli impiegati e quello degli operai". La separatezza tra interno ed esterno è anzi quasi consacrata da questo piccolo gioiello della corte segreta, progettata dal più importante studio paesaggistico olandese, che da anni conduce una ricerca sul significato e l'importanza del vuoto.
Questa volta un vuoto molto piccolo: tre pini, piantati in un letto di aghi, la ghiaia, una zona lastricata ed una piattaforma in legno, leggermente inclinata che fa da luogo di sosta. Così come le facciate esterne appartengono alla città, quelle interne hanno nella corte il loro centro di gravità. È come se l'edificio interno e quello esterno vivessero due vite indipendenti. Con il primo ripiegato sul cortile interno, un vuoto che funge da snodo fra le sue diverse funzioni, e il secondo proiettato solo sulla dimensione urbana, sulla necessità di comunicare con chi percorre veloce l'autostrada.

Testo di Maria Argenti
Estratto da Materia n. 32

Pianta piano terra Prospetti sud e nord
Prospetti est e ovest Sezione trasversale Sezione longitudinale