Fiera di Rimini  

Luogo: Rimini, Italia
Committenza: Ente Autonomo Fiera di Rimini
Progetto architettonico: gmp Architekten von Gerkan, Marg und Partner Stephanie Hoebsch (project leader), arch. Clemens F. Kusch (coordinamento)
Progetto impianti: Studio T.I. Soc. Coop. Arl
Progetto strutture: Favero & Milan Ingegneria, Mirano (Venezia)
Progetto verde: Studio Land
Progetto impianti elettrici: Studio Ingegneria Tommasin
Progetto Illuminotecnico: Conzeptlicht, Helmut Angerer, Traunreut
Impresa di costruzione: Ati Impregilo S.p.a Milano, SCI Costruzioni S.p.a. Genova
Tempi progetto: 1997-1998
Tempi di realizzazione: 1999-2001
Superficie costruita mq: 460.000
Volume costruito mc: -
Costo complessivo: 104.319.000 euro
Fotografo: Claus Frahm, Amburgo

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Il luogo
Il nuovo quartiere fieristico di Rimini sorge a nord della città, su un' area prevista dal piano regolatore redatto nel 1996 da Leonardo Benevolo. Lo spazio si è rivelato subito molto adatto a ospitare la fiera, e non solo per la vicinanza al centro di Rimini e alla zona degli alberghi, ma anche per la vicinanza della linea ferroviaria Milano-Bari - tanto che è stata addirittura creata un'apposita stazione per servire la fiera.

I progettisti
Il progetto è stato affidato allo Studio di architettura tedesco GMP (von Gerkan, Marg e Partners), che, nel 1996, aveva vinto la gara indetta dall'Ente Fiera. Lo studio, la cui sede principale è ad Amburgo, si è conquistato notorietà internazionale attraverso la realizzazione di grandi opere in ogni parte del mondo: i progetti firmati GMP, infatti, spaziano dalla scala urbanistica delle città di fondazione, come Luchao (nei pressi di Shanghai) a progetti di grandi infrastrutture, come gli aeroporti di Berlino, Stoccarda e Amburgo,sino ai grandi complessi della Fiere di Lipsia Hannover e Düsseldorf.

La fiera di Rimini è stata la prima opera importante realizzata dallo studio dei progettisti tedeschi in Italia; in seguito, si sono aggiunte altre commesse, sempre nel nostro Paese: l'aeroporto di Ancona, l'ospedale di Verona, gli ampliamenti dei quartieri fieristici di Verona e Arezzo e, di recente, il nuovo Palacongressi di Rimini.

Il progetto
Il progetto della Fiera si distingue in primo luogo per la chiarezza e la semplicità dell'impianto:
dodici padiglioni identici si attestano su una spina centrale, con una disposizione a doppio pettine, interrotti al centro dal padiglione d'ingresso: un ampio spazio colonnato d'ispirazione classica.
Il percorso pedonale si concentra lungo l'asse interno, mentre i mezzi di servizio possono raggiungere i singoli edifici grazie a una viabilità esterna, strutturata ad anello, che permette lo svolgimento contemporaneo di diversi eventi fieristici, facilitando l'allestimento e lo smontaggio delle manifestazioni.

I riferimenti
Il riferimento tipologico e distributivo è rappresentato dai complessi fieristici già realizzati in Germania dallo studio GMP. Ma se il riferimento funzionale proviene dall'Europa del nord, nel progetto non manca, tuttavia, un forte richiamo all'architettura della tradizione italiana, se non latina, a Rimini ben visibile nel Tempio Malatestiano, l'Arco d'Augusto e l'antichissimo ponte di Tiberio (I sec. d.C.).
Il richiamo ai principi formali all'architettura del passato, al genius loci, si ritrova in continuazione ma in particolare è evidente nella tipologia degli spazi, nella scelta degli elementi architettonici e compositivi, e nella scelta delle tecniche costruttive.

