energia24 – La riqualificazione delle abitazioni deve coinvolgere sia la struttura costruttiva sia gli impianti di produzione energetica, integrando le fonti rinnovabili con moderni sistemi di domotica.

Le abitazioni italiane hanno prestazioni energetiche troppo basse: secondo il Comitato termotecnico italiano (Cti), le nostre case consumano, infatti, da 160 kWh/mq l'anno fino a oltre 230 kWh/mq l'anno, mentre in molti altri Stati europei le quote sono inferiori del 30-60%. L'inefficienza dei nostri edifici determina, come ovvia conseguenza, emissioni di gas climalteranti decisamente superiori alla media europea.

Aumentare l'efficienza energetica delle costruzioni italiane è ormai la più grande risorsa per un Paese come l'Italia storicamente in difficoltà a causa della propria dipendenza energetica. Ed è soprattutto il patrimonio esistente a rappresentare la chiave di volta per raggiungere maggiore risparmio in termini di consumi energetici ed emissioni nocive: la riqualificazione ideale deve essere operata attraverso interventi che coinvolgano sia la struttura costruttiva sia gli impianti di produzione energetica, ricorrendo in modo più massiccio alle fonti rinnovabili e a sistemi domotici intelligenti in grado di controllare la giusta fornitura di luce, calore ed energia in modo automatico e integrato.

Un esempio di edificio "attivo" è la casa EnergyPiù realizzata da Wolfhaus a Ora, in provincia di Bolzano: gli impianti, opera di Hoval, sono stati sviluppati per raggiungere un elevato risparmio energetico e per consentire la generazione autonoma di calore ed elettricità, permettendo un bilancio annuale positivo. La casa EnergyPiù, infatti, produce più energia di quanta ne consumi.

All'interno del nuovo numero di Energia24 (a pag. 56) è possibile consultare l'articolo completo dedicato all'efficienza energetica del settore residenziale italiano.