Cenni storici del vetro

Breve cronologia
III millennio a.C.: primi reperti in vetro in Mesopotamia
XV secolo a.C.: diffusione del vetro in Egitto e nel Mediterraneo orientale 
I sec. d. C. serramenti con lastre in vetro, tecnica romana
Medioevo: l'abate Theophilus descrive i processi di produzione
1291 trasferimento delle fabbriche veneziane di vetro nell'isola di Murano
Rinascimento: diffusione produzione del vetro, sistema a cilindro, in Francia e Inghilterra
1665: Colbert chiama maestri vetrai in Francia
1848: costruzione della copertura in vetro del Giardino d'Inverno a Parigi
1851: Crystal Palace a Londra
1856: F. Siemens produce nuove fornaci per la fusione del vetro
1860: introduzione della produzione di lastre continue
1952: la Pilkington introduce il sistema di produzione float-system
 
Età antica
Secondo la leggenda, riportata da Plinio il Vecchio (I secolo d.C.), dei mercanti fenici, arenatisi in una spiaggia del Mediterraneo, accesero dei fuochi utilizzando dei blocchi di Narton (soda) che facevano parte del carico sulle loro navi: il fuoco fuse insieme la soda e la sabbia silicea della spiaggia, formando dei granuli di materiale duro e quasi trasparente.
In realtà le origini dell'impiego del vetro nelle costruzioni riguardano le paste vetrose di rivestimento utilizzate già nel III millennio a.C. sotto forma di 'perline irregolari'. I primi reperti di frammenti di vetro opaco azzurro ritrovati risalgono al 2700 a.C. (Mesopotamia).
Successivamente si iniziò la manifattura di impasti di silice, carbonato di sodio (oppure potassa o salnitro) e gesso, materie che venivano macinate, fuse una prima volta e poi rifuse fino ad ottenere una polvere molto sottile; questa, impastata con acqua, veniva applicata sugli elementi di argilla successivamente ricotti in fornace.
Assiri e babilonesi fecero impiego di rivestimenti vetrosi a partire dal XVIII secolo a.C., periodo a cui risale un'iscrizione in cui era descritta la pasta vetrosa composta di potassa, rame e piombo.
Da queste esperienze di rivestimento delle argille con pasta vetrosa si passò alla modellazione di oggetti in polvere di quarzo e carbonato di sodio, rivestiti di pasta vetrosa (maiolica egiziana).
La descrizione della produzione del vetro con antimonio e arsenico, è presente in una tavoletta assira conservata nella Biblioteca di Ninive (Assurbanipal, VII secolo a.C.).
A partire dal XV secolo a.C. la produzione del vetro è consolidata in Egitto, in particolare ad Alessandria. Durante il periodo tolemaico (332-30 a.C.) la tecnica della produzione inizia a diffondersi nel Medio Oriente e quindi in Italia.

Impero romano
Solo durante l'Impero romano inizia, però, la produzione di pannelli in vetro per finestre: si trattava di piccole lastre di vetro soffiato secondo un processo di produzione di origine siriana introdotto nel I sec. a.C.
Fra le rovine di Pompei (79 d.C.) sono stati ritrovati frammenti di serramenti in bronzo destinati a sostenere lastre di vetro di dimensione 50 x 70 cm circa e con spessore di circa 1,5 cm. Inoltre, nelle terme di Pompei è stato trovata traccia di lastre di dimensione maggiore, 70 x 100 cm, prodotta per fusione su stampi.
Il poeta latino Marziale (I secolo d.C.) così magnificava le potenzialità del vetro: I vostri vigneti finiscono chiusi in vetro trasparente, ed i fortunati acini sono protetti e tuttavia non celati Affinché i vostri alberi da frutto di Cilicia non crescano deboli e non temano l'inverno, e l'aria troppo pungente non distrugga i rami, avete realizzato telai ricoperti di vetro, che li proteggono dai freddi venti del sud, lasciando filtrare i chiari raggi del sole e la pura luce del giorno. Io, invece, sono confinato in una soffitta chiusa da una finestra malsicura dove Boreas stesso si rifiuterebbe di abitare. In una tal dimora costringete il vostro vecchio amico ad abitare? Allora, come ospite di uno dei vostri alberi avrei migliore protezione.
La manifattura del vetro soffiato e fuso in stampi, diffusa in tutto l'Impero, è poi ripresa dagli artigiani bizantini che specializzano la produzione realizzando vetri colorati destinati ai mosaici.
Questo vetro era composto da sabbia silicea o quarzifera, carbonato di sodio o potassa con l'aggiunta di gesso; queste sostanze venivano fuse insieme in fornaci con temperature attorno ai 1.000 gradi centigradi; per controllare colore e trasparenza del vetro si aggiungevano ossidi metallici come l'ossido di piombo che conferiva grande lucentezza.

