Ventilazione

Autore testo: Serena Groppo

Un'impianto di climatizzazione dell'aria deve essere in grado di controllare constantemente, nei periodi di occupazione degli ambienti climatizzati, la tempratura e l'umidità dell'aria; e assicurare un'adeguata purezza dell'aria nell'ambiente, effettuata normalmente mediante l'introduzione di una certa quantità d'aria esterna e di aria ricircolata dall'ambiente climatizzato, opportunamente filtrate.
Per controllare la componente di "casualità" del ricambio d'aria legato alla ventilazione naturale, si utilizzano sistemi di ventilazione controllata, funzionanti secondo modalità diverse.

Ventilazione per estrazione:
prevede un'estrazione forzata dell'aria mediante ventilatori installati nei locali di servizio che, creando una pressione più bassa in questi locali, favoriscono il deflusso dell'aria proveniente dagli ambienti principali nei quali sono sistemate griglie per collegare direttamente tali ambienti con l'esterno.
In questo schema occorre verificare che effettivamente l'aria proveniente dall'esterno sia in quantità adeguata per un corretto ricambio.

Ventilazione per immissione:
provvede a creare un aumento di pressione in alcuni ambienti (gli ambienti principali) affidando la fuoriuscita dell'aria a griglie e ad aperture verso i locali di servizio e verso l'esterno. La realizzazione di questo schema richiede una definizione accurata delle portate di ventilazione e una perfetta diffusione dell'aria in ogni ambiente.

Ventilazione a doppio flusso (immissione ed estrazione):
prevede sostanzialmente la sovrapposizione dei due schemi precedenti e anche in questo caso, come negli altri due, l'immissione dell'aria dall'esterno potrebbe provocare disagi dovuti alla temperatura e all'umidità dell'aria nelle stagioni calde e fredde.

Il controllo della purezza dell'aria e del movimento dell'aria si affronta stabilendo adeguatamente la portata d'aria esterna da introdurre negli ambienti, il tipo di filtrazione da adottare e studiando con cura il sistema di distribuzione dell'aria immessa e dell'aria ripresa nell'ambiente.
I sistemi di distribuzione dell'aria possono essere suddivisi in due categorie:
- ventilazione a miscelazione con conseguente diluizione degli inquinanti presenti nell'ambiente e quindi una pressoché uniforme concentrazione di questi ultimi.
Questo sistema è normalmente adottato negli impianti di diffusione dell'aria: l'immissione nell'ambiente di una certa quantità d'aria provoca una movimentazione dell'aria interna che genera una mescolanza che, in teoria, dovrebbe coinvolgere tutto l'ambiente;
- ventilazione a rimozione con un fronte d'aria che avanza da un lato all'altro dell'ambiente e rimuove i contaminanti durante il suo passaggio. In questo caso la concentrazione dei contaminanti varia da un minimo nella zona di immissione ad un massimo nella zona di estrazione. Un tipico esempio di ventilazione a rimozione è quello che prevede un sistema in cui l'aria viene immessa nella zona occupata attraverso un diffusore posto nella parte inferiore della parete, ad una temperatura inferiore a quella desiderata in ambiente.
La velocità dell'aria all'uscita dal diffusore è molto bassa; in tal modo l'aria viene inizialmente distribuita lungo il pavimento per poi salire in corrispondenza di una sorgente di calore (persone, computer) presente nella zona occupata. Le sorgenti di calore creano un flusso verso l'alto che prende la forma di un pennacchio.
Questo asporta il calore e le eventuali sostanze contaminanti, meno dense dell'aria, prodotte in corrispondenza della sorgente dirigendole verso l'alto, dove sono localizzate le bocchette di uscita.

Per approfondire
I meccanismi di filtrazione

Fonte testo
Bruno Zevi (a cura di), Il nuovo manuale dell'architetto, Mancuso Editore, Roma, 1996

Elettroventilatore

Elettroventilatore

Griglia di ventilazione per immissione

Griglia di ventilazione per immissione

Griglia di ventilazione per estrazione

Griglia di ventilazione per estrazione