Modulazione della luce tra Napoli e Ravenna

Ogni sera, all'imbrunire, piazza del Plebiscito di Napoli si illumina lentamente al suono della sinfonia numero nove "Dal nuovo Mondo" di Dvoràk, rinnovando il mistero dello scorrere del tempo, mentre, ogni quindici minuti una suggestiva meridiana luminosa sottolinea il battito delle ore scandite dall'orologio di Palazzo Reale colorando, in sincrono con gli altri luoghi importanti della città (Castel dell'Ovo, la Certosa di San Martino e Castel Sant'Elmo, via Santa Lucia Borgo Marinaro, Piazza Trieste Trento via Toledo, Quartieri Spagnoli Borgo Orefici), la piazza, i palazzi e le cupole della chiesa di san Francesco di Paola. Questo è possibile grazie a un sistema (Digitalux VM 3000) in grado di governare l'illuminazione artificiale attraverso il computer, immagini televisive, segnali audio per la sonorizzazione di zone e spazi, centralini semaforici per il controllo del traffico, impianti di irrigazione, ecc. Il sistema progettato per Napoli è stato pensato con l'intento di controllare l'accensione e regolare l'intensità di sorgenti luminose distribuite all'interno di un ambiente. Per fare questo si è affiancata alla rete elettrica una rete dati che serve a comandare le varie periferiche installate. Tale rete dati si basa su di un protocollo seriale Half-Duplex attraverso il quale l'unità di controllo invia le azioni da seguire alle periferiche, e queste ultime, forniscono il loro stato di funzionamento/guasto alla centrale. Il sistema è in grado di integrare un impianto di diffusione sonora che prevede una rete dati/audio per la distribuzione puntiforme di audio lungo le strade, giardini e piazze. Inoltre il sistema gestisce anche le immagini digitali di telecamere per il controllo ambientale e relativi segnali di sincronismo e di comando delle ottiche e del brandeggio. Tale sistema è stato già applicato alle basiliche di San Vitale, Sant'Apollinare Nuovo, il Battistero Neoniano di Ravenna, San Gaudenzio di Novara, la Sagrestia Vecchia nella chiesa di Sant'Anna dei Lombardi a Napoli, Duomo di Ravello e Cattedrale di Amalfi. Il sistema è composto da: periferiche di gestione, unità master personal computer (eventuale), software di gestione. Consente di gestire il flusso luminoso di ogni singola sorgente anche preesistente di tipo resistivo (lampade ad incandescenza, ad alogeni, etc.) oppure fluorescenti. Ogni lampada viene caratterizzata da un indirizzo elettronico e raggruppata, via software, in gruppi omogenei in base alla zona da illuminare. L'unità master interroga continuamente le singole periferiche per verificare eventuali cambiamenti di stato determinati dai valori di illuminamento rilevati dai sensori fotoelettrici puntati verso gli oggetti da illuminare oppure da particolari pulsanti di accensione e spegnimento o da rilevatori di presenza che possono accendere e spegnere singole lampade o zone della Chiesa in base alla presenza o meno di persone.


Tratto da "Qualità e uso della luce", supplemento di AREA n. 63, Federico Motta Editore