Medioevo
Verso la fine del VI secolo le conoscenze sulla produzione del vetro colorato cominciano a diffondersi in Europa. I benedettini iniziarono ad occuparsene a partire dall'VIII-IX secolo. In Inghilterra l'uso del vetro colorato risulta diffuso e conosciuto già alla fine del XII secolo.
Con la conquista della Siria da parte di Tamerlano (1400) la scuola vetraria orientale perde la supremazia a favore dell'Occidente, Venezia in particolare, dove dall'XI secolo si era dato inizio ad una fiorente attivita di produzione vetraria (vetri soffiati trasparenti e colorati). Nel 1291 le fabbriche di vetro erano state trasferite nell'isola di Murano.
Punto di forza della produzione veneziana, oltre ai vetri colorati, furono i 'vetri cristallini', lastre di vetro ad alta concentrazione di soda, realizzato nei laboratori del maestro vetrario Barovier.
Due erano i principali sistemi di produzione delle lastre di vetro per finestre: soffiatura (suddiviso in sottosistemi a corona, a cilindro, a bulbo) e colatura su stampi.
Nel primo caso si immergeva il tubo metallico da soffio nella pasta vetrosa e si soffiava nella forma voluta (piatta o a cilindro); nel caso della soffiatura a cilindro, o simile, il vetro veniva poi nuovamente riscaldato, tagliato e reso piano.
Il procedimento di realizzazione delle vetrate policrome era noto da tempo, rispetto a quando il Vasari scriveva, e già nel XII secolo l'abate Theophilus ne aveva codificato il metodo e descritto, nei dettagli, anche le generali modalità di produzione del vetro.
Vediamo però, ancora, cosa scrive il Vasari in merito: A condurre questa opera, bisogna avere un cartone disegnato con profili, dove siano i contorni delle pieghe dei panni dove si ha a connettere i vetri. Di poi si grigliano i pezzi de vetri rossi, gialli, azzurri e bianchi e si compartiscono secondo il disegno per panni o carnagione, come ricerca il bisogno. Per ridurre ciascuna piastra di essi vetri alle miseure disegnate sopra il cartone, segnano detti pezzi in dette piastre posate sopra il detto cartone con un pennello di biacca. E da ciascuno pezzo si assegna il suo numero, per ritrovarli più facilmente nel connetterli
Fatto questo, per tagliarli a misura, si piglia il ferro appuntito affuocato, con la punta del quale, avendo prima con una punta di smeriglio intaccato alquanto la superficie dove si vuole cominciare, e con un poco di sputo bagnatovi, si va con esso ferro lungo quei contorni, ma alquanto discosti ed a poco a poco, movendo il predetto ferro, il vetro si inclina e si spacca dalla piastra' Dipinti che sono i vetri, voglio essere messi in una tegghia di ferro con un suolo di cenere stacciata e calcina cotta mescolata; ed a suolo a suolo i vetri parimenti distesi e ricoperti della cenere istessa, poi posti nel forno, il quale a fuoco lento poco a poco riscaldato, venga ad infocarsi la cenere e i vetri perché i colori che vi sono su infuocati, irruginiscono e scorrono e fanno presa sui vetri
Fatto ciò si buttano i piombi in certe forme di pietra o di ferro, i quali hanno due canali, cioè da ogni lato uno, dentro il quale si commette e serra il vetro

Naturalmene le prime vetrate policrome delle chiese romaniche e poi gotiche, rappresentavano scene bibliche. Infatti Guglielmo Durand nel Rationale Divinorum Officium (XIII secolo) scriveva: 'Le pitture e gli ornamenti delle chiese sono letture e scritture per i laici'. Analogamente affermava Gregorio Magno nel De Consacratione: 'Altro è adorare le pitture, altro è apprendere attraverso la storia che la pittura rappresenta, ciò che si deve adorare'.
Ma un fatto rendeva le pitture delle vetrate policrome 'magiche': risplendevano per luce attraversata e non riflessa. Nessun affresco o tela poteva competere con la suggestione di pitture risplendenti di una apparente luce propria.
Dal Rinascimento la produzione si amplia in numerose manifatture in diverse città europee; in Boemia viene introdotto il vetro cristallo e la molature delle superfici.

