Facciate ventilate in ricomposti lapidei

Lo strato di rivestimento ha la funzione di proteggere l'edificio dagli agenti atmosferici, oltre a quello rappresentativo sotto la veste architettonica.
I requisiti che devono soddisfare i materiali da rivestimento sono:
elevata resistenza meccanica e sollecitazione termica (resistenza ad urti, sbalzi termici, ecc.);
incombustibilità;
inalterabilità sia fisica che estetica nel tempo;
resistenza all'azione del vento (pressione e depressione);
versatilità di messa in opera;
manutenzione.

Il principio progettuale della facciata ventilata risiede sull'autonomia statica di ogni singola lastra del paramento e sull'eliminazione della malta di fissaggio.
Non aderendo direttamente al supporto strutturale, la lastra di rivestimento è libera di muoversi secondo il proprio coefficiente di dilatazione, indipendentemente dai movimenti del supporto strutturale e di seguire inoltre gli assestamenti e le oscillazioni delle strutture portanti grazie all'elasticità degli ancoraggi.
L'assorbimento dei materiali elastici tra supporto strutturale e rivestimento viene generalmente risolto mediante la previsione di giunti, che consentono le libere dilatazioni senza che le lastre si trovino ad interferire tra di loro.
I giunti possono essere del tipo chiuso o aperto:
i giunti chiusi sono quelli che, pur permettendo il movimento delle lastre, presentano un distanziamento di 2/3 mm;
i giunti aperti sono quelli che permettono un maggior movimento delle lastre, presentano un distanziamento di 6/7 mm e consentono la posa in opera di lastre medio-grandi.

Oggi con l'avvento del calcestruzzo, dei laterizi e dell'acciaio, l'impiego dei materiali lapidei con funzione strutturale ha perso quasi completamente significato e le pietre di cava vengono fondamentalmente utilizzate come materiale di completamento e di finitura.
L'alternativa alle pietre naturali è garantita al progettista sia da prodotti di fabbrica aventi una certa tradizione, come il cotto o la ceramica, sia da materiali di nuova produzione come i ricomposti lapidei, nati per ovviare agli inconvenienti dei materiali tradizionali.
Sono materiali ottenuti per elevata pressione sottovuoto di selezioni di marmi frantumati della granulometria stabilita e/o di sabbie silicee e quarzo, impastate e legate per il 6/7 % da una resina poliestere strutturale; riproducono le qualità estetiche delle pietre naturali, ma sono dotati di un peso specifico notevolmente inferiore, che li rende più facili da impiegare e da gestire, con il vantaggio di una produzione priva di vincoli dimensionali e di sprechi.
In più le particolari procedure di realizzazione, che prevedono l'impiego di speciali presse, rendono questi materiali estremamente compatti, e quindi molto duri e resistenti agli attacchi esterni.
Un processo tecnologico, quindi, che, rispettando scrupolosamente ciò che la natura ci ha insegnato sviluppa una continua ricerca di combinazioni cromatiche, finiture superficiali e varietà geometriche, che permette al progettista di avere a disposizione una vasta scelta di ricomposti lapidei con cui realizzare ogni forma di rivestimento e superficie.

Per i rivestimenti di pareti esterne la posa delle lastre e marmette va eseguita adottando collanti appositamente studiati per la posa dei ricomposti lapidei.
Va effetuato un controllo della planarità e della verticalità della parete e dell'orizzontalità della base; successivamente previa accurata pulizia delle superfici, va eseguita la stesura dell'adesivo utilizzando una spatola dentata e quindi l'applicazione dei singoli elementi va fatta dalla base verso l'alto.
Le superfici di calcestruzzo devono aver raggiunto una sufficiente maturazione, i massetti di anidrite o la pareti in gesso devono essere trattati con adeguati Primer prima di procedere alla posa.

Tutto il sistema di ancoraggio lastra-supporto si può articolare attraverso tre sistemi, che sono i seguenti:
sistemi puntuali: prevedono la posa delle lastre direttamente sullo strato di supporto mediante ancoraggio localizzato, effettuato con elementi in acciaio inox o in lega d'alluminio, che sono poi i dispositivi di fissaggio allo strato di supporto, e da staffe che possono essere di diverse tipologie e che sono una vera e propria evoluzione delle zanche, costituite da diversi elementi ognuno con una differente funzione;
sistemi lineari: prevedono l'impiego di profili metallici annegati nel calcestruzzo o fissati alla muratura tramite tasselli chimici o meccanici, mentre l'ancoraggio delle lastre si effettua o con staffe a labbara ripiegate, oppure con staffe e piastre. Le staffe sono fissate ai profilati con sezione a C tramite bulloni con testa a martello, con i profili disposti sia orizzontalmente che verticalmente in grado di garantire sempre un'adeguta regolazione orizzontale dei punti di ancoraggio;
sistemi continui: sono realizzati per mezzo di sottostrutture di supporto realizzate con profili montanti o correnti attreverso un fissaggio effettuato o sulle solette interpiano o sui sostegni verticali.
Con questo sistema si svincola del tutto il sostegno della facciata dalla muratura di tamponamento, per questo viene impiegato frequentemente quando la muratura non ha la possibilità di reggere carichi permanenti e di esercizio trasmessi dal rivestimento esterno, per esempio nel caso di strutture intelaiate con travi, pilastri e tamponamenti, che hanno funzione di controventatura.

Estratto da Materia n°39