Centro Idrico EUR  
Progetto: Francesco Palpacelli
Committente: ACEA
Collaboratori: Gastone Giusto
Data del progetto: 1974 (elaborazione e approvazione del progetto definitivo) -1989
Destinazione d'uso: serbatoio idrico (portata distributiva: litri/sec. 3900; capacità: serbatoio interrato mc. 23.000, serbatoio anulare mc. 1700, torre piezometrica mc 800; forza motrice di sollevamento: nove elettropompe per una potenza complessiva HP 2250).
Progetti esecutivi: Ufficio tecnico ACEA; G. Giusto; Studio Palpacelli.
Consulente esterno per le strutture: A. Zingali
Progetto esecutivo strutture metalliche: Ing. G. Romaro
Progetto funzionale idraulico: ACEA installazioni idrauliche ing. P. Martini, Ing. P. Pizzetti
Consulente esterno per i sistemi idraulici: G. M. Margaritora
Progetto esecutivo strutture metalliche: G. Romaro
Progetto architettonico integrale e consulenza: Francesco Palpaceli
Realizzazione: Associazione temporanea di imprese: Consorzio Cooperative Costruzioni, Bologna; EDILTER, Bologna; DEL FAVERO S.pA. Trento; ITIN S.pA. Roma; IETTO S.pA. Roma; C.M.F. SUD S.pA. Livorno.
Direzione lavori: Ufficio tecnico ACEA
Responsabile del cantiere: Ing. N. Denaro
Capo cantiere: F. Schiavetti, M. Rossi, Ing. P. Martini.
Fondazioni e progetto di consolidamento del terreno: Ing. G. Croci, Ing. Santoro:
Materiali di costruzione:
Fondazioni: cemento armato mc 1872
Strutture: acciaio autopassivante Itacor tonn 1650
Rivestimenti: acciaio inox mq. 5100
Costo lavori:
21.000 milioni di lire

Antologia critica
'I centri idrici generalmente associati alla riduttiva funzione di serbatoio, sono strutture di servizio che fanno fronte al crescente consumo di acqua dovuto alla continua espansione della città e sopperiscono alla variabilità altimetrica del territorio. Ci sono due tipi di centri idrici: quelli interrati, quindi invisibili, e quelli sopraelevati, visibili anche a notevole distanza.'..Mentre i serbatoi interrati, in continuità con la tradizione dell'ingegneria idraulica romana, conservano i caratteri delle antiche cisterne, il moderno serbatoi pensile rimanda funzionalmente all'antico castellum aquae, interpretandone oggi lo sviluppo tecnico e tipologico'.Il serbatoio idrico fa parte di quella categoria di opere, tradizionalmente legate all'attività professionale dell'ingegnere civile, i cui suggerimenti formali sono assenti dall'arida manualistica, dove compaiono sostanzialmente i dati tecnici di ausilio alla progettazione. L'architetto Francesco Palpacelli, a fronte di una costante collaborazione con l'ACEA, vanta una lunga esperienza nel settore dei serbatoi idrici. 'Nel Centro idrico Eur tutte le fasi che costituiscono l'iter progettuale e costruttivo riacquistano la loro originaria dignità: dal progetto al modello, dal cantiere ai collaudi, viene gradualmente recuperato quel rapporto con l'architettura, con i suoi tempi realizzativi, con le maestranze, attraverso cui si 'celebra' il rito della costruzione.
Il complesso idrico, che s'inserisce nel Parco dell'Appia Antica, è destinato ad un'utenza di 400.000 abitanti; a regime avrà una portata in uscita di 2.900 mc/sec. Il centro rientra in un progetto, già approvato dal Comune, per un Museo e Parco dell'acqua che si propone, da un lato di presentare da un punto di vista didattico e scientifico lo status tecnologico della distribuzione idrica, dall'altro di inserire in una dimensione storica ad ampio raggio le tappe dell'ingegneria idraulica che fecero di Roma la regina delle acque.
