europarlamento24 – Una ricerca europea di Epson rivela opportunità di crescita per il settore nonostante un aumento della concorrenza.

L'indagine Epson 20|20 Vision commissionata dall'omonimo produttore di tecnologia per la gestione dei documenti e basata su 500 interviste telefoniche a piccoli, medi e grandi studi di architettura in Italia, Spagna, Francia, Germania e Regno Unito, ha analizzato il mercato europeo dell'architettura di qui al 2020 e i requisiti aziendali, professionali e tecnologici necessari per fare uno studio di architettura di successo.

Emerge che nonostante il quadro economico critico che incide sulla fiducia del mercato e sui finanziamenti all'architettura, oltre la metà degli architetti italiani continua a guardare positivamente alle prospettive di crescita del settore, sia a livello locale che a livello mondiale.

La ricerca ha infatti rivelato che, sebbene il 52% degli studi di architettura italiani operi in Italia, il 48% segue anche progetti in altri paesi europei (percentuale più alta tra i paesi coinvolti nell'indagine) e il 12% si occupa di progetti internazionali.

Go overseas
L'81% degli architetti italiani prevede che da qui al 2020 le richieste di servizi giungeranno prevalentemente dall'Europa occidentale, ma intendono spingersi fuori delle aree geografiche tradizionali cercando progetti nell'Europa centrale e orientale (46%), nel centro America (42%) e nell'Asia orientale (41%).

Ecosostenibilità leva per competere
Il 39% degli architetti nazionali dichiara che per vincere la concorrenza, a livello sia locale che internazionale, occorre farsi conoscere come autori di una progettazione ecosostenibile. E per rimanere competitivi nel tempo è importante modernizzare le proprie infrastrutture tecnologiche per migliorare la qualità di progettazione e il processo di partecipazione alle gare d'appalto.

Diversificazione e collaborazione sono temi per la crescita, in particolare nei prossimi anni: un architetto su due dichiara di dover diversificare l'attività per compensare la diminuzione dei carichi di lavoro nei principali settori e aree geografiche in cui opera, mentre il 45% intende collaborare con altre aziende per aumentare le proprie prospettive di crescita.