spazi polifunzionali – L'intervento edilizio consiste nel recupero per lo più conservativo del complesso dell'ex segheria Marsilio e dell'attiguo mulino seicentesco con una loro riconversione a funzioni didattico museali.

Il complesso ristrutturato è situato a circa 600 m.s.l.m. nella regione alpina della Carnia presso l'ingresso principale del Comune di Sutrio (Udine), "Paese del legno" per antonomasia in Friuli, ovvero al centro dell'alta valle del But, nonché alle pendici del famoso monte Zoncolan, e si configura come un complesso di più corpi a 1, 2 o 3 piani sviluppatisi dal XVII secolo ai giorni nostri lungo l'asse nord sud della roggia comunale, il tutto adagiato su una vasta area verde da circa 10.000 mq di estensione.
L'intervento edilizio consiste nel recupero per lo più conservativo del complesso dell'ex segheria Marsilio e dell'attiguo mulino seicentesco con una loro riconversione a funzioni didattico museali, in modo da preservarne e garantirne la rilevante testimonianza storico sociale, così che sia le superfici che le membrature strutturali sono state restaurate in modo da recuperarne la tessitura originaria, o in alternativa ricostruite con altre nuove, ma analoghe per materiale, funzione e forma, con particolare attenzione alla conservazione delle strutture portanti lignee dei solai e di copertura.
D'altro canto invece, compatibilmente alla riconversione funzionale del vecchio opificio, si è reso necessario risolvere anche il problema attinente ai sistemi di deambulazione e distribuzione ai vari piani del complesso ed alla relativa collocazione di servizi igienici ed impianti tecnologici atti a rendere interamente usufruibile il vecchio manufatto senza però stravolgerlo formalmente e strutturalmente.
Così che la scelta più ovvia e meno distruttiva è stata quella di realizzare, al posto del volume posticcio eretto nel secondo dopoguerra lungo il fronte est, un nuovo volume ligneo a due piani in X-lam destinato ad ospitare le scale, l'ascensore, i servizi igienici e i vari vani tecnici, concentrando quindi in siffatta maniera tali funzioni moderne ed al contempo invasive in un unico punto, ed evitando quindi di snaturare i caratteri tipologici e morfologici degli altri manufatti preesistenti.
Alla stessa maniera, operando sul corpo del vecchio mulino si è scelto di non abbattere la torretta della centrale elettrica aggiunta nel secondo dopoguerra, facendo ormai anch'essa parte integrante della storia dell'edificio, bensì di sopraelevarla con una struttura in legno per utilizzarla come torre di osservazione, a guisa di un arcaico belvedere utile per ammirare da un punto preferenziale il paesaggio circostante nonché il sottostante complesso stesso della segheria.
Inoltre, al fine di garantire una corretta lettura storico architettonica del corpo originario principale rispetto a quello nuovo realizzato a suo esclusivo servizio, quest'ultimo si distanzia fisicamente da quello vecchio grazie all'interposizione di uno spazio vetrato a tutta altezza, il tutto volutamente strutturato come un corpo dichiaratamente moderno, ma al contempo integrato con l'ambiente circostante, grazie ad una forma leggermente curva ed ad un rivestimento in tavole di legno di larice destinate nel tempo ad assumere una patina grigiastra, uniformandosi così esternamente alla colorazione materica delle murature preesistenti in pietrame, ma al contempo risultando ritmate orizzontalmente da marcapiani in alluminio e verticalmente da tavole colorate casualmente alternate.