Attraversare la fiera significa, quindi, rivivere in chiave moderna gli spazi della tradizione classica: passare tra le grandi corti colonnate - con quella centrale arricchita dalla presenza di uno specchio d'acqua con fontane; ammirare la rotonda della sala d'ingresso con la sua copertura a cupola costruita tutta in legno a vista, e illuminata zenitalmente da una luce naturale grazie a un lucernario circolare; passare attraverso lo spazio degli ampi padiglioni espositivi, con le coperture a volta in legno lamellare che forma una maglia a rombi, di dimensioni regolari, dove non manca mai la luce naturale. Ed è proprio grazie a questi accorgimenti, ispirati alla tradizione italiana, che dalla percezione degli spazi si passa all'individuazione degli elementi compositivi classici: stilobate, pilastri, colonne con capitelli e travatura, soffitti in legno.

I materiali principali: legno, vetro e cemento
L'uso del legno lamellare per la costruzione delle volte è decisamente il principale elemento di caratterizzazione dell'intero complesso architettonico.
Infatti, non solo il legno, usato per rivestire tutte le superfici a soffitto, conferisce calore all'ambiente ma esso sottolinea l'importanza della scelta di una tecnica costruttiva per la costruzione di uno spazio con funzioni particolari come sono quelle degli spazi espositivi.
Fu Friedrich Zollingher che, negli anni Venti del secolo scorso, sviluppò per primo una copertura basata sulla struttura in legno lamellare unita a una geometria di rombi uguali. Si tratta di una tecnica che si presta bene alla realizzazione di grandi luci senza la necessità di sostegni centrali, e infatti sarà poi Pierluigi Nervi a farla propria, applicandola al cemento armato, nella costruzione del Palazzetto dello Sport di Roma.

L'altro materiale "protagonista" alla Fiera di Rimini è il cemento a vista. Tutte le parti verticali portanti e portate che troviamo, oltre ai pilastri, sia su base circolare sia quadrata, sono in cemento a vista. L'uso della tecnica è stato tradizionale, si sono cioè lasciati sulla superficie i segni e le tracce dei casseri, conferendo in tal modo un aspetto particolarmente "materico" ai pilastri.

Infine il terzo elemento che segna l'identità di questi spazi è l'ampio uso del vetro e, quindi, della luce naturale e della trasparenza: un tema utilizzato anche per dare armonia e leggerezza alla struttura. All'interno di tutti i padiglioni a volta ci sono due interi lati trasparenti, sia in testa sia in coda; inoltre, le coperture, grazie alle aperture laterali a nastro che si trovano all'altezza dell'imposta dell'arco con le pareti verticali, sembrano quasi aleggiare sopra lo spazio della sala; infine l'apertura vetrata posta longitudinalmente sulla copertura non solo offre una luce zenitale ma permette di leggere in trasparenza la struttura romboidale della copertura.

Quantità
La macchina espositiva si descrive anche attraverso quantità e prestazioni funzionali.
Il Quartiere Fieristico, organizzato su un unico livello, si distribuisce su una superficie totale di 460 mila metri quadri di cui 160 mila progettate ad aree verdi. Gli spazi espositivi si articolano in 16 padiglioni e l'intera area è accessibile da tre diversi ingressi collegati da mezzi navetta.
I padiglioni sono interamente cablati, condizionati e oscurabili; contengono aree di accoglienza, zone tecniche e adibite a servizi - tra cui sale convegni modulabili fino a 730 posti, un funzionale e tecnologico centro operatori, una sala stampa con centro riversamento radiotelevisivo nazionale, ristoranti, free flow, punti ristorazione, 10.600 posti auto attrezzati a camper e infine un'elisuperficie con servizio di elitaxi su prenotazione.

L'impiantistica
Degno di nota, infine, è il progetto degli impianti totalmente integrato alla struttura dell'edificio. Si tratta di una pianificazione più che mai necessaria se si vuole liberare i soffitti dalle tipiche condotte a vista dell'aria condizionata tanto comuni nei padiglioni fieristici degli anni settanta-ottanta. A tale scopo sono stati utilizzati ugelli motorizzati a lunga gittata, e ad alta induzione, che, nonostante le dimensioni dei padiglioni, riescono a garantire un microclima ideale sia d'inverno sia d'estate.