Villa Neuendorf  
Progettista: Claudio Silvestrin Architects.
Committente: Hans and Caroline Neuendorf.
Località: Maiorca, Spagna.
Strutture: Tietz & Partners.
Impresa costruttrice: J.Salis Construcciones.
Date di realizzazione:  1988 - 1991

Nel paesaggio dalla forte connotazione mediterranea dell'isola di Maiorca, Claudio Silvestrin si inserisce con una villa privata dal forte impatto scenografico.
Villa Neuendorf rappresenta, infatti, la sintesi di vari elementi: da un lato, riprende nei materiali e nei cromatismi l'architettura tradizionale dell'isola, dall'altro ne rinnova il vocabolario formale depauperandolo da qualsiasi elemento decorativo, con un rigore formale certamente debitore della lezione razionalista.
Villa Neuendorf, infatti, si presenta come un elegante parallelepipedo, la cui monolitica presenza viene contraddetta, su ognuno dei prospetti, dalla presenza di 'tagli' che, differentemente posizionati e orientati, lo privano di ogni monotonia.
La forma quadrata della pianta è smentita dalla presenza di un alto muro laterale che 'raddoppia' uno dei fronti, creando un percorso all'aperto che infrange la chiusura della massa muraria.
Nemmeno il fronte principale cede alla tentazione di citare lo spazio domestico tradizionale: in alzato, si legge come un piano continuo 'spaccato' in modo asimmetrico da una fenditura a tutta altezza, che ospita un varco d'accesso di soli 83 cm.
L'effetto, grandioso nella sua semplicità, è ribadito dalla presenza di una lunga rampa d'accesso (110 mt.) interrotta da soli 11 gradoni, che, correndo a fianco del muro di cinta, individua un giardino a terrazze a fianco del muro: quest'ultimo, al contrario, non possiede pendenza, passando- senza soluzione di continuità orizzontale -da 5 mt. di altezza a 1.50 in prossimità dell'accesso.
Si individua, così, una sorta di via processionale, un percorso rituale che possiede la solennità dell'architettura classica.
Il prospetto laterale verso la piscina e i campi da tennis è, invece, imperniato sulle leggi della simmetria: il segno elegante e sottile di una lunga vasca, infatti (ca 40 mt.), crea in pianta un bilanciamento ortogonale a quello della rampa, penetrando in modo baricentrico nella massa dell'edificio con una loggia all'aperto, affacciata sulla riposante bellezza del paesaggio.
Al piano superiore, la continuità della facciata viene ripristinata da uno snello taglio orizzontale, in cui trovano posto le aperture della stanze.
Sul quarto prospetto, infine, ritorna il tema della chiusura, interrotta soltanto dal una fila di piccole finestre ( 45cm.x 45 cm.) e dall'ombra del basso volume del muro che individua il percorso all'aperto.
Il riferimento all'architettura tradizionale di Maiorca ritorna, poi, nell'uso dei materiali: i pavimenti degli spazi esterni sono, ad esempio, realizzati nella pietra di Santanyi, simile al travertino, mentre l'intonaco, dall'inconfondibile sfumatura rosa, è quello tradizionale delle costruzioni locali, una miscela tra sabbia rosata, fango e terra rossa.
Anche l'attenzione rivolta al contrasto tra luce e ombra è tipicamente mediterraneo: da ciò derivano, ad esempio, i contrasti che caratterizzano gli interni, in cui il progettista ha di proposito lasciato tagli orizzontali nei soffitti non solo per illuminare le stanze, ma anche per disegnarne le ombre.
Alla classica distribuzione funzionale degli ambienti, poi ' zona giorno al piano terra e zona notte a quello superiore ', si contrappone il design raffinatamente semplice degli arredi e delle finiture, che privilegiano l'intonaco grezzo e la pietra: un omaggio, forse, ai dettagli decorativi che ingentiliscono anche le più umili abitazioni dell'isola, riletti in quella chiave 'minimalista' che è la cifra più propria dell'architettura di Silvestrin.

Bibliografia essenziale
J.Serra, Housing Architecture 4 (European Masters 3), Atrium ed., 1991
F.Bertoni, Claudio Silvestrin, Hardcover ed.,1999
F.Bertoni, Minimalist Architecture, Hardcover ed., 2002

Antologia delle fonti e della critica
'Nella villa qualsiasi tipo di ornamentazione è completamente assente. Eppure, c'è una facilità di movimento tra spazio e spazio e all'interno di ciascun singolo spazio che raramente si riscontra in case che presentano piante delle stanze più tradizionali. Grazie ai giganteschi, protettivi muri si rileva una serenità visiva che nasce dal rifiuto di indulgere in dettagli decorativi. 'Con il minimo numero di oggetti, di materiali, di figure, di linee, di colori, di segni' scrive Silvestrin' l'invisibilità dello spazio quasi svanisce: lo spazio diventa, almeno a livello intuitivo, visibile'.
(Doris Lockhart Saatchi, Vogue Decoration, 1991)

a cura di Elena Franzoia

Prospetto verso la piscina Vista della corte Vista di corridoio interno Particolare del bagno