MUMOK - Museum for Modern Art  

Località Museumplatz 1, Vienna, Austria
Committente MuseumsQuartier Errichtungs - und Betriebsgesellschaft
Progettista Laurids Ortner, Manfred Ortner con Christian Lichtenwagner
Collaboratori Angela Hareiter, Walter Beer, Eva Maria Rebholz, Josef Zapletal, Alfred Pleyer, Karl Meinhart, Melih Yerlikaya, Helmut Kirchhofer, Marc Berutto, Rosa Borscova, Margarete Dietrich, Mona El Khafif, Mehmet Even, Leszek Liszka, Heimo Math, Richard Messner, Christan Nuhsbaumer, Georg Smolle, Roswitha Kauer, Judith May, Szczepan Sommer, Wolfgang Steininger, Phillip Tiller, Michael Wildmann, Arzt Natalie, Harald Lutz, Martina Küng, Gerhard Abel
Progetto strutture Fritsch, Chiari & Partner
Direzione lavori Markus Spiegelfeld
Impianti Austroconsult
Illuminazione Kress & Adams
Data progetto 1990
Data costruzione 1998 - 2001
Area 14.000mq di cui 4.500mq (superficie espositiva) e 1.800mq (depositi)
Costo di costruzione Euro45.345.668,33

Esito di un lungo processo, dalla fase concorsuale all'inizio degli anni Novanta alla trasformazione a sistema museale, il complesso dell'Hofstallgebäude, formato dalle Scuderie imperiali realizzate da Johann Bernhard Fischer von Erlach e dal figlio Joseph Emmanuel (1723-1725), dal galoppatoio coperto e da una serie di padiglioni successivi, consente di riflettere sulle implicazioni che un intervento di tale dimensione ed impegno comporta in un tessuto urbano consolidato come quello che caratterizza questa parte della  città di Vienna e nel contempo di valutare il ruolo che i nuovi materiali di rivestimento assumono nel rapporto tra città antica e architettura contemporanea.
Relazionato alla grandiosa assialità del Kaiserforum delineato da Gottfried Semper, il nuovo complesso del Museumsquartier ospita in seguito agli interventi realizzati un Centro per l'arte contemporanea, un Museo, un Centro per l'architettura, il Museo del tabacco, il Museo dei bambini, un Teatro per bambini, un Centro per la danza, studi per artisti, ristoranti, caffetterie e negozi.
La riqualificazione dell'intero complesso si basa su alcuni princìpi ordinatori dell'impianto urbano che appaiono elementari nella loro formulazione.
Da una parte i due corpi del Museo d'Arte moderna e del Leopold Museum occupano il grande cortile centrale dell'Hofstallgebäude con la radicale eccezione prodotta dalle loro giaciture, obbedienti il primo all'orditura del fronte urbano su Breitegasse alle spalle del complesso e l'altro alla potente simmetria del grande Foro di Semper.
Dall'altra parte, alle spalle del lungo edificio del preesistente galoppatoio coperto, lo spazio ad esedra viene saturato da un corpo addossato al primo, la nuova Kunsthalle.
Proporzioni e rapporti degli spazi aperti e interni al complesso risultano radicalmente trasformati dall'inserimento di questi tre corpi di fabbrica, il cui ruolo più importante sembra quello di manifestare chiaramente l'innovazione determinata dal programma museale, provocando connessioni tra corpi nuovi ed edifici preesistenti.
Volumetricamente i tre nuovi corpi sovrastano il profilo degli edifici lineari che compongono il complesso dell'Hofstallgebäude, determinando tre polarità significativamente diverse per volumi, caratteri dei fronti e natura della pelle di rivestimento.
Il Museo d'Arte moderna è forse il più interessante dei tre edifici: coperto da un solaio nervato dalla forma di volta a vela tagliata in più punti da ampi lucernai, il parallelepipedo formato da setti in cemento armato è interamente coperto da un rivestimento - sulle pareti e in copertura - composto da spesse lastre di pietra basaltica scura che lascia apparire nella propria trama sottili feritoie verticali, accentuando la monoliticità dell'intero volume.
Le lastre in pietra nera si saldano ai bancali delle aperture e ai pezzi speciali di coronamento dell'edificio, formando una pelle continua e risolvendo il difficile problema dell'evacuazione delle acque meteoriche in un volume stereometricamente determinato.
Il carattere monolitico dell'edificio è elegantemente evocato all'interno dallo spessore perimetrale prodotto dalle due opposte maniche dei collegamenti verticali e degli spazi di servizio, che disimpegnano le sale di esposizione. Trasversalmente a questo sistema, viene operata una profonda cesura che attraversa l'edificio nella sua interezza, tramite la quale si accede ai diversi livelli del museo: le rampe di scale, raccordate ai diversi piani e ammezzati, sono traslate al di fuori di questo spazio cavo e collegate tra loro da leggere passerelle delimitate da parapetti in vetro temperato, lasciando come protagonisti dello spazio interno la batteria di tre ascensori e l'interessante montacarichi a doppio accesso che raggiunge l'ultimo piano interrato.
Dalla parte opposta del cortile centrale dell'Hofstallgebäude, il Leopold Museum è costituito da un volume centrato su una corte interna, attorno alla quale si articolano dinamicamente i diversi spazi espositivi, secondo un impianto a turbina da cui si dipartono i vani e le scale di servizio che separano i quattro moduli spaziali espositivi. La scala lineare che distribuisce i diversi piani determina lo spessore di uno dei lati della corte, mentre l'interposizione di cavedi negli altri tre lati suggerisce una profondità della parete che è del tutto virtuale, ma che è possibile esperire attraverso l'affaccio dalle sale espositive.
Se il Museo d'Arte moderna mostra la propria monoliticità attraverso la continuità della pelle lapidea di rivestimento e l'evocazione della massa muraria, in questo edificio i princìpi compositivi che regolano la pianta determinano perentoriamente l'articolazione degli alzati e del volume, che si presenta interamente bianco. Sottili tagli verticali in corrispondenza dei quattro vani e scale di servizio riproducono nel volume la stessa ripartizione interna, rivelando anche in copertura la matrice geometrica di cui si compone l'edificio.
Considerando sia il Museo d'Arte moderna che il Leopold Museum che la nuova Kunsthalle, questo intervento di Ortner & Ortner, oltre a mostrare un interessante esempio di applicazione di materiali di rivestimento nell'architettura contemporanea, sollecita peraltro un'ampia riflessione disciplinare sui modi di riqualificazione di complessi architettonici storici nella città e sulla distanza - culturale, amministrativa, normativa - che separa queste esperienze da quelle che in Italia - purtroppo assai di rado - vedono l'architettura contemporanea dialogare con le preesistenze.

Testo di Alessandro Massarente
Estratto da Materia n. 39

Informazioni
Pietra Stein Schmieder GmbH
Ghisa Michler Gesellschaft GmbH
Vetro Bruder Eckelt & Co
Infissi Stalbau August Filzamer
Illuminazione Zumtobel Staff 92

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Pianta livello - 9,08 m e pianta livello + 17,08 m Prospetto est e sud Sezione longitudinale e trasversale