E' stato lo stesso Palpacelli ad 'imporre' all'Azienda alcune condizioni che nobilitano le intenzioni progettuali: la finalità didattica del serbatoio che prevede l'esposizione di elementi strutturali ed impiantistici generalmente interrati, come le platee di fondazione e le tubazioni idriche di partenza e di arrivo, e ne comporterà l'apertura al pubblico; l'impiego degli acciai, la cui scelta come materiale costruttivo era stata osteggiata con il serbatoio dell'Aurelia e finalmente approvata in quest'occasione. Ultima, ma non per importanza, è l'intenzione dell'Azienda di creare il Museo ed il Parco, una struttura che dovrebbe attivare nell'area periferica della capitale, un polo di interesse turistico e scientifico, di cui lo svettante serbatoio dovrebbe costituire un nuovo affascinante punto di vista del panorama urbano da meridione'..
Il complesso idrico si compone di due serbatoi interrati per la riserva, con capacità totale di 36.000 mc., completati già nel 1979; un serbatoio pensile, caratterizzato dal totale dal totale impiego degli acciai, costituito da due coppie contrapposte di piloni cavi di 3 m di diametro che, oltre a svolgere funzioni idriche e di collegamento verticale tra i diversi livelli, sostengono, a quota m 92 s.l.m. (68 dal suolo), una vasca anulare capace di 1700 mc e una vasca di arrivo, a quota 105 m s.l.m. Quest'ultima è direttamente collegata con la torre piezometrica, collocata all'esterno dei piloni.
La vasca della torre piezometrica ha capacità pari a 700 mc. La struttura raggiunge l'altezza di 85 m da suolo. ' Dal punto di vista strutturale si ha la totale indipendenza dell'ossatura portante dalle macchine idrauliche, in modo da evitare interazioni tra i due sistemi, che complicassero eventuali interventi di manutenzione.
Tornando alle strutture di elevazione, le due coppie di piloni sono in posizione diametralmente opposta rispetto all'anello del serbatoio: una coppia è collegata alla sua circonferenza interna, l'altra all'esterna. I piloni interni all'anello svolgono funzioni idrauliche di derivazione e dissipazione; hanno il diametro di 3 mt. ed i loro centri geometrici sono posti a distanza di 5 mt; il diametro del pilone di dissipazione, scendendo verso terra, si allarga asimmetricamente a cono, per fare posto alla relativa vasca di dissipazione. I piloni che si connettono all'esterno del serbatoio svolgono funzioni di servizio accogliendo scale e ascensori. Hanno distanze reciproche e diametri analoghi alla coppia omologa, ma instaurano un preciso rapporto geometrico con la torre piezometrica che si trova esterna ad essi: questa, infatti, delle stesse dimensioni degli altri elementi verticali, si colloca sul prolungamento dell'asse diametrale che determina la posizione dei piloni e disegna con essi, planimetricamente, un triangolo equilateri i cui vertici sono rappresentati dai centri della torre stessa e dei piloni scale e ascensore. Formalmente la torre piezometrica si svolge con un andamento opposto a quello del pilone di dissipazione: la sua forma cilindrica rimane costante sino a 20 m ; si allarga gradualmente in forma tronco conica, anch'essa asimmetrica poiché la generatrice interna rimane invariata, per raggiungere il diametro di 7 m., determinato dal volume della vasca piezometrica; prosegue infine sino alla sua massima altezza intercettando, poco più sotto, la vasca di arrivo, un serbatoio cilindrico di 16 m di diametro. Un ultimo e più esile elemento verticale in gioco con la geometria del complesso è il pilone adduttore che immette l'acqua nel serbatoio. Ha l'altezza di 68 m. e il diametro di 2,40 m; connesso alla base della vasca di arrivo, il suo centro geometrico è situato ancora sull'asse diametrale, in contrapposizione alla torre piezometrica.
