Beni Architettonici e monumenti

L'illuminazione architettonica e dei monumenti utilizza la luce per "mostrare" una architettura o, in certi casi, a contribuire a crearla.
Nelle architetture nuove, il progettista della illuminazione dovrebbe operare in stretta collaborazione con i progettisti dell'architettura, e con loro individuare soluzioni coerenti con l'impatto complessivo che l'edificio dovrà avere. In questo caso assumono grande importanza tanto gli "oggetti" illuminanti (gli apparecchi), che possono di per se stessi avere una valenza estetica, quanto gli effetti di luce che essi producono.

Invece negli interventi sulle architetture storiche occorre intervenire con grande delicatezza ed equilibrio, per evitare di fornire interpretazioni contrastanti con lo spirito originario dell'architettura, e renderne possibili tutte le chiavi di lettura. In questo caso si tende a far scomparire l'oggetto illuminante, nascondendolo per quanto possibile, e lasciare che sia la luce da sola a parlare. In ogni caso, la figura del progettista di illuminazione, la sua creatività e competenza e la sua capacità ad integrarsi nella equipe di lavoro, è fondamentale per la riuscita del progetto.
Per illuminare i beni architettonici è opportuno condurre uno studio sui punti e sulle direzioni di osservazione da privilgiare.

Considerate le numerose variabili che intervengono nel progetto di illuminazione di un bene architettonico le indicazioni sui valori degli illuminamenti sono sommarie e relative ai casi più semplici. In ogni casi bisogna sempre valutare con molta attenzione tre variabili:
- le componenti cromatiche della superficie
- la luminosità del contesto fisico in cui è inserito il monumento per ottenere efficaci contrasti
- la presenza di radiazioni di alta o bassa frequenza nelle sorgenti luminose utilizzate, che possono provocare spiacevoli variazione cromatiche

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