Wine Cellar  

Località Chemin des Salines, Vauvert, Francia
Committente SCI Domaine de la Galine
Progettazione Gilles Perraudin
Collaboratori Bertrand Feinte, Françoise-Hélène Jourda, Jean-Marie Puig, René Ravet
Consulente François Marre
Costruzione Lafond SA
Materiale lapideo Pietra di Vers - Pont du Gard
Fornitura pietra Silex SA
Progetto 1996 - 1999
Realizzazione 1997 - 1999
Superficie costruita 900 m2
Volume 2835 m3

Da vent'anni, lo studio di Gilles Perraudin si occupa di progetti che tengono conto di quello che oggi chiamiamo "architettura a sviluppo durevole".
A cominciare da una piccola casa per abitazione, vincitrice del primo concorso europeo di Energia Solare Passiva, passando dalle Case in Terra, la Scuola di Architettura di Lione, una casa per abitazione a Lione, e più recentemente la Fortbildungsakademie di Herne in Germania, lo studio affonda le radici della propria architettura sui seguenti principi: utilizzo di materiali rinnovabili (legno, terra, vetro, acciaio, pietra), applicazione di dispositivi di risparmio energetico (doppia facciata, rivestimento micro-climatico, edificio massiccio), utilizzo delle energie naturali disponibili (vento, sole, ...), inserimento di un'architettura in un contesto socio-economico e culturale.
È precisamente per rispondere a queste problematiche che questa cantina, concepita in funzione delle esigenze di un'azienda vinicola, è stata costruita.
Questa realizzazione costituisce anche la dimostrazione della possibilità del riutilizzo della pietra come materiale strutturale nell'ambito dell'architettura contemporanea.
La pietra utilizzata per la costruzione della cantina vinicola di Vauvert proviene da un bacino di estrazione noto in tutto il mondo poiché si tratta del bacino da cui venne estratta la pietra che servì per la realizzazione del famoso acquedotto romano del Pont du Gard. Costruito alla metà del primo secolo dopo Cristo, esso permetteva l'attraversamento della valle del "Gardon", per portare l'acqua dalla sorgente d'Eure, presso Uzès, fino alla città di Nîmes, ovvero per coprire un tragitto di quasi 50 km.
Si tratta di una roccia sedimentaria, un calcare di tipo molassa conchiglifera un po' arenaria di colore biondo, giallo paglierino, miele, ambra. Risale all'era terziaria, ovvero all'incirca 15 milioni di anni fa. Si tratta di un calcare tenero di densità media (1800 Kg/m3) per il quale l'estrazione può essere effettuata meccanicamente in blocchi squadrati.
Lo sfruttamento attuale di questa pietra è principalmente destinato ad elementi decorativi: caminetti, "barbecue", balaustre, colonne, pavimentazioni.
Il suo impiego come elemento costruttivo si limita ai rivestimenti e non sovente agli elementi portanti. È in questa veste
radicalmente diversa che è stata utilizzata per la costruzione della cantina di Vauvert e dei progetti ad essa successivi. Visitandone le cave, Gilles Perraudin ebbe l'idea di questo manufatto partendo da una constatazione semplice: riservando la pietra per la realizzazione di elementi decorativi, si condanna una porzione importante di pietra (80%) a non essere impiegata poiché essa presenta dei difetti. L'elemento decorativo, per definizione molto fine, non tollera la presenza di sacche di argilla, di variazioni di colore o di venature. Le variazioni di aspetto dovute alla presenza di queste sacche di argilla, alla densità più o meno alta di conchiglie, costringono i cavatori a scartare una parte importante delle pietre estratte o a destinarla a delle operazioni di riporto. I blocchi grezzi, direttamente estratti dalla cava tramite segatura, hanno una dimensione di circa 105 x 105 x 210 fino a 260 cm. Gilles Perraudin ha deciso di utilizzare questi "scarti" facendoli tagliare in due parti per ottenere un modulo di 52 x 105 x 220 di media, più maneggevole per un edificio domestico.
Questi blocchi sono stati trasportati con dei camion (10 blocchi a viaggio) sul luogo della messa in opera. L'economia del progetto deriva dal basso costo di trasformazione della materia e dalla vicinanza del cantiere (30 Km) dal luogo d'estrazione che ha reso il trasporto conveniente.
I blocchi così tagliati, ciascuno di un peso approssimativo di 2,5 tonnellate, montati a secco gli uni sugli altri, sono posati su un semplice strato di cemento di 5 cm di spessore che assicura la planarità orizzontale del muro, e sono sorretti unicamente dal loro stesso peso. Il suolo in ghiaia è sufficientemente resistente per sopportare la pressione dei carichi trasmessi.
Tre file di blocchi vengono montate per mezzo di una gru mobile di 20 tonnellate, la costruzione non necessita di alcuna impalcatura e di soli tre uomini durante la posa. Il cantiere è molto veloce (meno di un mese per montare i 300 blocchi dell'insieme), molto pulito (nessun rifiuto inquinante), e molto economico.
Il manufatto presenta una geometria assai semplice: una successione di campate larghe circa 5 metri coperte da travi in legno massello, che formano un ampio quadrato di 30 x 30 metri aperto al centro su un giardino-patio.
Questa cantina ripropone la configurazione tradizionale delle case romane mediterranee dove l'abitazione si articola attorno ad un patio/impluvium.
Una cantina vinicola è costruita al fine di ottenere una forte inerzia per evitare le variazioni termiche che danneggiano la conservazione del vino.
La forte inerzia dei muri di pietra massiccia spessi 52 cm, incrementata da quella della copertura rivestita da uno strato di terra, sono dispositivi che permettono di ottenere un comfort adatto al clima variabile del sud Europa.
Essendo la cantina collocata in prossimità del mare Mediterraneo, in Camargue, il suo comfort termico è favorito sia dall'effetto rinfrescante delle brezze marine che umidificano la pietra "respirante", dalla porosità aperta, sia dall'evaporazione diurna che rinfresca l'edificio consumando delle calorie.
La tipologia dell'edificio, un quadrato compatto, poco aperto verso l'esterno, e con un patio centrale, permette anch'essa di ottimizzare tutti questi accorgimenti.
La costruzione è stata l'occasione di sperimentare la validità economica della riutilizzazione della pietra massiccia come materiale da costruzione di un'architettura contemporanea.
La sua velocità e la sua semplicità hanno evidenziato che l'architettura non si rivela attraverso la sofisticazione tecnologica bensì nei rapporti di proporzione e di luce degli elementi costruttivi.
Gilles Perraudin estende questa esperienza ad altre scale e con altre esigenze: ha realizzato il centro di formazione e di apprendimento a Nîmes-Marguerittes nel 1999, ha elaborato il progetto di un collegio di 1100 studenti a Vauvert (1999-2000), ed ha appena terminato un'altra cantina vinicola a Nizas (2001).

Testo di Agenzia G. Perraudin
Estratto da Materia n. 37

Prospetto est, ovest e sud Pianta