Impianti – La struttura progettata a Forlì per Hera coniuga la sua funzione industriale con l'ecologia e la personalizzazione architettonica

Il piano per l'ampliamento del termovalorizzatore dei rifiuti solidi urbani Hera a Forlì, ideato dello studio Gae Aulenti Architetti Associati, si configura come un edificio industriale di rara delicatezza progettuale per il tipo di funzione che ospita. L'intervento si estende su un'area di circa 3,5 ettari nel comune, contigua a quella dell'attuale impianto per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Tutto il complesso è recintato con una nuova piantumazione di alberi ed è servito al suo interno da strade della larghezza di sette metri, che rendono possibile la percorrenza dei grossi mezzi e l'accesso e il passaggio dei Vigili del Fuoco.

L'impianto planimetrico si sviluppa secondo uno schema cartesiano, che segue da un lato l'andamento nord-sud del complesso esistente al quale si affianca, dall'altro la forma allungata del lotto: i volumi sono compatti con tetti piani che si articolano su diversi livelli. I singoli edifici sono differenti fra loro, ma generano una composizione unitaria sia grazie all'allineamento sui nuovi fili stradali o sugli assi ortogonali, sia attraverso la relazione funzionale tra gli elementi e l'uso di materiali e colori omogenei.

Contro l'idea del capannone
L'idea progettuale è di non omologarsi alla tipologia del capannone industriale, ma al contrario operare attraverso volumi regolari, accostati in modi inediti e impreziositi da una torre quasi scenica, che copre un camino dall'esplicito richiamo simbolico. I diversi corpi sono riconoscibili per forma, dimensioni e materiali e si sviluppano lungo la filiera corrispondente al ciclo di lavorazione dei rifiuti. Le funzioni insediate comprendono, infatti, accettazione e pesa degli automezzi, uffici e spogliatoi per il personale, edifici più complessi come il termoutilizzatore, considerato il cuore dell'impianto. Inoltre, il forno caldaia, il sistema di depurazione fumi, i fabbricati per cicli termici, i servizi ausiliari, il trattamento delle scorie e la stazione elettrica ad alta tensione.

L'involucro: contrasto tra cemento e lamiera
L'involucro, che costituisce l'elemento più interessante per la sperimentazione dei materiali, è stato progettato pensando a un contrasto complementare fra gli elementi in cemento armato e quelli di lamiera: i primi solidi e compatti, gli altri caratterizzati dall'attraversamento della luce nel caso della lamiera forata e della rete, o dalla riflessione sulla superficie specchiata, nel caso della lamiera di acciaio inox. Nell'edificio principale del termoutilizzatore, il tema della struttura metallica realizzata con doppie IPE collegate da tralicci e rivestite con reti, doghe forate e pannelli riflettenti, è funzionale al montaggio delle parti impiantistiche, che necessitano una disposizione precedente alla realizzazione di tutto l'involucro esterno.

Materiali "personalizzati"
L'uso dei tamponamenti opachi, semitrasparenti e completamente trasparenti persegue l'obiettivo di rendere evidente il ciclo di lavorazione e le macchine custodite, garantendo giochi di luci e volumi, anche notturni, quando gli edifici sono illuminati dall'interno. La ricerca dello studio di progettazione e dell'azienda produttrice del rivestimento, ha consentito di studiare una doga forata quasi “personalizzata”, con una finitura in preverniciato colore rame ossidato, con un'evidente riduzione dei costi e un'elevatissima garanzia di tenuta nel tempo. Il progetto costituisce la testimonianza dell'elevato livello di “customizzazione” raggiunto dai sistemi di produzione dei materiali metallici, che consente la produzione di elementi a basso costo, ma ad alto livello di flessibilità tecnologica e qualità costruttiva.

* Ricercatore, Dipartimento Best, Politecnico di Milano