A livello strutturale sono state quasi completamente recuperate lasciandole nelle posizioni originarie tutte le orditure principali sia a livello di solai interni che di coperture, adottando al massimo tecnologie di rinforzo strutturale a secco come quelle consistenti nell'accoppiamento a scomparsa di travi ribassate in legno lamellare rese solidali a quelle originarie lasciate a vista grazie all'applicazione di apposite viti inclinate a doppio filetto. Gli isolamenti poi sono stati interamente realizzati in pannelli di fibre di legno sormontati da un manto di copertura composto da canalette moderne tipo "Bicoppo alta montagna" a supporto dei vecchi coppi di recupero.
A farla da padrone a livello sia di finiture che di strutture è il legno per lo più massiccio con il quale sono stati realizzati/ristrutturati sia i solai che le coperture che anche una parte di pareti intelaiate sia interne che esterne, le quali si distinguono rispetto a quelle originarie in muratura in pietrame per la loro finitura superficiale a calce bianca applicata su arelle porta intonaco fissate su sottostante tavolato grezzo in legno d'abete. D'altro canto le murature portanti in pietrame sono state lasciate di norma a vista su un lato, preferibilmente quello esterno, ripulendo e stilando semplicemente i giunti con calce idraulica, mentre sull'altro lato sono state rinforzate applicando un betoncino di calce pozzolanica su una rete in fibre di vetro del tipo Fibrenet, ancorata alla muratura con appositi connettori dello stesso materiale. Il calcestruzzo quindi è stato utilizzato esclusivamente a livello di sottofondazioni e realizzazione della parte interrata sormontata dal volume in X-lam, mentre in carpenteria metallica sono stati realizzati alcuni telai d'irrigidimento al primo piano del corpo principale di fabbrica, nonché sul lato interno delle colonne in mattoni faccia a vista a sostegno di n°3 travi reticolari metalliche reggi copertura.
Le finiture superficiali interne sono sia in legno con pavimenti in larice, abete e rovere e rivestimenti per lo più in larice ed abete, che in intonaco di calce naturale, applicata anche sulle contro pareti in gesso fibra. Particolare attenzione è stata rivolta alla realizzazione del pavimento industriale del tipo radiante a servizio della zona originariamente a destinazione officina, il quale è stato prima quarzato, poi levigato con apposita molatrice ed infine trattato con un protettivo antipolvere applicato ad effetto antichizzante, così da riprendere la patina delle vecchie pavimentazioni industriali sostituite.
Le attività di cantiere si sono sviluppate in 24 mesi registrando un numero complessivo di addetti pari a 70 unità con una età media pari a 39 anni, e una provenienza prevalentemente friulana (90%), nonché dello stessa alta valle del But (55%) di cui il comune di Sutrio fa parte. Dopo aver consolidato le antiche fondazioni e murature in pietrame, i lavori hanno interessato il recupero dei solai e delle coperture lignee per poi passare alla realizzazione ex novo del volume di servizio in X-lam. Alla fine poi sono stati installati tutti gli impianti e i serramenti e contestualmente sono state completate le varie finiture superficiali.

Il progetto è vincitore del concorso Griesser

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Scheda progetto

luogo: Viale dei Martiri – 33020 Sutrio (Udine)

cliente: Famiglia Marsilio

progetto architettonico: arch. Andrea Boz

progetto paesaggistico: arch. Andrea Boz

progetto ingegneristico: arch. Andrea Boz – Ing. Andrea Bonanni

partner: arch. Simone Mantovani – per. Ind. Mauro Chiapolino

collaboratori: arch. Chiara Gortani

progetto strutture: arch. Andrea Boz – Ing. Andrea Bonanni

progetto acustico: arch. Andrea Boz

progetto facciate: arch. Andrea Boz

impianti sanitari: per. ind. Matteo Cimenti

impianti di riscaldamento: per. ind. Matteo Cimenti

impianti di ventilazione: per. ind. Matteo Cimenti

impianto elettrico: per. ind. Ermanno Boschetti

fornitori: Ferigo Paolo elettricista – Elettrocasa Snc impianti ITS

fotografie: arch. Andrea Boz - arch. Denis Zaghi

tempi di progettazione: 2009-2011

tempi di realizzazione: 2011-2013

superficie costruita mq: 1000 mq. lordi

volume costruito mc: 4000 mc. lordi

Scheda studio

Studio: Studio d’architettura arkBoz

Indirizzo: Via Nazionale, 44

Città: 33026 Paluzza (Udine)

Telefono: 0433890282

Fax: 0433890282

e-mail: andrea@4ad.it

www: www.arkboz.com

Giovane studio multi disciplinare con ampia esperienza nell'ambito delle ristrutturazioni e costruzioni lignee a basso consumo energetico secondo gli standard "CasaClima" e "Case passive"