Epoca Moderna
La produzione industrializzata di lastre per finestra in vetro colato ha inizio in Francia e in Inghilterra verso la fine del Seicento primi del Settecento. Il procedimento consisteva nel versare la massa vetrosa fusa su una lastra di ferro spianandolo con un rullo metallico che scorreva su rotaie in modo da dare alla lastra lo spessore voluto.
Nel 1665 viene fondata l'industria francese Saint-Gobain, a cui si deve l'effettiva industrializzazione del vetro colato per le finestre e il relativo abbattimento dei costi di produzione.
La ghisa, l'acciaio e il vetro sono i materiali che hanno caratterizzato le grandi architetture espositive, le gallerie coperte, le stazioni ferroviarie, ecc, dell'Ottocento. Il primo impiego risale al 1831 quando l'architetto Fontaine, utilizzò il ferro dolce e il vetro per realizzare la Galerie d'Orléans, parte del Palazzo Reale di Parigi.
In precedenza, nel 1790, a Londra fu realizzata la Royal Opera Arcade, con aperture circolari nelle volte che illuminavano gli ambienti; sopra le volte una copertura con lastre in vetro permetteva il passaggio della luce.
Una grande serra in vetro venne realizzata in Francia nel 1833 (serra dell'orto botanico di Parigi) una struttura in metallo e grandi lastre di vetro.
Nel Crystal Palace (1851), furono impiegate circa 30.000 lastre di vetro per una superficie vetrata complessiva di circa 8.300 m2. Il ritmo delle strutture secondarie delle pareti del Crystal Palace fu scandito dalle possibilità dimensionali di produzione delle lastre di vetro.
Il passaggio dell'impiego del vetro dalle serre, alle grandi esposizioni coperte all'edilizia residenziale è mediato anche dalla realizzazione delle vetrine nei negozi. L'aumento della produzione industriale di oggetti di consumo richiese, infatti, anche la catena commerciale dei luoghi di vendita con zone espositive, le vetrine appunto, che richiedevano la produzione di grandi lastre e strutture portanti in grado di permettere grandi aperture (generalmente in acciaio e ghisa). Secondo Giedion fu proprio dalle grandi vetrate dei negozi che si generò l'idea delle ampie vetrate per gli edifici residenziali.
Negli Stati Uniti, James Bogardus utilizza nell'Harper and Brothers Building (New York, 1854), forse per la prima volta, le pareti esterne vetrate incorniciate fra archi e colonne in ghisa di stile rinascimentale italiano.
Il più grande magazzino in vetro e ferro fu il Magasin au Bon Marché (Parigi, 1876) realizzato su progetto di L. A. Boileau e con la collaborazione strutturale dell'atelier di G. Eiffel. Boileau dovendo realizzare un grande complesso commerciale, si rivolge soprattutto al vetro utilizzando il metallo quasi come sostegno per le superfici vetrate.
Altre celebri architetture fondate sull'impiego del vetro sono le Halles di Parigi, progettate da V. Baltard (1859), le stazioni ferroviarie di Parigi (Gare de l'Est, 1852) e di Londra (Paddington, 1854), la Galleria Vittorio Emanuele di L. Mengoni (Milano, 1878), e la doppia copertura del salone della Sparkasse di O. Wagner a Vienna (1906).
Nel 1952 è stato introdotto il sistema di produzione float-system, brevettato dalla società inglese Pilkington; con questo sistema la lastra allo stato pastoso veniva fatta galleggiare su un bagno di stagno fuso in assenza di aria in modo da ottenere una prodotto di elevata qualità e contenuto costro di produzione.
Nell'architettura contemporanea, a partire dalla fine della Grande Guerra, ha sempre più utilizzato il vetro, sulle orme di W. Gropius e del Bauhaus, di Le Corbusier, di L. Mies van der Rohe in Europa e, successivamente, negli Stati Uniti dove si attua e diffonde il courtain wall (parete continua) in vetro su struttura in acciaio; a New York si evidenziano la Lever House di Skidmore-Owings-Merril (1952), Seagram Building di Mies van der Rohe e il noto Palazzo di Vetro, sede dell'O.N.U.

Technology Centre nel Science Park di Gelsenkirchen

Technology Centre nel Science Park di Gelsenkirchen

Serra proposta dalla Messenger & Co. nel 1880

Serra proposta dalla Messenger & Co. nel 1880

Serra di Schönbrunn (Vienna), realizzata nel 1884 su progetto di F. Segenschmid e S. Wagner

Serra di Schönbrunn (Vienna), realizzata nel 1884 su progetto di F. Segenschmid e S. Wagner

La fantasmagorica vetrata della cattedrale di Notre-Dame a Parigi

La fantasmagorica vetrata della cattedrale di Notre-Dame a Parigi

il vetro

il vetro

Processo di produzione float-system (per galleggiamento)

Processo di produzione float-system (per galleggiamento)

Processo di produzione del vetro in lastre, Encyclopédie di Diderot e d'Alembert

Processo di produzione del vetro in lastre, Encyclopédie di Diderot e d'Alembert

Il Crystal Palace

Il Crystal Palace

Galerie d'Orléans, Palazzo Reale, Parigi

Galerie d'Orléans, Palazzo Reale, Parigi