Alla quota più alta della vasca di arrivo sono sistemati i locali di servizio e la caffetteria. Elemento di attrazione sarà, infatti, oltre l'inusitato panorama, lo spettacolare impianto a vortice, visibile dal livello della caffetteria, attraverso finestre che affacciano sul vano entro cui, 'vorticosamente', l'acqua confluirà nella vasca di dissipazione situata a terra'.
Il metallo utilizzato è particolarmente costoso, ma il suo impiego ha consentito di ridurre il peso sulle fondazioni e, nel tempo, le opere di manutenzione, realizzando quell'economia globale che ha motivato la scelta del progettista. I singoli pezzi del complesso sono stati realizzati in officina e montati in situ. Il dimensionamento delle sezioni, denominate 'marche di trasporto', si è basato appunto sulle possibilità di trasporto, movimentazione e montaggio dei singoli componenti. Più marche di trasporto assemblate a piè d'opera con saldature e bullonature, hanno costituito le 'marche di montaggio', cioè elementi di maggiori dimensioni che venivano sollevati e giustapposti, semplificando le operazioni di montaggio in quota e consentendo la corrispondenza millimetrica tra i vari elementi. ' Il serbatoio ha vinto il Premio Nazionale In/Arch 1989 per un elemento edilizio prodotto industrialmente e nel 1993 il premio CECM della Convenzione Europea della Costruzione Metallica per le migliori opere costruite in acciaio. 'Quest'oggetto si è apertamente manifestato nella sua schiettezza, complessità e sperimentalità. Palpacelli persegue la sua autonoma ricerca estetica in un settore, quello del prodotto di edilizia industrializzata, in cui le esigenze di razionalità soccombono spesso a quelle della forma' Il piacere del progettista nell'esibire i più minuti dettagli costruttivi, non solo dell'architettura ma anche dell'impiantistica idraulica, dimostrano la chiarezza delle scelte e una profonda fede nella sincerità costruttiva'. (Mornati S., Centro idrico Eur, Roma in 'L'Industria delle costruzioni' n° 287/1995, pp. 54-67)

'Capolavoro di Palpacelli; mai prima d'ora un'opera meramente tecnologica come un piezometro, viene ad assumere un così alto valore poetico facendoci dimenticare della sua specifica funzione. Molto è stato detto su quest'opera, ma oltre all'interessante vista dalle varie prospettive, c'incanta e ci trasmette varie prospettive, ci incanta e ci trasmette varie chiavi di lettura: visive, con lo scandire dei quarti d'ora riflessi dalla superficie metallica del serbatoio anulare sospeso; musicali, come evocazione di grande concerto dove tutte le parti apparentemente si muovono ed emettono suon, ed infine fisico-sensoriali, camminando nel vibrante complesso di acciaio, in particolare nel grande anello-serbatoio sospeso a più di 80 metri dal suolo dove ci si sente sospesi tra terra-acqua-cielo'. (AA.VV., Francesco Palpacelli. Romanticismo organico, Prospettive Edizioni Roma 2002, pag. 26)

Bibliografia
Mornati S., Centro idrico Eur, Roma in 'L'Industria delle costruzioni' n° 287/1995, pp. 54-67
Morteo E., Centro idrico polivalente Acea, Roma Eur Vigna Murata in Domus n° 732/1991, pp. 48-53
Pellegrin L., Roma Eur, Centro idrico polivalente dell'Acea in 'L'architettura cronache e storia n° 425/1991, pp 167-177
AA.VV., Francesco Palpacelli. Romanticismo organico, Prospettive Edizioni Roma 2002
Pergoli Campanelli A., Palpacelli: romanticismo organico in 'AR' n° 39/02, pag. 50.

Veduta dal basso Fase finale Fasi del montaggio del serbatoio anulare Disegno schematico del funzionamento del centro idrico Sezione trasversale
Schema costruttivo dell'imbocco a vortice Pianta alla quota del serbatoio ad anello Vista esterna