Intervista – Arredamento e accessori: l’art de vivre della maison Versace elimina le barriere merceologiche

Sono ormai molte le firme della moda che hanno esteso la loro creatività al mondo della casa: dai mobili all'illuminazione, dal tessile ai complementi fino agli accessori per la tavola, trasferendo il concetto del total look della moda al total living. Analogie di percorso che abbiamo analizzato con la Home Division della maison Versace.

Come è nata nella Maison Versace la voglia di ideare arredi e oggetti per la casa?
«Gianni Versace stesso, con la sua arte di sapere vivere, è stato il grande deus ex machina della collezione Casa. Gianni immaginava un mondo senza limiti merceologici. Il suo stile di vita, il suo gusto unico, la sua voglia di trasmettere il suo personale concetto del vivere sono stati il motore della creazione delle prime collezioni di art de la table. Che poi si sono trasformata in una linea completa per tutta la casa, passando attraverso il tessile, che con i suoi motivi caratteristici, è stato il trait d'union di molti pezzi: dalle porcellane ai mobili imbottiti. Il risultato è il frutto della voglia di Gianni Versace di trasmettere un concetto di total living, che lui stesso ha vissuto pienamente in prima persona. Tra l'altro, siamo stati la prima Maison, nel 1992, a proporre il concetto di casa completa».

C'è una filosofia progettuale comune oppure avvicinarsi al mondo della casa ha richiesto un know how specifico?
«Lo spirito è unico. È il mondo Versace che si esprime nella sua completezza. È il gusto del nostro fondatore che rimane il vero protagonista di ogni pezzo. Esigenze legate alle variazioni del gusto - che oggi è più orientato al minimalismo - ci ha poi fatto affiancare, alla linea storica caratterizzata dai motivi barocchi, nuovi decori a greche di gusto neoclassico, più puliti, affini agli amanti del design moderno. E accanto ai colori pieni abbiamo introdotto il bianco e nero. Anche dal punto di vista progettuale, massima affinità tra i due ambiti: con la ricerca di un risultato di eccellenza ed esclusività, espressione di un lusso ricercato frutto di uno studio quasi maniacale dei dettagli».

Come è possibile concretamente riuscire a comunicare uno stile preciso come quello di Versace applicandolo a modalità dell'individuo così diverse, dal fashion al living?
«Noi abbiamo scelto, per il momento, di non scindere i due aspetti. Anche dal punto di vista della comunicazione. Entrando nella maison Versace si ha la percezione della casa Versace. Per questo non esistono punti vendita dedicati alla casa. Ci interessa trasmettere valori unici e lo spirito di un mondo senza confini. Mobili e complementi sono venduti nelle boutique Versace, dove sono creati ampi corner con ambienti completi. Solo durante il Salone del Mobile l'esposizione dei prodotti Home è visibile nello stesso Palazzo Versace, in un percorso del tutto simile a una casa vera».

Quale è la tipologia di acquirente dei pezzi firmati Versace Home?
«È una persona che ha in mente un universo di gusto che sente di poter adottare totalmente. E proprio per poter soddisfare le esigenze (e lo spirito) di questo particolare consumatore stiamo percorrendo strade parallele. Come, per esempio i Versace Hotel, progettati e arredati secondo lo spirito di Gianni Versace. Oppure i ristoranti, in posti selezionati. Perchè chi sposa questo stile possa ritrovarlo ovunque vada nel mondo. Analogamente abbiamo stipulato con Tag un accordo per arredare gli interni dell'Airbus A319 Corporate, uno dei più grandi jet ad uso privato del mondo, che si concluderà nel 2008 con la presentazione del primo aereo. Un progetto di arredo completo curato dalla Versace Home Collection che avrà come filo conduttore il tradizionale motivo a greca della Maison».